Siamo ormai inesorabilmente destinati verso una Europa multietnica con l’inarrestabile proseguire della migrazione degli extracomunitari destinati a distribuirsi un tutta l’Europa. È una vera invasione già in atto e non sarà indolore: se ne vedono già quotidianamente gli effetti purtroppo negativi.
Unione europea
I nostri giovani oggi si muovono in tutta l’Europa e sono consapevoli che ormai devono conoscere almeno due/tre lingue, il lavoro non si trova sotto casa e si deve andare a cercarlo lontano consapevoli di dover essere ben preparati e pronti a superare competizioni sempre più esasperate.
Sardegna Punica
Sardegna oggi
Ma come eravamo prima della realtà europea di oggi?
Una prima trasformazione linguistica l’abbiamo avuta con la realizzazione dell’unità d’Italia che portò ad imporre l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole di tutto il territorio del Regno e l’utilizzo della stessa negli atti ufficiali e nello scambio della corrispondenza con uffici ed enti di stato.
L’uso della lingua nazionale fu imposta dove prima imperavano gli innumerevoli dialetti locali che via, via andavano perdendosi, almeno in parte, ma che oggi, in una maggiore consapevolezza culturale si sta cercando di recuperare.
Posso fare un breve cenno sulla situazione della Sardegna i cui aspetti linguistici sono molto vari e risultano frazionati in quattro gruppi dialettali:
Logudorese;
Nuorese-Barbaricino;
Campidanese;
Gallurese.
Scalinata Bastione S.Remy - Cagliari
Università di Sassari
I primi tre costituiscono l’essenza della lingua sarda mentre il gallurese è il risultato della immigrazione delle genti corse nel nord Sardegna.
A questi si aggiungono il dialetto di Sassari, risultante dalla fusione della base sardo/logudorese con apporti linguistici italiani e quello di Alghero assai vicino al Catalano, conseguente al periodo della dominazione spagnola in Sardegna. Infine nelle isole di San Pietro (Carloforte) e di Sant’Antioco (Calasetta) si parla il dialetto ligure, conseguente, appunto, all’insediamento di pescatori originari di Pegli (frazione di Genova) che erano tenuti in schiavitù a Tabarka, in Tunisia, e che erano stati liberati al tempo di Carlo Emanuele III e trasferiti in tali isolette del sud-ovest della Sardegna. La cittadina di Carloforte fu così chiamata proprio in onore del Sabaudo Re di Sardegna
Casa di Grazia Deledda
Nel comprensorio di Arborea, in provincia di Oristano, si parla, invece, il dialetto veneto a seguito del trasferimento nella zona di coloni veneti avvenuto durante il periodo fascista del secolo scorso.
Bronzetto sardo: navicella nuragica
Pur nelle sue variazioni locali territoriali è affermato che il sardo è una lingua che deriva dal latino al pari dell’italiano, del francese, dello spagnolo e del rumeno.
A differenza di queste ultime, però, la lingua sarda si mantiene straordinariamente fedele al latino, denotando la tendenza conservatrice della cultura tradizionale sarda.
Anche se molti ceppi etimologici risalgono al periodo dei Shardana, è difficile risalire alla lingua sarda nuragica in quanto i dialetti sopra descritti che costituiscono l’essenza della lingua sarda risentono anch’essi dell'influenza delle diverse popolazioni che sono arrivate nel tempo sull'isola.
Gli studiosi affermano di trovare nella lingua sarda alcuni termini di origine Fenicia e Cartaginese ma in qualche caso anche di origine ellenica conseguenti all’insediamento di alcune colonie greche, soprattutto sulla costa nord-orientale, tra queste probabilmente Olbia.
Bronzetto sardo: Guerriero nuragico
L'influenza del latino genera “Sa limba sarda”, che ancor oggi costituisce la principale lingua romanza. Agli inizi dell'occupazione romana nell'isola si parlavano tre idiomi: punico, sardo, latino. Quest'ultimo si diffuse in breve tempo nelle zone costiere e nelle città, mentre nelle zone interne la diffusione incontrò notevoli ostacoli, poiché in quei luoghi si continuò a parlare il sardo.
Costruzioni nuragiche in Sardegna
Alla luce di questa piccola storia della evoluzione degli idiomi nella Sardegna, mi pongo la domanda, come saremo tra 50 o 100 anni in Europa? Noi non ci saremo ma la rivoluzione avanza e continua: come vivranno i nostri posteri in una società multietnica ormai integrata?
PASSA IL TEMPO....
Le lancette della vita ... scorrono nella perfetta sincronizzazione dei secondi....
e ad ogni movimento del tempo....nulla sara mai come prima....
E anche se non potrò vederti, parlarti, ascoltarti ....in questo presente....
Ti vedrò , ti parlerò, ti ascolterò nei secondi di tempo che ho fermato nel mio cuore.....
m.d