E’ un articolo che ho letto sul mensile della Comunità di San Patrignano (www.sanpatrignano.org) , firmato da Carlo Forquet.
Lo riporto perchè individua, dal loro punto di vista, la terapia per la droga in Italia.
“Non si tratta solo di abbandonare la strada senza speranza della droga, ma di tornare a scegliere un futuro, E’ questa la grande opportunità che la comunità ti offre. Non è cosa di poco conto, perché sono poche le realtà in grado di cambiare lo spirito delle persone. Che non vuol dire cambiare loro la testa, ma l’approccio alla vita. Tu arrivi fragile, deluso, diffidente, convinto dentro te di non avere bisogno di nessuno, ed esci motivato e consapevole: sai che hai percorso solo l’inizio del tuo cammino e che hai ancora molto da fare.
In mezzo sono passati quattro anni. Non semplici. Hai dovuto fare i conti con te stesso prima che con gli altri; giorni e mesi a chiederti cosa ci fosse in te di sbagliato. Hai di fronte lo specchio dei tuoi compagni di stanza . Con qualcuno ti trovi bene, con qualcun altro ti senti amico, ma ci sono quelli che non sopporti. Eppure , devi passare le giornate con loro. E forse questo è il primo passo che stai facendo: imparare a convivere, smussando i lati bui del tuo carattere. Senza accorgertene, stai andando avanti, e tutte le piccole cose che fai ogni giorno, iniziano a piacerti.
Anzi, per alcune ti scopri a provare soddisfazione: come hai apparecchiato la tavola, come hai lavato i piatti, come hai scartavetrato quell’asse o messo a bolla quella traversina? E’ strano, ma prestando attenzione a queste cose, in un certo senso amandole, cominci a sentirti meglio. Gli altri stanno diventando la tua famiglia. Inizi ad accettare da loro osservazioni e critiche. Poi ci sono gli alti e bassi; delle volte basta poco per farti innervosire. E allora diventi ombroso, tendi ad isolarti, come si dice a Sanpa, “te la meni”. Sono momenti delicati, questi; tutti ne attraversano qualcuno.
Eppure c’è una forza che li attutisce, che ti spinge a riflettere. I sociologi di Bologna la chiamano terapia ambientale ma forse è più esatto definirla senso di appartenenza. E’ una corrente difficile da descrivere, ma alla quale, in un certo senso, ti abbandoni. Ti sembra di essere parte di qualcosa che non è statico ma si muove: tu non ne sei una comparsa ma l’artefice. Il senso di ciò che stai facendo, allora, inizia a esserti più chiaro. E’ il momento in cui decidi di tornare a studiare o di imparare seriamente una professione. Il tempo ti sarà utile a consolidare questa nuova forza. A crescere e ad acquistare certezze. Non hai solo smesso di drogarti a San Patrignano. Hai fatto, per la prima volta, una piccola grande scelta. Per il tuo futuro.”.
Io ho trovato l’articolo bellissimo: impegnato, sensibile, delicato, colmo d’amore. Può fungere da apripista per il nostro angolo del dialogo? Che ne pensate?
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d