LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 23 Maggio 2015 | 70 commenti- commenta anche tu!
Due brevi inserti, uno mio e l’altro di Nembo, per ricordare nel nostro amato Bosco il centenario di un grande evento storico.
Cadeva di Domenica anche il 24 maggio 1915, cento anni fa, quando l’Italia inviò la dichiarazione di guerra all’Austria/Ungheria.
Accampamenti provvisori in attesa dell'ordine di attacco
Una guerra di trincea, accampamenti provvisori in continui spostamenti, filo spinato, buche per terra, fossi, fango, neve, canaloni scavati con vanga e picconi e la forza delle braccia umane, guerra di bombe a mano, mitragliatrici, pezzi d’artiglieria, fucilate di cecchini, assalti alla baionetta per la conquista di lembi di territorio in zone impervie, attraversate da fiumi che segnavano confini.
Nel vivo di una battaglia di trincea
Le battaglie ebbero inizialmente fasi alterne in una guerra che gradualmente assunse dimensioni mondiali coinvolgendo tutte le forze belliche di terra, del mare e dell’aria.
Ponte di barche sull'Isonzo
Per la prima volta artigianali velivoli a elica vengono attrezzati per la ricognizione, per i combattimenti in volo e lancio di bombe dall'alto.

Combattimenti tra aerei nemici: l'abbattimento di un velivolo comportava anche la morte del pilota
Sommergibili e unità navali di superficie sono impegnate nei combattimenti in mare.
Unità navali da guerra
Mobilitazione generale, eravamo in guerra contro l’Austria. In tutte le Regioni italiane si procedeva all’arruolamento di studenti, lavoratori della terra e dell’industria, cittadini di qualsiasi ceto sociale, venivano inquadrati e, dopo un breve addestramento, inviati nei fronti di combattimento per difendere la Patria.
Tanti uomini staccati dai loro affetti familiari e inviati a combattere per una guerra che non capivano e in tanti non sarebbero più tornati.
L'annuncio sulla stampa dell'epoca
Ma la guerra non si combatteva solo al fronte. La popolazione viene sottoposta al razionamento dei generi alimentari, la produzione industriale viene convertita per fini bellici, i raccolti agricoli sono destinati alle forze armate.
La popolazione conosce il duro volto della guerra, l’ansia per i familiari al fronte, i lutti e le privazioni ma riesce a dare prova di grande senso civico collaborando allo sforzo bellico e dando dimostrazione di grande generosità, impegnandosi nel sostegno delle vedove e degli orfani dei caduti in guerra nonché di reduci e mutilati.
Ambulatorio da campo per i primi soccorsi ai feriti
I Comitati di Beneficenza sorti spontaneamente vengono successivamente istituzionalizzati riconoscendone la grande utilità davanti all’aumentare delle necessità della popolazione.
Sfollamento dei civili dalle zone di guerra
Nei posti di lavoro si avvia l’assunzione degli “avventizi” in sostituzione degli uomini validi richiamati alle armi.
Grande importanza ha avuto in tale occasione il massiccio intervento delle donne nelle attività del mondo del lavoro.
Le perdite militari nella Prima Guerra Mondiale registrano per l’Italia oltre 651 mila morti, 947 mila feriti e 600 mila prigionieri o dispersi. Cifre spaventose.
Il dolore di fronte alla morte
Tanti atti eroici e tanti eroi molti dei quali rimasti ignoti al punto che non si riuscirebbe a menzionarli tutti: ne vogliamo ricordare due:
Cesare Battisti, trentino, che alla vigilia della guerra andò in giro per l’Italia e arrivò anche in Sardegna, accolto trionfalmente e caldamente applaudito per i suoi trascinanti discorsi interventisti mirati alla liberazione dei territori italiani ancora sotto dominio austriaco. Solo un anno dopo, catturato dagli austriaci, fu processato e giustiziato per “tradimento”, Per noi resta un eroe italiano.
Raimondo Scintu, valoroso appartenente alla “Brigata Sassari”, semplice caporale è ricordato per aver catturato, con pochi eroici compagni, in una avventurosa azione sulla Bainsizza, ben 55 austriaci tra militari e ufficiali, restando ferito egli stesso al fianco sinistro da un colpo di pistola di un Ufficiale ma portando a termine l’azione. Gli venne attribuita sul campo la promozione ad Aiutante di Battaglia ed assegnata, in seguito, la Medaglia d’Oro al valor militare.
24 Maggio 1915, quando il Piave mormorò… questo fiume è sacro alla Patria, sul Piave si saldò finalmente l’unità Nazionale e per un’intera generazione se ne parlò ricordando i giovanissimi ragazzi del ’99, soldati di leva.
Oggi 24 Maggio 2015 si celebra il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale 24 Maggio 1915. Conflitto conosciuto anche con il nome guerra italo-austriaca.
Caduti in trincea
Uno dei momenti che ha maggiormente segnato la vita del paese e dei suoi cittadini, è stata una carneficina che sconvolse il mondo cambiando il destino, una guerra che ha coinvolto tutti i Continenti con conseguenze disastrose il tutto fino all’11 Novembre 1918. Il tutto iniziò con una scintilla il 28 Giugno 1914 a Sarajevo per un attentato di matrice estremista nei confronti all’erede al trono d’Austria.
Marce forzate su instabili passerelle
Così, il 28 Luglio 1914 iniziò la prima guerra mondiale. L’Italia con le sue truppe comandate dal generale Luigi Cadorna si impegnava ad entrare nel conflitto un mese dopo il “Patto di Londra” il 24 Maggio 1915. Questa grande guerra segnò la fine di un lungo periodo di pace detto anche “Belle Epoque”. La stima del numero totale delle vittime di questo conflitto è molto, molto alto si parla di milioni di persone tra militari e civili, le cifre sono sempre oggetto di brutture di questi eventi politici che hanno portato sangue, morte e distruzione. L’umanità deve mettere fine a tutte le guerre, o le guerre metteranno fine all’umanità.
Il valido apporto dell'Arma dei Carabinieri nelle azioni di coordinamento e di guerra
La commemorazione di questo giorno deve continuare ad interrogare la coscienza di ognuno di noi, e il pensiero va a tutti gli uomini, donne, soldati, gente comune, che vissero al tempo del conflitto, che li ha travolti, che ha modificato radicalmente le loro vite con sacrifici sofferenze. L’esempio dei nostri caduti, morti per ideali e senso del dovere, ci hanno dato un futuro e noi tutti, dobbiamo riaffermare con forza sempre questi valori ereditati con dei principi inviolabili dalla nostra bandiera, al nostro inno, alla nostra democrazia e costituzione. Onore, dunque, ai caduti, ai nostri caduti. R.I.P.
W L’Italia.








