LA DOMENICA DEL BOSCO
Scritto da Giuseppe il 25 Luglio 2015 | 28 commenti- commenta anche tu!
Una domanda che l’uomo di tutti i tempi si è posto e l’uomo moderno si pone ancora oggi senza avere una risposta certa e precisa.
Era una fortezza, un baluardo difensivo, un’abitazione, una tomba, un tempio? Forse era tutto questo ed altro ancora.
Non essendoci alcun documento scritto che possa avvalorare una risposta certa, gli studiosi si basano sui reperti archeologici e sulle etimologie o assonanze fonetiche dei nomi tramandati da padre in figlio ed arrivate fino a noi magari con scritti e documenti stilati in epoche più recenti.
Costruzione nuragica complessa
Oggi si è giunti comunque alla conclusione che molto probabilmente, in origine, sono stati edificati come tombe, poi diventati centri di culto e quindi divenuti veri e propri templi per la commemorazione dei morti, di eroi-antenati e per l’adorazione delle divinità di allora, in particolare la Luna e la Dea Madre della quale sono state ritrovate numerose testimonianze nei bronzetti nuragici dell’epoca. Su questa versione concordano la maggior parte degli esperti di storia nuragica della Sardegna.
Millenni ci separano dalla civiltà nuragica situata a cavallo tra l’età del bronzo e l’età del ferro, all’incirca dal 1800 al 1000 avanti Cristo.
Oggi sono presenti in Sardegna quasi ottomila nuraghi ma si presume che in origine il numero superava la ragguardevole cifra di oltre ventimila.
Museo dei reperti archeologici
È probabile che in certi casi i nuraghi potessero essere utili anche come sede abitativa ma la maggior parte delle abitazioni di allora erano costituite in prevalenza da provvisorie capanne di frasche in particolare per le tribù nomadi dedite alla cura degli armenti ovini e bovini, in continuo spostamento per la ricerca di nuovi pascoli mentre altro tipo di costruzione mista di sassi e frasche veniva invece utilizzata come residenza abitativa dalle comunità stanziali dedite all’agricoltura.
Capanne tipiche costruite con base in pietra e copertura di frasche
Altra attività molto diffusa per i nuragici era sicuramente la caccia che poteva dare frutti immediati e concreti superiori forse alla stessa agricoltura realizzata con metodi primitivi. I cacciatori nuragici usavano probabilmente sia l’uno che l’altro tipo di abitazione non escludendo quindi l’utilizzo di una grotta naturale o un nuraghe isolato come riparo provvisorio in preparazione delle battute di caccia che avevano inizio quasi sempre allo spuntar del sole.
Bronzetti raffiguranti guerrieri nuragici
La selvaggina in terra sarda è stata sempre abbondante, non mancavano cinghiali, cervi, mufloni ed altri animali di piccola taglia, volpi, lepri, conigli oltre ad una infinita varietà di volatili.
È noto che fino ad oltre la metà del secolo scorso molti appassionati cacciatori del continente venivano in Sardegna proprio per organizzare battute di caccia alla fauna sarda. Ora si è riusciti a distruggere tutto al punto che si è dovuto ricorrere all’adozione di severe disposizioni a protezione delle specie animali in via di estinzione, non escludendo il reinserimento ambientale di alcune specie.
Bronzetto di guerriero nuragico e Arciere nuragico













