UNA VITA, UNA STORIA
Scritto da Giuseppe il 15 Novembre 2016 | 17 commenti- commenta anche tu!
IMMIGRATI DI RITORNO
Voglio raccontarvi una storia del secolo scorso ma che potrebbe avere molte analogie con la vita e gli avvenimenti attuali.
Siamo in Sicilia, agli inizi degli anni trenta, in piena crisi economica, manca la risorsa primaria: il lavoro. Mio padre, di carattere forte, molto deciso e forse anche avventuroso, amante della famiglia, non aveva avuto timori a trasferirsi con moglie e tre figli in Libia, allora colonia italiana, per trovare una lavoro e assicurare il sostentamento della famiglia. Trascorrono lì diversi anni e intanto nascono altri tre figli tra cui io, ultima nata, la piccolina di casa, coccolata e vezzeggiata da tutti i familiari.
Intanto soffiano venti di guerra, quelli che portarono alla seconda guerra mondiale e gli italiani all'estero vengono praticamente obbligati a rientrare in patria.
Questo è quanto si raccontava in famiglia ma ora iniziano le mie memorie, sebbene bambina, ricordo bene il viaggio, su una nave che doveva essere poco più di un barcone, e che ci riportava in Italia.
Per analogia il tutto mi ritorna alla mente nel vedere in TV i barconi degli immigrati che dall’Africa arrivano in Italia.
Mio padre non volle stare in Sicilia della quale conosceva le difficoltà di trovare un lavoro e raggiunse la Toscana, sempre portandosi con sé la famiglia. Fummo per un po’ di tempo a Lucca, poi si raggiunse Livorno, sempre inseguendo una località dove era più facile trovare una sistemazione per il lavoro.
L’Italia era in guerra, i tempi erano estremamente difficili per tutti e ancora di più per una famiglia numerosa. La famiglia fu disunita perché tre figli furono sistemati in collegio e tre, tra cui io, rimasero con i genitori.
È stata un’infanzia triste ma l’amore dei genitori per i propri figli era molto forte e a guerra finita ci ritrovammo di nuovo tutti uniti.
La mia è una storia semplice ma ricca d’amore, di comprensione e di entusiasmo.
Vissuta in una famiglia esemplare dai princìpi morali integerrimi con genitori molto severi ma che ancora oggi ringrazio per averci trasmesso una educazione di intransigente onestà e dignità. Insomma, eravamo la classica famiglia di
“Poveri ma belli”.
Belli veramente, belli tutti, mi commuove il solo ricordo.
Ero cresciuta, diventata una signorina piena di vita e di entusiasmo e come tutte le ragazze, nel pieno della gioventù, sognavo l’amore e il mio principe azzurro.
Partecipo ad una festa e appena entro il mio sguardo si incrocia con quello di un bel giovanotto, altro, distinto, i miei occhi si illuminano ma mi rendo subito conto che anche i suoi occhi brillavano nel guardarmi. Amore a prima vista? Non so ma questo ragazzo è diventato poi mio marito.
Il primo ballo fu suo ma anche i successivi perché da quella sera non ci siamo più lasciati. Nel ballo lui cercava di stringermi ma io, forse con la mia timidezza ma soprattutto vincolata dai miei princìpi di onestà morale, cercavo di allontanarlo tenendolo distante, forse senza riuscirci. La realtà era che il cuore batteva a mille, era nato già l’amore. Era un bel ragazzo, distinto, elegante che si dimostrò anche un vero signore. Era ingegnere e aveva un buon impiego ed era lui il principe azzurro che appariva nei miei sogni di ragazzina.
Inutile dirvi che era nato il vero amore, ci siamo sposati e abbiamo creato una bella famiglia con la nascita di mio figlio che è sempre il mio orgoglio, il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere.






