Archive for febbraio 14th, 2015

La domenica del Bosco

  Barra div. gif - Fiorellini v ari colori   B. D. 01   Barra div. gif - Fiorellini v ari colori  

Siamo particolarmente lieti di ospitare la nostra cara amica Sandra.vi, che ci propone  un racconto  molto piacevole e che racchiude in sé una grande sensibilità.  Lo pubblichiamo nella rubrica della domenica, che abitualmente è gestita da Giuseppe.ca, il quale ce l’ha cortesemente messa a disposizione. Ringraziamo la nostra amica e ci auguriamo sia di vostro gradimento. 

G.

 

Barra div. gif - Fiorellini v ari colori

    Ricordi_di_g_10917

Leggendo il racconto di Ignazia, è stato come stappare una bottiglia e ne sono usciti tanti ricordi  di quegli anni… rimasti sopiti nella memoria di bambini, mai dimenticati. Il primo anno di guerra passò senza grandi problemi, le cantine servivano da “rifugi antiaerei”, e dovevamo scenderere appena suonavano le sirene d’ allarme. Per noi fu quasi un divertimento, trovammo modo di giocare per il tempo che si rimaneva lì. 

aereo da ricognizioneAereo di ricognizione  -  "Pippo"

 

Per un certo periodo tutte le notti passò un aereo,  girava sulla citta’ e se na andava, finimmo per chiamarlo Pippo. Arriva , arriva Pippo urlavamo felici noi ragazzi, mentre le mamme ci facevano zittire tutte impaurite. Infatti, cominciarono i primi bombardamenti, case distrutte, i primi morti; la guerra era arrivata anche per noi. Mamma  cominciò a non star bene , così  papà prese accordi con dei cugini nel Varesotto e la portò con me e mio fratello da loro. Lui naturalmente non si fermò, doveva tornare in città, aveva il lavoro, la sua Ditta. Il distacco fu doloroso, ma indispensabile.

paesedel VaresottoPaese del Varesotto

 

Nel paesino c’erano già parecchi sfollati,  altri ragazzi coi quali facemmo amicizia. Non avevamo tanti giochi coi quali svagarci, ma ci divertivamo ugualmente.

Legammo in modo particolare con due fratellini che abitavano una casa molto bella alla fine del paese, Lia e Alberto, molto educati e gentili. Eravamo sempre assieme, non c’era dubbio:  dove eravamo noi c’erano anche loro.

 

tre ragazzi in bibiGite in bicicletta

 

Noi si viveva tranquilli, vedevamo solo mamma inquieta, pensava a papà in città, ma il lavoro era troppo importante. Ogni tanto in cielo vedevamo passare degli aerei,  sentivamo il rombo, noi li chiamavamo uccelli neri “Sono uccelli di morte ,diceva mamma,vanno a bombardare le città”. Un giorno Lia e Alberto  non vennero all’appuntamento, li chiamammo ,niente, di corsa andammo verso casa loro : era tutto chiuso, scuotemmo il cancello urlando i nomi dei nostri amici, niente .......silenzio assoluto. Presi per mano mio fratello e con le lacrime agli occhi tornammo casa, urlando “Mamma, Mamma Lia e Alberto sono andati via senza salutarci, cattivi, sono davvero stati cattivi...” Mamma ci prese tra le braccia, tentando di consolarci, cercando di trovare scuse per quella strana partenza.  Qualche giorno dopo, avendo trovato gli ingredienti

 

Animali anim. bamby gatto che rideCart. Anim. -  Lucky LukeLucky Luke

 Per distrarre i ragazzi

ci preparò  una torta di zucca; pensate,  dopo tanti anni rivedo ancora la scena:  noi attorno al tavolo vederla impastare, era quasi pronta, quando un tremendo boato, seguito da un altro scosse la casa.  Mamma ci prese per mano e di corsa scappammo in campagna. Era un fuggi fuggi generale.  “Stanno mitragliando qui vicino un treno munizioni.............” Finalmente dopo qualche ora tornò la calma tornammo a casa ,”la mia torta, mamma “. La torta era qualcosa di viscido che usciva dalla tortiera, colando sul tavolo.......................... I bombardamenti si intensificarono,  le notizie che venivano dalla città erano sempre piu’ gravi e dolorose.

 

Torta di zucca 2Torta di zucca

 

E un brutto giorno arrivò anche papà, stanchissimo, sembrava ammalato, tentava di sorridere mentre diceva : “Abbiamo perso tutto, la ditta è un cumolo di macerie, non si e’ salvato niente, trent’anni di lavoro bruciati in una notte”. Ho visto la mamma appoggiarli una mano sulla spalla e dirgli:  “Gino, sei vivo no, i tuoi fratelli anche ed è questo che conta più di tutto. Coraggio,  ci rimboccheremo le maniche, siamo tutti qui vivi.” Le  paroledi mamma furono profetiche, quando tutto finì, tornammo a Milano. La nostra casa,  staccata dalla Ditta,  era intatta.   Una bella casa pulita e potemmo rientrare e sistemarci. Anche papà e gli zii trovarono dei locali.

   

bombardamenti a MilanoBombardamenti a Milano

 

Dei loro operai si presentarono, pronti a lavorare, il nome dei miei era conosciuto e gli ordini non tardarono ad arrivare.  Furono sacrifici,  ma con niente non si fa niente. Un giorno stavo camminando  un  po’ velocemente, mi sento chiamare, mi giro e  vedo venirmi  incontro Alberto,  sì il mio amico sparito senza salutare, diventato un bel ragazzo. Avevo lo sguardo piuttosto accigliato e lui mi disse: posso capirti sai Sandra,  tu e tuo fratello, anche se ragazzini, eravate degli amici carissimi;  io e Lia vi volevamo molto bene .”Si però  ve ne siete andati senza salutare,  sai come abbiamo pianto”!!. ”Sandra hai un momento di tempo, fermiamoci un attimo e ti racconto”. Eravamo vicino ai Giardini, entrammo ci sedemmo su una panchina. Si  presa la testa fra le mani,  Alberto cominciò: sai che sono Ebreo?” “No, non lo sapevo”!

due ragazzi un po' tristiSandra apprende che Alberto è Ebreo

“Qualcuno ci aveva denunciato che eravamo nascosti in quel paesino, un amico ci avvertì, papà pagò degli spalloni che ci portassero in Svizzera,  mamma, noi ragazzi zia e lui .Ne trovò due, si accordarono sul prezzo: metà subito, metà all’arrivo. Così,  quella sera vennero a prenderci, prendemmo poche cose necessarie e partimmo. Viaggiammo tutta la notte a piedi, albeggiava eravamo al confine, quando papà sentì uno dei due fare un fischio, intuì che lo stavano tradendo e consegnandoci agli italiani. Diede un colpo alla zia che teneva Lia e rotolò verso la frontiera Svizzera  e altrettanto alla mamma, che teneva me, mentre lui si girava per fermare e affrontare i due mascalzoni, dietro c’erano dei poliziotti, catturarono papà, ma noi finimmo in mano  degli Svizzeri. Siamo finiti in un campo di concentramento, ma svizzero, mamma aveva cucito dei gioielli nel mantello e potemmo sfamarci. Di papà non sapemmo più  niente.” Commossa salutai il mio amico. Mi allontanai di corsa ero in ritardo, poi mi frrmai di colpo e mi girai per ritrovarlo e chiedergli l’indirizzo. Ma era sparito tra la gente, come ci saremmo rivisti ? Il destino voleva cosi’.....

 

Sandra_11283

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Giovanni Marradi   -  Amor , amor, amor

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