Dopo una lunga assenza forzata, finalmente, eccomi di nuovo al mio posto di combattimento. Cari amici, mi siete mancati molto: cercherò di recuperare, per quanto possibile, il tempo trascorso, proponendovi argomenti ad ampio raggio e farvi trascorrere qualche ora gradevole della giornata, se mi sarà consentito. Chi mi conosce sa che non è nel mio costume trattare argomenti personali utilizzando lo spazio di Eldy. Tuttavia, il racconto che segue, mi sembra un accadimento sanitario con aspetti sociali generali, che riguardano tutti i cittadini, e mi è parso utile esplorare a fondo la situazione per discuterne insieme. Ritornando alla sanità, forse qualcuno ricorda che, circa tre anni fa, per uno scompenso cardiaco serio, fui consigliata dal cardiologo, che anche in seguito si occupò del mio caso, di ricoverarmi presso una clinica romana, che vanta un’équipe cardiologica di primissimo ordine (di questa struttura sanitaria parlerò ancora più avanti). Solo in tal modo si poteva affrontare la ritenzione di liquidi, che ormai si era estesa ovunque, e in parte fuoriusciva dalle gambe. Infatti, furono tolti circa 17 litri di liquidi|. Il medico di famiglia non aveva consigliato nemmeno dei diuretici, che avrebbero potuto aiutare. Con grande competenza, i problemi furono affrontati e, inevitabilmente, rimasero degli strascichi: analisi continue e controlli frequenti. Anche in questo caso, i malesseri iniziarono con una bronchite, divenuta polmonite. Alcuni mesi fa, erano intervenute delle complicazioni: tosse persistente e sbalzi continui dell’INR (l’elemento che controlla la fluidità o addensamento del sangue – Bassa anticoagulazione, rischio trombonico, eccessiva anticoagulazione, rischio emorragico). Fu consigliata una radiografia toracica, che i medici ritennero fosse normale, poiché furono prescritti solo degli antibiotici. Poiché il fenomeno persisteva, fu richiesta anche una TAC toracica, eseguita ai primi di ottobre 2014. Anche in questo caso, né la lettura della diagnosi cartacea, né quella dei dischetti Cd Rom sembrarono destare sospetti ai vari medici ai quali furono mostrate: si trattava, invece, di una broncopolmonite. La grave situazione non venne affrontata, il tempo trascorreva, la tosse sempre presente e persistente. Intanto la situazione polmonare continuava ad aggravarsi. Nel frattempo, intervenne un’ulteriore complicazione: una flebite alla gamba sinistra. Il cardiologo, che segue il mio caso, mi consigliò una visita dell’angiologo, il quale prescrisse delle iniezioni di enoxaparina, ad alto dosaggio, oltre ad un anticoagulante piuttosto forte , asserendo che non avrebbe avuto effetti antitetici con quello che già assumevo per il cuore. Arriviamo così a Febbraio 2015 e si scatena il dramma . Dolori intercostali, mali di testa violenti e tosse costante. Ad ogni colpo interveniva anche l’emottisi. I medici di cui ho già fatto cenno, mi consigliarono di recarmi immediatamente al Pronto soccorso. Per fortuna non lo feci perché, con il caos che regna negli ospedali romani al Pronto soccorso, e prima che ne verificassero le cause sarei sicuramente collassata. Mi misi allora immediatamente in contatto con il cardiologo perché mi facesse ricoverare nella clinica di cui ho già parlato e nella quale, tre anni prima mi avevano ripreso per i capelli.
Sala operatoria
Ecco, dunque che possiamo spendere de parole a favore della Clinica Villa Tiberia – non credo si possa parlare di pubblicità, perché non c’è scopo di lucro. Questa struttura sanitaria romana dispone di un’équipe cardiologica eccellente, ma vi sono anche altri reparti di medicina generale. Accenno solo ad alcuni nomi, perché sono i sanitari che hanno preso a cuore il mio caso: Dr. Giuseppe Bruni, Dr. Antonio Spampinato e la pneumologa Dr.ssa Laura Torrelli. Anche il personale para-medico è stato molto efficiente. Per tre settimane hanno curato la broncopolmonite trascurata dall’ottobre scorso (che solo a Villa Tiberia hanno saputo individuare), disfunzione cardiaca ecc. Rivolgo i miei vivissimi ringraziamenti a tutti i medici che mi hanno seguito, per l’efficienza dimostrata.
Medici in corsia
Romanticamente, in me c’è sempre la figura del caro medico di famiglia “d’antan”, che scrutava profondamente il paziente e con un colpo d’occhio faceva diagnosi precise, senza l’assoluta necessità, come avviene ora, dell’intervento specialistico. Sicuramente la medicina ha fatto grandi passi in avanti tuttavia, secondo me, le tecnologie più moderne e sofisticate possono indurre in errori di interpretazione o di sottovalutazione. Con il caro medico di famiglia c’era anche una conoscenza più completa del paziente, l’aspetto umano e la simpatia che avevano un grande valore: parlo di quando la medicina era considerata una vera e propria missione. Ho avvertito l’impulso di descrivere un accadimento, forse anche incidentale, e anomalo. Mi ripeto e sostengo che le suddivisioni specialistiche attuali comportano non poche difficoltà. Credo sia venuto meno l’uso di interpretare con calma e pazienza le diagnosi cartacee: ormai si ricorre quasi esclusivamente ai sistemi telematici, CD Rom, indici vari, con i rischi cui ho accennato prima. Infine, e per fortuna, la Clinica Villa Tiberia mi ha tirato per i capelli per la seconda volta!
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d