Archive for febbraio 4th, 2016

CARNEVALE NEL BOSCO

Quest'anno la Pasqua arriva presto, il 27 marzo, e abbiamo quindi un Carnevale corto. Oggi è Giovedì grasso e non potevamo lasciarlo trascorrere senza ricordare le maschere. Ripropongo pertanto un post preparato qualche anno fa dalla nostra insostituibile Sabrina. Grazie Sco, Buon Carnevale per tutti.

  Nomi - Giuseppe 2     car (2)  

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La festa de las Fallas

C'è un momento in cui la vita a Valencia cambia radicalmente. Non sono le stesse persone quelle che si vedono in giro: sono di più, ma alcune anche mancano. Le abitudini cambiano, subentrano appuntamenti inediti nel resto dell'anno, gli orari subiscono un ulteriore slittamento e i ritmi lavorativi si riducono all'osso.

spagna (20)

La Falla del Mercado Central

spagna (14)Non è un'esagerazione: le tradizioni fallere hanno un forte influsso sulla vita dei valenciani, ma quando arriva il periodo della festa, tradizionalmente dal 15 al 19 di marzo, la città si trasforma. E come tutto quello che è netto e dirompente, non può che scatenare reazioni forti. I valenciani si dividono in due categorie: quelli di spiccata fede fallera, che trovano massima realizzazione nei giorni della festa, e quelli che invece non se la vivono per niente e che in quel periodo preferiscono andarsene, anche perché continuare il proprio stile di vita è pressoché impossibile. A questi si aggiungono i turisti, ovviamente attratti da tutte le particolarità che la festa offre.

Mascletá: Innanzi tutto le esplosioni, parte integrante della cultura valenciana durante tutto l'anno, trovano massima realizzazionespagna (26) durante Las Fallas. La Mascletá sancisce la metà della giornata, alle 2 del pomeriggio, e non può rimanere inosservata. Si tratta di esplosioni ufficialmente organizzate in una piazza del centro che risuonano in tutto il territorio cittadino, facendo credere a chi non ne fosse abituato di essere in guerra. La sera rigorosamente fuochi artificiali, mentre durante il giorno, e ancor di più nelle ore notturne, ogni valenciano fallero si sente autorizzato a lanciare petardi per le strade, dal nonno in giro col nipote al gruppo di ragazzetti usciti da scuola. Una Falla, letteralmente, è un piccolo gruppo di case, una contrada potremmo dire; in tutta la provincia ce n'è qualche spagna (7)centinaio. Ognuna di queste Fallas si concentra intorno a un Casal Fallero, un edificio pubblico dove le genti della Falla si possono riunire per organizzare gli eventi e soprattutto per divertirsi, cosa che succede durante tutto l'anno. Ognuno di questi gruppi prepara una statua allegorica, che prende indirettamente anch'essa il nome di Falla, rappresentante uno spaccato della vita cittadina. Le statue di ogni gruppo sono in competizione tra loro: alla fine della festa sarà eletta quella vincitrice. La rivalità è così accesa che vengono organizzati turni di sorveglianza notturni intorno a quelle più importanti. La notte finale però, oltre a decretare il vincitore, vede il suo culmine nel momento più spettacolare: la Cremà. Il rapporto col fuoco nelle terre valenciane è molto forte, e testimonianza ne sia l'ultimo passo della festa de Las Fallas, quando queste statue vengono date alle fiamme, generando uno spettacolo di grande impatto e fascino.

Suggerito da : UGO-ES

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Girotondo delle mascherine

Girotondo, girotondo,

noi giriamo tutto il mondo.mas-glitter_1

C'è Gianduia e Meneghino,

Pulcinella e Arlecchino.

C'è Brighella e Pantalone,

Meo Patacca e Balanzone,

Beppe Nappa siciliano,

Stenterello che è toscano...

Girotondo, girotondo,

noi viaggiam per tutto il mondo,

e con noi portiam la gioia

che è nemica della noia.

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Viva viva il Carnevale

76n6e87rViva viva il Carnevale,

che l' allegria sa portare

tanti scherzi birichini

che san fare i più piccini

tante maschere e damine

ci fan ritornare assai bambini

tante luci, coriandoli e confetti

per sorridere sui nostri difetti,

tutto è riso e sai perchè...

perchè come il Carnevale

alcuna festa c'è.

Viva viva il Carnevale

che la gioia sa portare.

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Il carnevale di Misterbianco è uno dei più affascinanti e coinvolgenti dell'intera Sicilia e l'ultima tradizione, quella trentennale dei «costumi più belli di Sicilia».Si caratterizza soprattutto per l'alta fattura dei circa 1000 splendidi vestiti da esibire, tutti indossati da "comparse indigene". car (13)Momento tipico del carnevale misterbianchese era quello legato alle "comari": il giovedì antecedente quello "grasso" (detto appunto "delle comari"): le donne dei vari quartieri si riunivano di pomeriggio per chiacchierare, "cuttigghiari" (letteralmente, stare in cortile) e mangiare insieme. La sera, indossando il "domino" (costume tipico che le rendeva assolutamente irriconoscibili), usavano uscire in piazza per il tradizionale ballo di carnevale. Quella era l'occasione per conoscere meglio gli uomini, rimanendo nell'anonimato, e chissà... prender marito. Dal domino ai costumi più belli di Sicilia il passo è stato lungo e laborioso.

Negli anni Settanta qualche sparuto gruppo cominciò a meglio organizzare le "maschere" e farle spostare nei diversi quartieri. I contadini, quindi, lasciarono presto il passo a scatenati ballerini e alle prime donne che sostituivano, finalmente, gli orribili travestimenti degli uomini/donna. I carretti venivano sostituiti dai carri scenografici corredati di luci e musica brasiliana. Si dava così vita a quelle che oggi sono diventate delle vere e proprie parate di carri straordinari e costumi sfavillanti.

Dopo un periodo di decadenza e oblìo, durato circa dieci anni, nel 1995 l'attuale Amministrazione Comunale ha provveduto ad approntare un apposito regolamento che ha permesso ai vari gruppi spontanei di costituirsi in associazioni culturali ed usufruire così di un apposito  contributo. La somma viene determinata dal progetto presentato da ogni associazione entro il 30 settembre di ogni anno (valutato da car (19)un'apposita commissione tecnica) e dal numero dei partecipanti iscritti a sfilare. E' inutile dire che tra le varie associazioni vige una bonaria rivalità che ha il suo culmine massimo nelle sere delle tre sfilate, (domenica antecedente il carnevale e poi domenica e martedì di carnevale) e soprattutto la notte tra martedì grasso e mercoledì delle ceneri, momento in cui viene letto il responso della giuria che dichiara il gruppo vincitore. La giurìa valuta i costumi, i carri scenografici, gli effetti luce e le coreografie. Assegna inoltre premi alle maschere più belle in assoluto (uomo e donna) e a quelle più bizzarre. Uno speciale premio viene infine assegnato alla colonna sonora più interessante.

In questi anni non sono mancati i "personaggi", i "capi popolo", coloro che con carisma e determinazione sono stati la guida dei gruppi più numerosi e meglio organizzati. Doveroso è ricordare Turi Giuffrida, inteso "Campanazza", scomparso nel 1996, che è stato il vero artefice delle edizioni più interessanti degli anni '80. Ma non possiamo dimenticare il suo più acerrimo rivale, Nino Marchese,  inteso "U sbirru", che ha introdotto per primo la cura particolare ai costumi e ai dettagli degli accessori.

Il circuito, di circa due chilometri, si snoda all'interno del centro storico di Misterbianco. I gruppi preparano intensamente, per circa tre mesi, le sfilate, curandone i dettagli ed ogni particolare. Sarte, costumiste, truccatrici, acconciatrici e comparse si incontrano, quasi ogni sera, nelle sedi delle associazioni. Scenografi, disegnatori, fabbri, carpentieri, elettricisti, fonici e operai improvvisati, invece, danno vita per l'occasione a dei veri e propri cantieri attrezzati di tutto. Sono centinaia i cittadini che per pura passione impegnano buona parte dell'anno a ideare, progettare e poi realizzare quello che in tre giorni diventa lo "spettacolo di Misterbianco".

Suggerito da :Giovanna e Sabrina

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Viva i coriandoli di Carnevale

Viva i coriandoli di Carnevale,pierrot2

bombe di carta che non fan male!

Van per le strade in gaia compagnia

i guerrieri dell'allegria:

si sparano in faccia risate

scacciapensieri,

si fanno prigionieri

con le stelle filanti colorate.

Non servono infermieri

perchè i feriti guariscono

con una caramella.

Guida l'assalto, a passo di tarantella,

il generale in capo Pulcinella.

Cessata la battaglia, tutti a nanna.

Sul guanciale

spicca come una medaglia

un coriandolo di Carnevale.

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Carnevale

Il Carnevale è arrivato

e un bel sorriso ci ha donato1597980f9omafr1ur

tanti scherzi assai carini

ci fan tornare tutti bambini,

maschere e lustrini

ci fan dimenticare tutti i casini,

tanti sorrisi a perdifiato

a ricordar che il Carnevale

è appena arrivato.

Tante maschere e damine

a regal un sogno

a grandi e piccini.

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1 (4)“Sa Sartiglia”, immancabile appuntamento annuale per il carnevale di Oristano, ma non solo. E` una delle manifestazioni più spettacolari e coreografiche della Sardegna, insieme a: “I Candelieri” e la “Cavalcata Sarda” a Sassari, la “Sagra del Redentore” a Nuoro e la sagra di “Sant’Efisio”  del 1° maggio a Cagliari che raccoglie in sfilata tutti i costumi dell’isola.

Sono tutte manifestazioni legate ad eventi storici e religiosi insieme ma soprattutto di grande valenza culturale e di importanza turistica non indifferente.

La Sartiglia, in particolare, mantiene viva la passione per il cavallo ed ha un profondo ed immutato sentimento verso la tradizione. Ne fanno parte due Gremi (grembo o corpo di artisti), quello dei Falegnami e dei Contadini ed è particolarmente suggestiva la cerimonia della vestizione de “Su Compoidori” che si effettua prima della giostra. Molto esplicita la sintesi riportata, qualche anno fa, su una rivista turistica della Regione Autonoma della Sardegna:

SA SARTIGLIA, LA STORIA CORRE A CAVALLO

I tamburi rullano incessantemente, quando il cavaliere che indossa la maschera impugna la spada e, tenendola dritta davanti a sé, si leva in piedi sulla sella, mentre 1 (19)il cavallo sfreccia al galoppo sfrenato. Subito dopo il boato del pubblico accompagna la punta della spada con la quale “Su Compoidori” infilza la stella.

Questa è “Sa Sartiglia” , una delle poche giostre cavalleresche che si svolgono ancora in Europa, di antichissima tradizione e grande consapevolezza culturale. Comparsa in epoca Giudicale come diversivo per placare le sanguinose faide che si consumavano in periodo carnevale contro un proprio nemico personale, venne poi conservata e difesa dalla gente di Arborea nei periodi più bui delle dominazioni straniere arricchita nei secoli di nuovi e complessi rituali legati all’evoluzione della società.

1 (8)La manifestazione ha origini castigliane  (‘Sortja’ significa anello, lo stesso termine ’Cumpoidori’ deriva da ‘componedor’), e nel suo nome c’è tutto il senso della gara, che è una corsa all’anello, alla stella, per eleggere colui che per una sera diviene l’erede dei giudici oristanesi: ma anche un festa dai mille simboli, festa della magia, della prosperità e della miseria, del dolore e della speranza. Tanto è vero che il canonico Dessì stabilì per lascito che dovesse essere celebrata ogni anno tra l’ultima domenica di carnevale e il martedì grasso, in qualsiasi condizione economica, sociale e meteorologica: così, anche negli anni di guerra e pestilenza, toccò al solo Cumpoidori fare atto di presenza dinanzi al Duomo della città.

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1 (10)Un viaggio in Sardegna viene fatto coi sensi, tra ritmi lenti e profumi di mare e foreste… tra terra e memoria…, un’esperienza indimenticabile: per quello che vedrete, per la gente che incontrerete… porterete con voi il ricordo di questa terra antica.  Ciò che suol chiamarsi ‘Mal di Sardegna’ perché, vista una volta, ti lascerà dentro tanta nostalgia che quando sei  lontano sentirai sempre la voglia di tornare. Questa è la Sardegna.

Suggerito da : Giuseppe3.ca

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Il girotondo delle maschere

E' Gianduia torinesegif_animata_maschera_carnevale_venezia

Meneghino milanese.

Vien da Bergamo Arlecchino

Stenterello è fiorentino.

Veneziano è Panatalone,

con l'allegra Colombina.

Di Bologna Balanzone,

con il furbo Fagiolino.

Vien da Roma Rugantino:

Pur romano è Meo Patacca.

Siciliano Peppenappa,

di Verona Fracanappa

e Pulcinella napoletano.

Lieti e concordi si dan la mano;

vengon da luoghi tanto lontani,

ma son fratelli, sono italiani.

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Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchinotutte

ci mise una toppa Meneghino,

ne mise un' altra Pulcinella,

una Gianduia, una Brighella.

Pantalone, vecchio pidocchio,

ci mise uno strappo sul ginocchio,

e Stenterello, largo di mano

qualche macchia di vino toscano.

13_arlecchinoColombina che lo cucì

fece un vestito stretto così.

Arlecchino lo mise lo stesso

ma ci stava un tantino perplesso.

Disse allora Balanzone,

bolognese dottorone:

'Ti assicuro e te lo giuro

che ti andrà bene li mese venturo

se osserverai la mia ricetta:

un giorno digiuno e l'altro bolletta!".

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Il gioco dei se

Se comandasse Arlecchinoglitter_animata_maschera_carnevale_venezia

il cielo sai come lo vuole?

A toppe di cento colori

cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse

ministro dello Stato,

farebbe le case di zucchero

con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella

la legge sarebbe questa:

a chi ha brutti pensieri

sia data una nuova testa.

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Le maschere di Carnevale

Arlecchino ti presento

tutte toppe ma contento.

carnaval3luzcristinae Brighella suo compare,

cosa pensa di brigare?

Scaramuccia faccia buffa

sempre pronto a far baruffa.

E Tartaglia che non sbaglia,

quando canta non tartaglia.

Meneghino che, pian piano,

va a passeggio per Milano

e Pierrot vediamo qui

che è venuto da Paris.

Vuoi sapere chi è costui?

Peppe Nappa, proprio lui

Pulcinella saggio e arguto

che da Napoli è venuto.

E Gianduia piemontese

che di tutti è il più cortese.

Da Bologna ecco che avanza

Balanzon dalla gran panza.

Tutti insieme fan colazione

e chi paga è Pantalone!

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Bellini - Samba Do Brasil

     
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