LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 26 Ottobre 2014 | 33 commenti- commenta anche tu!
Oggi il simpatico racconto dell’Amica Gabriella ci induce a fare delle riflessioni o meglio dei paragoni e analogie che possono esserci tra le stagioni climatiche e le stagioni della vita. Gabriella mi sembra che, a modo suo, le abbia fatte, un po’ per sé ma anche per noi.
Leggete il suo racconto, poi dite la vostra.

E’ arrivato l’Autunno, ma come a farsi beffa della stagione il sole continua a farsi vedere nel suo splendore e a darci caldi raggi che rallegrano le nostre giornate, quasi a volerci restituire quanto è mancato in questa ultima Estate con tante settimane nelle quali era apparso pallido e velato, tale da farci pensare ad un sole anemico e avaro.
Bosco autunnale
Ma è pur sempre Autunno e nelle nostre case cuociono le saporite castagne e troviamo anche ai lati delle strade e alle feste le gustose caldarroste. Oltre alle castagne troviamo gli altri frutti di stagione: mele, pere, uva, melograni, cachi, noci e compaiono già tutti i tipi di agrumi che porteremo sulla nostra tavola anche nell’Inverno che non tarderà a farci sentire i rigori del suo freddo.
Caldarroste
E’ bello passeggiare al confine dei meleti per entrare poi nel bosco, raccogliere le foglie cadute dagli alberi e confrontarne i colori che variano dal giallo paglierino alla ruggine ma ne troviamo di una infinita varietà di forme: ovate, lanceolate, aghiformi, cuoriformi e con i bordi, lobati, dentati, seghettati. Chissà perché una vota pensavo all’Autunno come la stagione più malinconica e non trovavo niente di gioioso, forse vedere le foglie staccarsi dai rami e cadere per terra per essere poi calpestate e spazzate dal vento mi trasmetteva tristezza.
Mentre pensavo queste cose giunge nella mia mente una riflessione: Anche noi abbiamo il nostro autunno e mi domando? “Io sono già arrivata al mio autunno e tra poco sarà inverno anche per me?. Al mio giro di ruota manca l’ultima stagione, ma tutto va bene, basta avere la salute e sapersi accontentare. Una volta si diceva: “Basta la salute ed un paio di scarpe nuove”, ora forse al posto delle scarpe nuove bisognerebbe dire: “Basta la salute e un bel conto in banca”.
Rose canine
Mentre penso a come, una volta, prendevano forse con più filosofia la vita i nostri vecchi, mi giro e vedo che ci sono ancora le rose canine fiorite, non sono belle come nella primavera, ma continuano a sbocciare, forse perché queste sono riparate da un muro che le protegge dai freddi venti del nord. Come sarebbe bello se anche noi avessimo un bel paravento che ci allungasse la vita. Cammino e mi immergo nel silenzio del bosco, come è bello si sente solo il rumore delle foglie che cadendo toccano terra: un fruscio lieve che sembra non voglia disturbare il sottile sibilo di qualche leggera folata di vento che mi accarezza il viso ma non ha la forza di scompigliarmi i capelli.
Bosco autunnale accogliente
In lontananza ora si sente il gorgoglio dello scorrere dell’acqua di un ruscello, ma il tutto fa parte del sottofondo della natura, non sono dei veri rumori. Il sole sparisce all’improvviso, sembra quasi che una lastra nera lo abbia nascosto di colpo, grosse nuvole scure stanno arrivando, è meglio che mi incammini alla svelta dove so con certezza che c’è una baita che può darmi un provvisorio riparo. Porto sempre con me il cellulare nel caso avessi bisogno di aiuto. Ora piove e che pioggia, ma sono al coperto!
Ruscello di montagna
Rimango seduta ad attendere che questo temporale finisca. Mentre sono seduta penso ancora alle stagioni della vita: La mia primavera è stata gioiosa, l’estate un po’ meno ma l’autunno è una seconda primavera; chi può vantare di aver avuto due primavere? Il temporale non è durato molto ma il cielo è ancora scuro, ritengo sia meglio avviarsi verso casa. Come mio solito io parto per faredue passi ma vado avanti parecchio senza rendermene conto tanto sono assorta nelle mie riflessioni interiori. É autunno e l’aria può rinfrescare alla svelta in montagna, l’acqua cade ancora dalle piante e bisogna stare attenti a non bagnarsi troppo.
Pioggia copiosa nel bosco
Mentre mi avvio verso l’uscita dal bosco sento un pianto soffocato, mi guardo intorno ma non vedo nessuno, eppure il pianto continua, allora chiedo: “Chi piange?”. Da dietro un tronco compare un bambino che può avere si e no, sei anni. Chiedo come mai sta nascosto lì, mi risponde che nel correre per rientrare presto a casa si è fatto male al piede, mi avvicino e noto che ha una caviglia gonfia. Metto la mia maglia sopra un grosso masso e lo faccio sedere, quella caviglia non mi piace, il bambino si lamenta per il dolore e non è in grado di camminare.
Bambino che si è lussato la caviglia
Cerco di rincuorarlo, la mia presenza è già un aiuto rassicurante, ha smesso di piangere ma è ancora spaventato per il persistere del dolore e dice di non ricordare il numero di telefono di casa e ancor meno il cellulare della mamma o del papà. Non è facile decidere il da farsi in queste situazioni, anche se il paese è vicino non posso portarmelo in braccio. Mi dice però il suo indirizzo di casa e poiché ho un’amica proprio nel suo condominio, tramite la mia amica, riesco a rintracciare la sua mamma che arriva con la macchina e tanta paura. Decide di portarlo subito in ospedale come è logico fare, mi ringrazia e si offre per accompagnarmi a casa ma rifiuto, lei mi chiede di darle il mio numero di cellulare e parte alla svelta. È più importante che porti subito il bambino per una visita. Dentro di me dico, per fortuna c’è stata questa donna d’autunno a trovare il bambino della primavera.
Sole che filtra attraverso i rami delle conifere
Continuo il mio cammino verso casa tenendo in mano la mia maglia ormai bagnata. Mi fermo un attimo ad osservare una cosa bellissima, un raggio di sole che filtra attraverso i rami delle conifere, poco prima pioveva ed ora il sole manda un po’ del suo calore per scaldarmi, ne avevo bisogno, forse, per la mia buona azione. É strano ma vedo un solo raggio di sole, riparto con quella visione che mi sembra magnifica. Volevo raccogliere qualche foglia da conservare tra la pagine di un libro, ma sono bagnate, lo farò un’altra volta in una giornata più calda, ormai sono quasi a casa.
Foglie autunnali
Ecco l’autunno stagione dai mille colori, forse colori non allegri come l’estate ma esaltanti sempre, molto belli e vari. Mi arriva una chiamata dalla mamma del bambino, il bimbo sta già meglio, tra poco rientrano a casa. Sono felice, al pensiero che se non fossi passata da lì, chissà quanto avrebbe pianto e sofferto. Sono a casa, asciugata e rifocillata con un buon caffè. Poco dopo suona il campanello, sono sorpresa, non aspetto nessuno, vado ad aprire con un po’ di circospezione. Un signore mi offre un mazzo di fiori bellissimi dicendomi che è il papà del bimbo e voleva ringraziarmi.
Resto un po’ imbarazzata da questa visita inaspettata, gli dico solo che non era il caso. Mi dice che è di passaggio di rientro dal lavoro e che la moglie gli aveva raccontato al telefono quanto era avvenuto e i fiori me li manda la signora. Ringrazio e lo saluto mentre va via, noto che ha premura di raggiungere il bambino. Chiudo la porta e mentre vado a sistemare i fiori in un vaso, penso: “Guarda Autunno quanti bei fiori mi hai portato!”
Parlo con me stessa o con la colorita stagione d’Autunno?
Ciao amici e amiche del Bosco, Buona Domenica.




