Archive for novembre 8th, 2014

LA DOMENICA DEL BOSCO

 

barra  sep. fiorellini a campanula

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Leggo sul quotidiano locale che si celebra ad Arborea, in provincia di Oristano, la 32a Sagra della polenta. La polenta anche in Sardegna? Mi domando, un alimento prodotto prevalentemente nelle regioni del nord Italia lo troviamo anche al sud al punto da realizzarne ogni anno una sagra. La cosa mi incuriosisce a vado a rispolverare, a grandi linee, un po’ di storia relativamente all’Unità d’Italia.

 

Polenta fumante nel paioloPolenta cotta nel paiolo di rame

 

 

Già durante la spedizione dei mille c’è voluto tutto il carisma di Giuseppe Garibaldi per inquadrare e disciplinare i suoi veterani “cacciatori delle Alpi” con i tanti inesperti volontari provenienti da estrazioni regionali diverse e che si erano uniti all’avventurosa spedizione per la conquista dell’Italia. Non era stato certamente facile mettere insieme, assemblare e disciplinare, impartendo precise regole di natura militare, una tale moltitudine di teste calde.

 

I MILLE IN PARTENZA DA QUARTOPartenza da Quarto dei Mille

 

Garibaldi dimostrò la sua ferma determinazione quando, il 15 maggio 1860, all’approssimarsi della battaglia di Calatafimi contro le truppe regolari borboniche del Regno delle Due Sicilie, nel conferire con il suo luogotenente Bixio, pronunciò la storica frase:

 

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Aveva un organico di circa 1500 uomini, (i “mille” più cinquecento volontari siciliani unitisi a loro dopo lo sbarco a Marsala) e si preparava allo scontro con i regolari borbonici forte di circa tremila uomini.

 

GARIBALDI A MARSALAArrivo dei Mille a Marsala

 

Nel nostro periodo scolastico i libri di storia ci hanno raccontato come sono andate le cose: ricordiamo l’incontro di Teano tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi.

In data 17 marzo1861 Vittorio Emanuele II viene proclamato Re d’Italia per

Grazia di Dio e volontà della Nazione

e il Regno di Sardegna

diventa ufficialmente

Regno d’Italia.

 

garibaldi-teanoIncontro di  Garibaldi con Vittorio Emanuele II a Teano

 

Mancavano ancora il Veneto e lo Stato Pontificio. L’annessione del Veneto si ottiene con la Terza Guerra d’Indipendenza nel 1866 mentre il 20 settembre 1870, con la storica breccia di Porta Pia, anche la Roma dei Papi viene conquistata e divenne territorio italiano.

 

Coat_of_arms_of_the_Vatican_City_1929.svgStemma dello Stato Pontificio

 

Non era facile, però, amalgamare una variegata moltitudine di dialetti e culture circoscritte a limitate località regionali e tramandate nei secoli da padre in figlio, in una unità patriottica nazionale e ad una unica lingua italica.

Ricordiamo, infatti, un’altra frase storica riportata sui libri scolastici e pervenuta fino a noi: è quella pronunciata da Massimo d’Azeglio, pittore, scrittore e uomo politico dell’epoca:

 

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Il sentimento nazionale si acquisisce lentamente ma soprattutto in particolari condizioni di pericolo quando si è obbligati a fare unione per difendersi da un nemico comune. Le occasioni non sono mancate e ricordiamo le più significative:

 

1885-1890 – Spedizione politico/diplomatica/economico/militare italiana per la fondazione della Colonia Eritrea;

 

1911-1912 – Guerra italo-turca al termine della quale l’Italia ottiene la Libia;

 

1914-1918 – La Grande Guerra. La prima Guerra Mondiale alla quale l’Italia partecipa dal 24 maggio 1915 con la dichiarazione di guerra all’Austria.

 

1935-1936 – L’Italia invade l’Etiopia e proclama la fondazione dell’Impero Italiano con le Colonie in Africa.

 

1939-1945 – Seconda Guerra Mondiale dalla quale l’Italia esce sconfitta e malconcia.

 

Con i movimenti emigratori dal sud verso le città industriali del nord avvenuto nel periodo post bellico, dagli anni ’50 in poi, i lavoratori del meridione provenienti in prevalenza dalle mezzadrie contadine si ritrovano insieme alle giovani maestranze industriali settentrionali e l’epiteto di “Teron” che questi proferivano verso i meridionali, si sprecava. Di rimando c’era la risposta: Pulenton”. Ma poi “polentoni” e “terroni”, conoscendosi meglio, hanno legato insieme e si sono amalgamati. Bravi ragazzi calabresi, pugliesi, siciliani e sardi hanno sposato ragazze piemontesi, lombarde, venete ecc., viceversa, molti ragazzi settentrionali hanno creato famiglia unendosi a belle more meridionali confluite nel settentrione a seguito della migrazione interregionale.

 

Dopo queste sciabolate di storia italiana dal Risorgimento in poi, ritorniamo alla Sagra della Polenta in Sardegna. È un percorso enogastronomico a base di polenta e vini sardi che quest’anno si è ripetuto ad Arborea per la 32a volta, ancora con grande successo.

 

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Nel 1922 iniziarono i lavori di bonifica della Piana di Terralba nell’Oristanese, un territorio di ben 18.000 ettari, allora chiamato “Ala Birdis”. Vi confluirono lavoratori veneti, emiliano, friulani, romagnoli con una mobilità di famiglie dal nord al sud alle quali, naturalmente, si unirono anche i sardi. Alla conclusione della prima fase dei lavori, nel 1928, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, fu inaugurato il “Villaggio Mussolini” che nel 1944 assunse definitivamente l’attuale nome di Arborea in onore, appunto, di “Eleonora d’Arborea” Giudicessa dell’omonimo Giudicato Oristanese.

 

arboreaArborea

 

La coltivazione del mais in quei terreni bonificati ha portato, tra le altre cose, anche alla produzione della polenta in Sardegna, un alimento tradizionalmente povero ma che Arborea ha saputo nobilitare e valorizzare mantenendo le tradizioni culinarie e presentandola con piatti saporiti anche nei migliori ristoranti della zona.

 

polenta e spezz.Polenta e spezzatino

 

 

Infatti possiamo trovare la polenta e “osei” (uccelletti), polenta e luganeghe (salsicce); polenta e “tocio” (spezzatino di carne con un caratteristico sughetto). Piatti di origine veneta, regione con la quale Arborea ha mantenuto i contatti e conservato le tradizioni suggellando il gemellaggio con la cittadina di Zevio (VR).

Cannonau di DorgaliVernaccia di Oristano

 

Ora dopo questo breve percorso storico sulla Unità d’Italia e la storia della polenta in Sardegna mi sovviene la notizia riportata in TV e sui giornali in questi ultimi anni, di una corrente di pensiero di un uomo politico del nord che vorrebbe dividere

polenta e luganeghe 1Polenta  luganeghe

 

nuovamente l’Italia per creare una repubblica padana o qualcosa del genere. Ma dico io, che facciamo, spezzettiamo di nuovo tutto e riportiamo la polenta prodotta in Sardegna sulle tavole di Milano e delle regioni del nord Italia? Ditemi voi.

 

vermentino di GalluraVermentino

Nel chiedervi scusa per le mie balzane dissertazioni, spero non noiose, colgo l’occasione per augurare a tutti una serena e Buona Domenica nel Bosco.

Un cordiale saluto.

 

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Paul Mauriat - Les deux guitares

 
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