LA DOMENICA DEL BOSCO

  Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF Le_nostre_ru_40633     B.D. WW     Giuseppe_40937  

Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF

     

Servizio_mil_43124

 

L’obbligo del servizio militare di leva, detto anche coscrizione obbligatoria di una classe (volgarmente naja), istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d’Italia e confermato con la nascita della Repubblica Italiana, è rimasto operativo per 144 anni, dal 1861 al 2005. L’obbligo è ancora vigente ma sostanzialmente inattivo dal 1° gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004 n° 226. Da tale data il reclutamento avviene esclusivamente tramite l’arruolamento volontario.

Prima di tale data, sebbene il periodo di naja poteva avere il suo lato buono nella educazione formativa dei giovani, molti di questi mal sopportavano il periodo di ferma obbligatoria e cercavano ogni scusa per evitare la naja.

Ce ne dà una palese dimostrazione l’amico Aquilafelice, Vanni per tutti gli amici, con questo raccontino che descrive il suo periodo di ferma obbligatoria.

Buona lettura e Buona Domenica per tutti

Giuseppe_59425

 

Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF 

 

La_mia_naja_47203di_Vanni_Put_47851

 

Era gennaio del ‘65 quando venni chiamato per svolgere il servizio militare, destinazione Trieste Fanteria Brigata Sassari. Per noi sardi è un grande onore far parte delle Forze Armate Italiane, nella Brigata Sassari, corpo specializzato che ha una storia e si è fatto onore in varie parti del mondo in difesa della pace. Io, giovane 21enne arrivai a Trieste, sorpreso di trovare tanto freddo, abituato com’ero al clima temperato della mia Sardegna.

 

Lapide ricordoLapide ricordo del legame di Trieste con la Brigata Sassari

Subito sottoposto a ritmi serrati e continuativi: La sveglia alle 5,30, lavarsi in fretta per essere pronti ad andare a stare in fila per quasi due ore per bere una sorta di acqua sporca che chiamavano caffè.

Poi ginnastica e subito dopo, a seguire, fase di addestramento. Sono sincero, ho sofferto molto ma orgoglioso di far parte di quel Corpo militare chiamato Brigata Sassari, ero felice ma mi mancava una cosa che mi tormentava tanto. In Sardegna avevo lasciato la ragazza della quale ero innamorato. Il mio tormento era quello di non poterla avere vicino, ne sentivo la mancanza in modo tanto forte da farmi star male. Cercai d’inventarle tutte, feci finta anche di svenire buttandomi per terra con la speranza che questo potesse far decidere i superiori a darmi una licenza: niente da fare, niente licenza, addestramento e basta! Passarono tre mesi e venni destinato a Peschiera del Garda. Ragazzo fortunato Vanny, lo mandarono a fare il corso di autista: al mattino a lezioni teoriche, pomeriggio scuola guida con i camion militari.

 

Scuola autieriScuola Autieri dell'Esercito Italiano

   

Autiere con il suo camion Autiere con il suo camion

Passarono altri tre mesi e licenza ancora niente, sempre lontano da casa, lontano da mia madre, disabile costretta in carrozzina; lontano dal mio amore mi faceva diventare sempre più triste. Ogni tanto ricevevo una lettera da mia sorella, scriveva poche righe ma dentro c’erano sempre 1000 lire. Non erano i soldi che volevo, desideravo rivedere i miei famigliari e la ragazza che era, allora, il mio grande amore. Ok il tempo passava, un giorno feci richiesta di una licenza che venne concessa. Ero contento di partire ma forse, proprio per la contentezza in quei giorni non avevo studiato abbastanza, venni interrogato e punito con la revoca della licenza. Non si poteva pretendere tanto da un ragazzo che aveva conseguito solo la terza elementare. Forse ero uno dei pochi fortunati a frequentare la scuola di motorizzazione, allievo autiere, tutto ok. Intanto arriva un altro trasferimento, questa volta destinazione Vicenza, zaino in spalla, prendo il treno ed eccomi a Vicenza. Mi presento in questa Caserma enorme, mi squadrano e mi dicono: “Lei non doveva venire qui, la sua destinazione è un’altra Caserma. Con un camioncino dell’Esercito mi accompagnano nella sede definitiva.

 

visita militare medicaVisita di leva: rilevamento misure altezza e circonferenza toracica

 

All’arrivo rimasi sbalordito e pensai che quella non era una caserma: erano quasi tutti civili e ufficiali, non potevo capire cosa fosse. Per me andava tutto bene, mi sistemo nel posto assegnatomi, letto zaino e accessori, tutto ok. Dopo un paio d’ore vengo chiamato a rapporto e mi spiegano quale era il mio compito: autista in accompagnamento col maresciallo per il rifornimento dei generi alimentari. Trascorre un altro mese e mi concedono una licenza breve per andare al mio paese a votare. Ero felice di riabbracciare mia madre e rivedere la ragazza amata ma come tutte le cose belle durano poco. Con la tristezza nell’animo e a malincuore partii per rientrare a Vicenza. Nel frattempo si era congedato l’autista del Generale, venni chiamato nuovamente a rapporto: questa volta non era uno qualsiasi di grado intermedio ma direttamente dal Generale. Tremavo come una foglia, lo salutai con uno scatto d’attenti e lui mi disse “Comodo, comodo” Mi propose di essere il suo autista e accettai, era un comando, non si poteva mica rifiutare: obbedire sempre! Per chi non lo sapesse la macchina del Generale è contrassegnata in avanti con una bandiera. Ero orgoglioso di me stesso, essere al servizio di un così alto Ufficiale non è cosa da tutti, ero il suo autista personale. Un giorno mentre lo accompagnavo a casa il Generale mi disse: “Senti, Putzolu, tu ora sei il mio autista, da domani metti il cappello d’alpino”. Non sapevo che dire, poi con voce tremante dissi, “Ma io sono della Brigata Sassari”. Lui rispose secco: “Io sono un Alpino, il mio autista deve mettere il capello d’alpino” Immaginate Vanny, piccolino e mingherlino come lo ero, col cappello d’alpino, non mi ci vedevo neanche, e sinceramente mi mancavano le mostrine bianche rosse della mia Brigata Sassari, alla quale continuavo a sentire la mia appartenenza, ma ero ugualmente felice: a Vicenza stavo bene, prendevo parecchi soldini, per il lavoro che svolgevo non mi mancava niente, ad essere sincero neanche le ragazze. Avevo il permesso di uscire e rientrare a qualsiasi ora, frequentavo allora una ragazza che avevo conosciuto, lei viveva da sola, a casa sua avevo i vestiti da borghese e quando uscivo con lei lasciavo la divisa a casa e vestivo da civile. Passarono i mesi e stavano per arrivare le festività natalizie, ormai era un anno che ero militare e avevo maturato il diritto alla licenza ordinaria, ben 12 giorni più il viaggio. Mi concedono la licenza, parto felicissimo ed è stato bello, purtroppo, però, come tutte le cose, arriva la fine e devo rientrare in Reparto.

Ero al mio paese, avevo riassaporato il piacere di stare a casa mia e di avere l’amato bene della mia ragazza vicino: non volevo più partire. Vanny ne inventa una delle sue: andai dal medico condotto in divisa, le dissi mi fa male il fianco destro lui mi guarda e mi dice: “Ma cosa ci fai qui da me, tu sei militare, devi andare al Distretto di Oristano”, che è la città capoluogo di Provincia della mia zona.

Sulla base di quanto avevo dichiarato sui miei dolori al fianco, il medico mi disse che poteva essere un’appendicite. In realtà io non avevo dolori, era solo che non volevo più partire. Andai al Distretto militare, incontro un Tenente medico che mi dice “dove le fa male?” Gli risposi “Qui” indicando con la mano ancora il mio fianco destro.

“Ok” mi disse, “appendice, domani vada a Cagliari, Ospedale Militare. Arrivai al capoluogo sardo il giorno successivo. Senza farmi alcuna visita né alcun controllo, mi ricoverano, e il giorno dopo l’Epifania mi operano di appendicite. Venni poi dimesso ed ero felicissimo perché avevo ottenuto un supplemento di licenza: altri 15 giorni da trascorrere a casa.

Non tutto però andò per il verso giusto: dopo un paio di giorni mi sentii veramente male. Il mio medico mi curava per influenza ma la mia era cosa ben più grave, mi era intervenuta l’anemia per scompenso tra globuli rossi e globuli bianchi. Stavo sempre più male e rischiavo di morire quando mio padre con un’auto privata presa a nolo, mi riporto a Cagliari perché sembrava che per me non c’era ormai più niente da fare. Il medico dell’Ospedale parla con mio padre e gli disse di tornare in paese per recuperare tutti i miei amici che volessero donare il sangue perché io avevo immediato bisogno di trasfusione sanguigna.

  Ospedale Militare e chiesa San Michele a Cagliair

Ospedale Militare e

Chiesa San Michele a Cagliari

 

Ne arrivarono una ventina tra amici e parenti, tutti generosissimi, e si assoggettarono alla donazione del loro sangue. Rimasi ancora per 40 giorni all’Ospedale Militare, poi con la convalescenza che mi era stata assegnata arrivai al termine del periodo di leva obbligatoria e, in pratica, ho terminato il servizio militare senza dover rientrare a Vicenza. Questa e un po’ la mia storia di buon militare della Repubblica Italiana, un periodo pieno di difficoltà e tribolazioni ma che è stato comunque bellissimo per me e ancora lo ricordo. Grazie.

 

Aquilafelice_54104    

Barra div.- fiorellini policr. colorati GIF 

Giovanni Marradi  - Free

https://www.youtube.com/watch?v=t9tvYdQVyPE&list=FLNSrLyPMe3ffjMLZJhkN44g&index</span>=7 


COMMENTI

  1. il 22 marzo, 2015 gabriella BZ dice:

    Bellissimo racconto aquilafelice, sempre pronto agli scherzi , ma alle volte la salute non vuole che tu la sotto valuti, visto come si fa presto ad immaginare per amore un appendicite e ritrovarsi poi sulla soglia della vita? Ma forse se non avessi combinato le tue marachelle non saresti un aquilafelice. Provo a immaginarti con la divisa Sassari e poi passare Alpino, solo autista ma pur sempre con il capello Sacro agli Alpini. In casa mia fino a che ero nel mio vecchio rione e c’era posto ,il capello di mio marito era sempre in mostra, quì ho dovuto piegarlo e riporlo tra i cimegli. Ciao che tu sia con la divisa Sassari o con quella di Alpino hai fatto il tuo dovere !!!

  2. il 22 marzo, 2015 gabriella BZ dice:

    Ciao aquilafelice, sono Gabriel, la nonna mi ha dato il permesso di leggere il tuo racconto, lo sai che ho visto la tua foto di Alpino? Tremavi mentre dovevi guidare per il Generale? Ciao a dopo

  3. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    grazie gabry credo che tu lo sapia e conosci vanny certe cose si fanno da giovani pur non sapendo che farsi operare x solo x amore di restare qualche giorno in piu in paese vedere e stare un po insieme con la ragazza che amavi eri disposto a tutto x amore si puo anche morire credimi lo rifarei ancora da sardo testone ma un buono il capello lo lasciato in consegna laltro alpino che mi a sostituito ma lui era un vero alpino io no brigata sassari e nel mio cuore grazie giuseppe giovanna ben tornata al tuo posto di combatimento pure voi siete degli eroi x noi che frecuentiamo questo meraviglioso bosco

  4. il 22 marzo, 2015 Giuseppe3.ca dice:

    Bravo Vanni, hai fatto il tuo dovere da buon cittadino italiano e di buon soldato. Lo hai fatto con l’orgoglio e l’onestà che distingue l’animo del sardo doc.- Alla fine però, l’amore per la tua terra e l’affetto per le persone care hanno avuto il sopravvento e pur di restare a casa ti sei sottoposto ad un intervento chirurgico non necessario, rischiando pure la vita. Fortuna che hai trovato tanta solidarietà da parte di amici e parenti. L’esercito ti ha dato modo di imparare un mestiere che ti è poi stato utile come professione nella vita. Sin da giovane hai dimostrato la tua grinta anche se con qualche eccesso ma siamo tutti orgogliosi di te. Grazie per averci dato questa occasione e non fermarti, prepara ancora qualcos’altro… sai che sono con te. Ciao.

  5. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    grazie Gabriel la nonna può essere ogogliosa di te e non solo, 6 un ragazzo meraviglio ti auguro tanta felicità se ci incontriamo ti prendo un cappello d’alpino e sarai orgoglioso pure tu di far parte degli alpini un abbraccio ciao

  6. il 22 marzo, 2015 giovanna3rm dice:

    Vanni, sei stato e credo tu lo sia ancora una vera birba!
    Che cosa non si fa per amore: denota comunque un carattere molto generoso e se ne deve essere orgogliosi, tutto sommato, pur correndo rischi.
    Grazie per il tuo racconto Vanni. Ti siamo tutti molto vicini. Un abbraccio,

  7. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    hahahahhah giovanna piu che birba direi uno che x amore le inventava tutte pur rischiando ma ce il proverbio che dice chi non rischia non rosica hahahah un abbraccio giovanna grazie

  8. il 22 marzo, 2015 Nembo dice:

    Un bel racconto di vita militare presentato da Vanni. Il periodo di servizio militare credo che nessuno lo dimentica, saranno ricordi indelebili di esperienza di vita, dalla visita medica, nell’aspettare la famosa “Cartolina” al famoso C.A.R e al giorno del giuramento dove si giura urlando “…Lo giuro” fedeltà alla Repubblica e poi giorno di festa con i vari parenti presenti sul piazzale della caserma, i vari picchetti, le guardie, le varie pompate a terra di fronte agli anziani detti -nonni- la tanto sospirata libera uscita, sono ricordi impressi nel cuore. Oggi il servizio militare è stato sospeso non abolito, è stato sospeso per mutate esigenze strategiche internazionali, per questo si suppone che oggi gli attuali militari sono dei professionisti e si accostino alle “Armi” con ben altro atteggiamento mentale di noi giovani che dovevamo farlo perchè obbligatorio, ora si fa anche per esigenze di concorsi per accedere poi nelle varie forze dell’ordine,vedasi denominazione VFP1 e altro. La mia generazione era di fatto ribelle,era il tempo dei figli dei fiori, degli hippy, delle varie manifestazioni in piazza. Allora veramente si aveva amore, disciplina, ordine, spirito di sacrificio e di corpo di appartenenza e altro ancora, tutto questo erano costituenti fondamentali per essere veramente un militare e uomo. Vanni come ho già accennnato un paio di settimane or sono in occasione del centenario della Brigata Sassari, sei stato in una grande e valorosa Brigata, allora ancora oggi -Avanti Paris- e, quanto ci vorrebbe ancora un pò di Naja per i nostri giovani!Buona Domenica

  9. il 22 marzo, 2015 Giuseppe3.ca dice:

    Parole di grande contenuto civile e morale le tue, Nembo, condivido pienamente perché sono parole che trovano tutta l’approvazione delle persone ben pensanti che ancora esistono. Un saluto.

  10. il 22 marzo, 2015 franco muzzioli dice:

    Sono contento che qualcuno abbia fatto il militare e che ne conservi un buon ricordo “nonostante tutto”!
    Io ero “nipote unico di nonna vedova ultrasessantacinquenne e con sole figlie femmine ” e me lo sono FELICEMENTE schivato.
    Un mio compagno di scuola , meno fortunato ,ci ha lasciato le penne.
    Sono lieto che sia diventata una scelta volontaria perchè il militare di oggi non può essere che uno specializzato ,quindi firmaiolo.
    Sarei invece per un servizio CIVILE al compimento del diciottesimo anno sia per maschi che per femmine.

  11. il 22 marzo, 2015 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie Giovanna, ancora una volta ci hai dato un video di grande distensione e deliziosa musica. Riesci a rendere sempre più luminoso il nostro Bosco incantato. Ciao.

  12. il 22 marzo, 2015 gianna dice:

    Bravo Vanni, bello il tuo racconto, il servizio Militare allora era importante, partivi rafazzo e imparavi molte cose e tornavi uomo avevi un bagagli di esperienza fatto con altri militari (la Naia) allora serviva Vanni, hai fatto il tuo dovere con onesta’ e orgoglio da buon Sardo,ma come tutti sei partito lasciando la tua famiglia, tua madre in una carozzina,è il tuo amare di fidanzata,molto dura questa vita per Vanni, arrivato a destinazione Trieste, il freddo ti penetrava nelle ossa,abituato ad un clima sempre caldo la tua Sardegna,le abitudini al servizio militare dovevi modicarle,ma dopo poco tempo sei stato riconosciuto ,della Fanteria Brigata Sassari,un vero Alpino, ma dopo poco cominciavi avere dei disturbi e chiedevi subito una licenza,non sei stato fortunato dovevano vedere che disturbi erano, allora sei stato portato all’ospedale di Sassari, la diagnosi era una appendicite,ma Vanni non voleva essere operato voleva stare con la sua ragazza, il tempo passava e la situazione peggiorava, un periodo molto pericoloso se non faceva l’intervento,ma il padre riusci a convincerlo,dopo Operato i medici chiedevo di trovare amici per poterle fare delle trasfusioni molto urgenti per la sua salute e cosi fù ripartiva dopo una lunga convalescenza ma cambiavano spesso citta,da Trieste, al Garda, poi Vicenza,fece un corso di autista per guidare i camion militari, un Generale le disse tu sarai il mio autista,Vanni si sentiva un uomo importante, ma quel servizio le fu utilissimo per quando tornò a casa,queste storia di vita mai potrai dimenticarla rimane nella tua mente, domani la racconterai ai tuoi nipoti con orgoglio (Nonno Vanni era un Alpino della Brigata Sassari). ringrazio Giuseppe 3,per come specifica i racconti di ogni genere chiaro come sempre. a Giovanna3, per i suoi video e musica, per foto veramente belle e per la sua presenza velocemente attiva ,sei Unica Gio* grazie il bosco ora è fiorito, ciaoo…

  13. il 22 marzo, 2015 sandra vi dice:

    E’ bello la domenica sapere di trovare nel blog del “BOSCO”qualcosa di nuovo e simpaticamente interessante.Ma questa volta e’ stata una vera sorpresa !Bravissimo Aquila ,bellissimo il racconto delle tue esperienze vissute nella “Naja”,dalle quali salta fuori tutta la tua prorompente personalità.
    ,sempre pronta a trovare il mezzo per raggiungere l’obbiettivo che ti sei fissato.Solo che questa volta avrebbe potuto costarti cara ‘inguaribile ,ma sempre caro amico.Un ben tornata a Giovanna col suo bellissimo video di MARRADI

  14. il 22 marzo, 2015 edis.maria dice:

    Aquilafelice oggi ci hai voluto deliziare con un tuo ricordo di vita vissuta,nel quali ricordi la tua naja, gioia, tristezza, entusiasmo e gioventù. Giovanna che bel video hai scelto con le tue ricerche accurate! Bentornata tra di noi!

  15. il 22 marzo, 2015 francesco75 dice:

    Bellissima descrizione. Mi hai fatto ricordare il periodo del militare. Stesse situazioni: l’addestramento, la lontananza dalla famiglia e dalla ragazza, le mille lire piegate all’nterno delle lettere, il desiderio di ritornare in famiglia, ma anche l’attaccamento al reparto di appartenenza.
    Ero nelle trasmissioni e quelle mostrine, che conservo ancora, davano anche a me un senso di apparteneza e di attaccamento indescrivibile. Un finale di servizio militare un po’ burrascoso, ma superato per fortuna.
    Ciao Alpino con le mostrine bianco/rosse sempre nel cuore.

  16. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    dolcissima GIANNA grazie del comento vanny era gia uomo prima che partissi soto naja lo sono diventato ancor di piu con tanta sperienza non lo sono mai stato malato x me era tutta una finta pur di otenere una licenza anche se dopo era tutta realta lo facevo x amore amavo era grande il mio amore ma il rischio e stato tanto ma poi ala fine lamore e finito tornando a bg ce stato unaltro amore che oggi si chiama ancora susy grazie gianna

  17. il 22 marzo, 2015 nadia rm dice:

    la vita militare l’ho vissuta e la vivo ancora in seconda persona.è una vita fatta di sacrifici e di rinunce, pero’ insegnava ai giovani il rispetto, la cooperazione e lo stare al mondo. ora non esiste piu’ nemmeno quella.e tu Aquila, hai voluto suonare ma sei stato suonato, ti sei fatto persino operare mannaggia a te e hai addirittura rischiato la vita.

  18. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    francomucioli tu x lepoca eri uno fortunato ma posso garantire che anche x te sarebe stato un bel ricordo come lo e oggi x me grazie

  19. il 22 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    amico nembo tu puoi racontare molto del servizio militare facendo parte di loro solo chi era sotto naja in cuel periodo sa cosa voleva dire obedire sempre ai superiori anche se avevi ragione dovevi empre rispondere signor SI HAHAHA BEI TEMPI grazie nembo

  20. il 23 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    ciao e grazie edis maria si la naja x me si puo dire che mi a fato uomo ho soferto molto ma anche beneficio ho avuto fortuna mi a dato sperienza e se vogliamo dirlo anche un mestiere x ho svolto x 36 anni dopo il mio congedo
    grazie

  21. il 23 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    grazie nadia si tutto cio che scivi e vero io volevo fare il furbo ma lo facevo x amore ma pultropo ho pagato a caro prezzo far finta di avere dolori x farmi operare dapendicite ma e andata male x amore si fanno tante cose io lo fato e lo farei ancora poi sono sempre stato un bravo soldato e orgoglioso di me un ragazzo di paese senza nessun titolo di studio sono passato avanti a tanti

  22. il 23 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    grazie franco 75 sono felice che la mia storia ti sia piaciuta lo ricordi bene pure tu la vita da militare recluta burba spina e tante altre cose ma sapevammo che pure noi diventavamo nonni questa era la trafila da soldato anche dove apartenevi tu trasmissioni un bel corpo orgoglioso di fare il telefonista ,ai consevato le tue mostrine da trasmetitore bel ricordo oggi piu nessuno sa cosa vuol dire fare parte delle forze armate pecato x certi giovani di oggi un po di rigore non farebe male grazie franco

  23. il 23 marzo, 2015 lucia1.tr dice:

    Bel racconto, un tuffo nel passato quando la vita ci sorrideva e ci si accontentava di poco. Rileggendo queste righe ho rivissuto, con un pizzico di commozione, un periodo della mia vita, quando nei primi anni sessanta, il mio ragazzo partì per il militare, periodo lungo allora e distante da casa, si cercava sempre di trovare una scusa per tornare a casa. Oggi si ripensa con nostalgia al
    passato, il tempo lascia impressi i momenti più belli; le amicizie, i luoghi, la condivisone con di tanti momenti di difficoltà con persone diverse, è bello trovare questi racconti ci fanno sentire meno soli, grazie Vanny!

  24. il 23 marzo, 2015 mario 33 nasì dice:

    col passare del tempo anche i ricordi piu brutti diventano bei ri cordi .Hai sposata poi quella ragazza? ciao

  25. il 23 marzo, 2015 Anna B. dice:

    Bel racconto Vanny, con tanti dettagli, ricordi di una primavera passata, che sboccia nei tuoi ricordi.Grazie per averli condivisi con noi.

  26. il 24 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    caro mario 33 no non ho sposato quela ragazza xche finito militare sono andato in germani x un anno poi tornato a bergamo conosciuto altra ragazza in cui lo sposata e vivo felicemente con lei da 46 anni mi a dato tre figli e sono felice cosi grazie mario

  27. il 24 marzo, 2015 aquilafelice44 dice:

    cara anna B si bei ricordi che mi porto dietro fino alla morte poi ero orgoglioso di me ho svolto il mio lavoro da vero soldato anche se ho comesso cualche marachella ma faceva parte x lmore x una ragazza e anche xche 6 giovane non pensi mai a cosa potrebe sucedere mi e andata bene sono qui con voi grazie a giovanna e giuseppe che mi soportano hahahhha ciaoooooooo

  28. il 24 marzo, 2015 robertadegliangeli dice:

    Grazie Aqui del tuo racconto una piccola pillola della tua vita. E poi mi dicevi che la mia Vicenza ti piaceva….. non vedevi l’ora di tornare dalla morosa. Pensare che dicevi che ero IO…… Invece per poco una piccola menzogna ti costa la vita, ma Aqui e forte e nulla lo ferma. Ancora grazie carissimo amico un abbraccio grande.


LASCIA UN PENSIERO


Inserite il vostro commento.
I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE