LO SCORRERE DELLA VITA

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a buona domenica ordchi

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LO SCORRERE DELLA VITA

Poco tempo fa alcuni amici mi chiedono, vuoi venire a vedere il nuovo ristorante che c’è sopra Tirolo e mi spiegano da che parte si doveva andare.

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Io li guardo e chiedo se hanno già finito di fare tutta la strada, ne avevo sentito parlare ma era lungo il lavoro, loro mi assicurano che tutto è perfetto. Ci diamo appuntamento per il sabato sera, gli amici del vecchio quartiere con le mogli ci sono, così si parte. Per i più è la prima volta che si va fino lì in macchina, io osservo e rimango esterrefatta da tanta bellezza, quello che una volta era un povero maso ora è uno stupendo chalet.

baita in alta montagna

Avendo prenotato, il tavolo è riservato e addobbato con tutto quello che l’autunno ti offre, grappoli d’uva, castagne, zucche, mele, pere il tutto ben sistemato in grandi centro tavola o panieri negli angoli delle sale.

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I dolci preferiti sono le castagne coperte di cioccolato che sembrano tanti cuori. Mi guardo attorno pensierosa, il mio pensiero è semplice anche se profondo.

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Come può essere che in una ventina o poco più d’anni, un maso d’una povertà senza paragoni, perché mancava l’acqua, non che non ci fosse, ma dovevano andare a prenderla alla sorgente, non esisteva la corrente né la   strada, fosse diventato uno chalet tanto bello, dove non manca niente.

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Negli anni trascorsi, quando la natura era normale, ossia in inverno nevicava in primavera era tiepido il sole e d’estate bruciava, per poi spegnersi in autunno, in quel maso non era possibile viverci in inverno se c’erano bambini, perché lo stretto sentiero era colmo di neve ed era impossibile scendere per andare a scuola. Ricordo che mi parlavano di quel posto, come di un angolo del paradiso durante l’anno, ma appena arrivava la neve, la povertà superava i limiti. Persino il costo delle candele era alto, per non parlare dell’olio della lanterna, oggi vedo luci, c’è il telefono, hanno fatto una strada da poter passare tranquillamente, e naturalmente l’acqua arriva nei vari rubinetti. Penso a quando al mulo attaccavano un carretto stretto per scendere a fare la spesa per mesi, certo non compravano tanto, il necessario per vivere, ma il maso era in un punto della montagna dove era impossibile non fermarsi ad ammirare tanta bellezza. Oltre alla conca dove si adagia Merano con i suoi paesi limitrofi, si vede la val d’Adige con il fiume che scorre verso Bolzano. La metamorfosi che c’è stata è incredibile, una volta lassù ci andavano chi si sentiva in grado di camminare veramente, nel sentiero si alternavano dossi e buche a non finire.

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Ora la strada è asfaltata e ci può transitare qualsiasi automobile. Volendo ci si può andare anche a piedi, armandosi di coraggio e preparandosi a fare una bella scarpinata in una strada lunga e in forte pendenza. Esco per respirare l’aria fresca, penso che oggi nevichi, si sente un odore di neve incredibile, ma una scena mi fa restare con il cuore che quasi non batte, una coppia di giovani caprioli, sono fermi vicino ad una vetrata, dal punto in cui mi trovo non posso vedere altro, così mi avvio per rientrare nel ristorante, ed il mio sguardo si ferma sul gatto in fondo al salone, fuori nel medesimo posto del gatto ci sono i caprioli, solo una lastra di vetro li separa: un quadro bellissimo.

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Lo scorso anno avevo visto correre un capriolo ed un cane per poi riposare insieme accovacciati l’uno accanto all’altro come fossero della stessa razza. Un gatto che sta a guardare i piccoli caprioli non l’avevo ancora visto.

Mi siedo al mio posto a tavola, ma ormai tutti stanno parlando di sport, allora faccio cenno ad un’amica di venire con me, usciamo ma non vado dove ero prima, faccio il giro al contrario dello chalet, spiego quello che avevo visto e da lontano vediamo ancora gli animali accovacciati, se prima sentivo odore di neve, ora le prime stelline scendono sui nostri capelli, sono piccole falde leggere che volano per il poco vento che prova a soffiare, ma non ci riesce. Mi dispiace tanto per gli animali, ma loro sono abituati ai lunghi inverni, riescono a mangiare, solo negli inverni con tanta neve, alle volte le guardie forestali passano con le motoslitte per portare il mangime. Ecco ora abbiamo le auto, e possiamo scendere con tutta tranquillità, una volta se fosse successo un guaio lassù, sarebbe stata ben dura, scendere con un piccolo carro per sentieri malconci, e il pensiero del ritorno con forse, il sentiero colmo di neve. Una volta lo chalet era maso, le motoslitte erano sci, ma dovevano esserci pure i muscoli per salire, la strada era sentiero, e le auto era un povero mulo. Tutto cambia in questa vita, certo le novità sono belle, ma lasciano un po’ di malinconia, e forse troppi ricordi di passeggiate che ormai non possiamo fare più……

 

BUONA DOMENICA

AMICI DEL BOSCO

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Adriano Celentano il Ragazzo della via Gluck dal vivo

 

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COMMENTI

  1. il 30 ottobre, 2016 lorenzo12.rm dice:

    Il tuo racconto, Gabriella, scorre d’incanto e “intenerisce il core”. Brava, brava, bravissima. Crazie a te e a Giuseppe.

  2. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Grazie Lorenzo del”intenerisce el core”, la scena dei caprioli è senza dubbio bella con il micio a fare compagnia. Un saluto ciao

  3. il 30 ottobre, 2016 aquilafelice44@libero.it dice:

    brava gabry sud del tirol x molti questa parola e sconosciuta x me avrebbero dovuto chiamarlo paradiso ,certo x visitarlo ci vuole tanta buona volontà essere capaci camminare x osservare tutta la sua bellezza che incontri in tutta la zona tu credo che un po la conosci, pure quel meraviglioso chalet che ieri era una stalla ho magari casa estiva oggi è diventato un ristorante di classe tu ci 6 entrata x mangiare con amici ma la cosa piu bella e stato l’incontro anche solo atraverso la vetrata di quel meraviglioso cervo col gatto .loro tu non l’hai capita e neanche i tuoi amici che il cervo è rimasto affascinato della tua bellezza gabry …bravi gabry e giuseppe

  4. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Ciao Vanny, sai per molte cose dovrebbe essere chiamato paradiso davvero, la bellezza è tanta, se poi fanno dei lavori come trasformare la baita in chalet con tutti gli accorgimenti…e fuori gli animali che attendono di giocare con il gatto, è tutto un dire. Un salutone

  5. il 30 ottobre, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    Come nella canzone di Celentano il tuo racconto Gabriella, mette in evidenza i cambiamenti che avvengono da una generazione all’altra. Certamente ci sono i miglioramenti portati dal progresso ma c’è sempre un pizzico di nostalgia per quello che si è perduto delle cose passate. Bello il tuo riferimento al comportamento degli animali: cerbiatti e gatto che si scrutano nel tentativo di conoscersi anche se attraverso una lastra di vetro. Un bella storia, lettura scorrevole e piacevole, grazie. Un saluto sincero, ciao e…… alla prossima.

  6. il 30 ottobre, 2016 sandra.VI dice:

    bello il tuo racconto GABRIELLA , tipico degli animali cercare di conoscersi e capire chi sei? quasi chiedere perché sei li? Anche a me è capitato tornare dopo qualche anno dove avevo passato delle vacanze stupende e trovare tutto cambiato, rimodernato mi hanno confermato soddisfatti, per me una vera delusione ,quegli stupendi masi trasformati in ristoranti. Farmmi a piedi un sentiero conosciuto per sbucare invece della mia bella salita, che mi avrebbe portata al rifugio un piazzale pieno di macchine e comoda bidonvia, un pizzico di nostalgia…… BELLO IL VIDEO GRAZIE GIUSEPPE

  7. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Giuseppe è stato un vero cambiamento negli anni e se da una parte pensi, bene si fanno le migliorie, da l’altra parte ti rimane la nostalgia del bello, del rustico e pure l’eleganza di un fiore che cresce in montagna. L’amicizia degli animali mi fa pensare che sono molto più socievoli loro di noi. Grazie un saluto ciao

  8. il 30 ottobre, 2016 alba morsilli dice:

    entro in una galleria di quadri mi fermo davanti a una bacheca dove vi erano due spendide figure prima e dopo,
    quel pittore ha saputo parlare al cuore di tutti ha dipinto con l’anima la sua biografia, incorniciandola con splendide foto adeguate al contesto.
    che dire ho guardato e riguardato mi ha emozionato per la sua semplicità complimenti grandi alla scrittice

  9. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Sandra non occorre che ti dica ti capisco, siamo entrambe amanti della montagna, e il tipo di sentiero lo si ricorda di anno in anno, se poi vogliono fare più largo il sentiero per farne una strada da montagna, ti vedi tagliare il bosco, e sparisce il bello per diventare comodo. Gli animali sono una bellezza, sempre che non incontri un orso o un lupo, meno socievoli ma da quello che posso dire mangiano a valle. Ti abbraccio ciaoo

  10. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Un ringraziamento speciale per Giuseppe che deve lavorare per fare bella figura a chi scrive. Grazie della bella coreografia ed il video in tema. Un saluto ciao

  11. il 30 ottobre, 2016 gabriella.bz dice:

    Alba sei grande! Ho letto con attenzione il tuo commento, bello il tuo paragone con i quadri di un pittore “prima” e “dopo”: mi piace. Hai scelto uno scritto dove le illustrazioni non mancano. Grazie un saluto ciao

  12. il 30 ottobre, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    ? Lorenzo
    ? Vanni
    ? Sandra
    Mì unisco ai vostri elogi per il bel raccontino di ?Gabriella e vi ringrazio tutti per il riferimento nei miei confronti… dico solo che il mio è lavoro di redazione.
    Un saluto e ancora grazie per la gentilezza.

  13. il 31 ottobre, 2016 Giuseppe3.ca dice:

    Gabriella grazie, ma come già detto altre volte, confermo che si lavora in collaborazione e attorno al “pezzo forte” che è il racconto, si costruisce il “contorno”. Tra l’altro la maggior parte delle immagini le hai inviate te, io ho fatto il resto e va bene così… andiamo avanti. Ciao.


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