Archive for ottobre, 2016

LO SCORRERE DELLA VITA

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a buona domenica ordchi

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LO SCORRERE DELLA VITA

Poco tempo fa alcuni amici mi chiedono, vuoi venire a vedere il nuovo ristorante che c’è sopra Tirolo e mi spiegano da che parte si doveva andare.

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Io li guardo e chiedo se hanno già finito di fare tutta la strada, ne avevo sentito parlare ma era lungo il lavoro, loro mi assicurano che tutto è perfetto. Ci diamo appuntamento per il sabato sera, gli amici del vecchio quartiere con le mogli ci sono, così si parte. Per i più è la prima volta che si va fino lì in macchina, io osservo e rimango esterrefatta da tanta bellezza, quello che una volta era un povero maso ora è uno stupendo chalet.

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Avendo prenotato, il tavolo è riservato e addobbato con tutto quello che l’autunno ti offre, grappoli d’uva, castagne, zucche, mele, pere il tutto ben sistemato in grandi centro tavola o panieri negli angoli delle sale.

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I dolci preferiti sono le castagne coperte di cioccolato che sembrano tanti cuori. Mi guardo attorno pensierosa, il mio pensiero è semplice anche se profondo.

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Come può essere che in una ventina o poco più d’anni, un maso d’una povertà senza paragoni, perché mancava l’acqua, non che non ci fosse, ma dovevano andare a prenderla alla sorgente, non esisteva la corrente né la   strada, fosse diventato uno chalet tanto bello, dove non manca niente.

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Negli anni trascorsi, quando la natura era normale, ossia in inverno nevicava in primavera era tiepido il sole e d’estate bruciava, per poi spegnersi in autunno, in quel maso non era possibile viverci in inverno se c’erano bambini, perché lo stretto sentiero era colmo di neve ed era impossibile scendere per andare a scuola. Ricordo che mi parlavano di quel posto, come di un angolo del paradiso durante l’anno, ma appena arrivava la neve, la povertà superava i limiti. Persino il costo delle candele era alto, per non parlare dell’olio della lanterna, oggi vedo luci, c’è il telefono, hanno fatto una strada da poter passare tranquillamente, e naturalmente l’acqua arriva nei vari rubinetti. Penso a quando al mulo attaccavano un carretto stretto per scendere a fare la spesa per mesi, certo non compravano tanto, il necessario per vivere, ma il maso era in un punto della montagna dove era impossibile non fermarsi ad ammirare tanta bellezza. Oltre alla conca dove si adagia Merano con i suoi paesi limitrofi, si vede la val d’Adige con il fiume che scorre verso Bolzano. La metamorfosi che c’è stata è incredibile, una volta lassù ci andavano chi si sentiva in grado di camminare veramente, nel sentiero si alternavano dossi e buche a non finire.

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Ora la strada è asfaltata e ci può transitare qualsiasi automobile. Volendo ci si può andare anche a piedi, armandosi di coraggio e preparandosi a fare una bella scarpinata in una strada lunga e in forte pendenza. Esco per respirare l’aria fresca, penso che oggi nevichi, si sente un odore di neve incredibile, ma una scena mi fa restare con il cuore che quasi non batte, una coppia di giovani caprioli, sono fermi vicino ad una vetrata, dal punto in cui mi trovo non posso vedere altro, così mi avvio per rientrare nel ristorante, ed il mio sguardo si ferma sul gatto in fondo al salone, fuori nel medesimo posto del gatto ci sono i caprioli, solo una lastra di vetro li separa: un quadro bellissimo.

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Lo scorso anno avevo visto correre un capriolo ed un cane per poi riposare insieme accovacciati l’uno accanto all’altro come fossero della stessa razza. Un gatto che sta a guardare i piccoli caprioli non l’avevo ancora visto.

Mi siedo al mio posto a tavola, ma ormai tutti stanno parlando di sport, allora faccio cenno ad un’amica di venire con me, usciamo ma non vado dove ero prima, faccio il giro al contrario dello chalet, spiego quello che avevo visto e da lontano vediamo ancora gli animali accovacciati, se prima sentivo odore di neve, ora le prime stelline scendono sui nostri capelli, sono piccole falde leggere che volano per il poco vento che prova a soffiare, ma non ci riesce. Mi dispiace tanto per gli animali, ma loro sono abituati ai lunghi inverni, riescono a mangiare, solo negli inverni con tanta neve, alle volte le guardie forestali passano con le motoslitte per portare il mangime. Ecco ora abbiamo le auto, e possiamo scendere con tutta tranquillità, una volta se fosse successo un guaio lassù, sarebbe stata ben dura, scendere con un piccolo carro per sentieri malconci, e il pensiero del ritorno con forse, il sentiero colmo di neve. Una volta lo chalet era maso, le motoslitte erano sci, ma dovevano esserci pure i muscoli per salire, la strada era sentiero, e le auto era un povero mulo. Tutto cambia in questa vita, certo le novità sono belle, ma lasciano un po’ di malinconia, e forse troppi ricordi di passeggiate che ormai non possiamo fare più……

 

BUONA DOMENICA

AMICI DEL BOSCO

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Adriano Celentano il Ragazzo della via Gluck dal vivo

 

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