Archive for dicembre 14th, 2016

LA FABBRICA DEI SOGNI

  I RACCONTI DEL CUORE

LA FABBRICA DEI SOGNI

 

Seduti su una panchina, stretti e silenziosi con i loro pensieri e un amore grande, pensavano se era giusto il loro modo di trovare la soluzione al grosso problema, quello di vivere e poter mangiare senza la paura del domani.  Lui avrebbe dovuto partire per lavorare e così facendo avrebbe spedito il denaro a lei. Il loro amore ne soffriva atrocemente, non ci sarebbero più stati i baci le loro piccole attenzioni, vezzi, e la notte avrebbero solo potuto sognare la delicatezza del volto, l’armonia del corpo o il conforto di una parola. Questo per loro era un dramma, separarsi e sapere a priori che solo un cellullare gli avrebbe consentito di sentirsi uniti ma solo con la voce.

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Anche se laureati ormai non serviva quasi più il loro pezzo di carta avuto dopo anni di studio e fatica, alle volte erano sottovalutati, e spesso non trovavano il lavoro adatto per i loro studi. A lui piaceva tanto la cucina e aveva trovato lavoro in un ottimo ristorante milanese, era la sua unica speranza, anche se il pensiero di separarsi dalla sua amata Lia le rompeva il cuore. Mano nella mano si girarono a guardarsi. Si l’amore avrebbe vinto, bisognava preparare i bagagli e partire.

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Franco arrivato a Milano si guardò attorno non era la prima volta che visitava la città, sapeva dove andare e poco dopo arrivò al ristorante. Fu accolto da un cameriere, chiese di parlare con il titolare che conosceva solo per telefono; Arrivò una bellissima signora che si presentò come la proprietaria del locale. Franco rimase allibito da tanta bellezza, aveva visto tante donne belle ma quella superava tutte, si riprese e si presentò, andarono in segreteria dove Franco presentò tutti i documenti e capì che al telefono aveva parlato sempre con il segretario, tutto era in regola.

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L’indomani lui avrebbe cominciato a lavorare. Poco dopo si avviava in cerca di un albergo dove già dormivano altri suoi colleghi, anche lì andò tutto per il meglio, la strada forse poco a poco cominciava, chiamò la sua Lia per avvisarla che tutto andava bene ed il suo amore era sempre grande, ma già le mancava terribilmente. Il giorno successivo cominciò a lavorare in una cucina enorme, certo lui per ora era un semplice aiutante, puliva le verdure e in dati casi le tagliava ma ben poca cosa, non aveva né gli studi né l’esperienza di un aiuto cuoco.

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Il lavoro giorno per giorno le piaceva sempre di più anche se era un lavoro umile, era in una cucina dove sentiva il profumo del cibo e dentro di se, provava a indovinare i prodotti che stavano usando, cominciarono a passare lentamente i mesi, non poteva dare tanti sguardi ai piatti che uscivano, ma finito il lavoro si fermava a parlare con i cuochi che vedendo il fervore di Franco; Le spiegavano come cucinare dei piatti semplici ma succulenti per il giorno che con la sua forza e il suo forte desiderio di sapere, sarebbe arrivato a comprarsi un ristorante. Ridevano poi tutti assieme al pensiero di un ristorante proprio, ma uno dei cuochi lo osservava più degli altri e aveva capito che quel lavoro lo entusiasmava, un pensiero cominciò a insinuarsi dentro lui, perché non aiutarsi a vicenda? La sera sul tardi quando ormai non c’era quasi nessuno gli dava i consigli per fare la cena per loro e con una parola, uno sguardo d’assenso o di disapprovazione lo stava indirizzando a preparare i primi piatti.

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Aveva vicino un uomo che imparava solo insegnandole una volta come si preparava un primo, per il secondo doveva spiegare e far osservare meglio come si doveva fare, era più difficile, poi lo aiutò a capire come s’impiattava con la dovuta eleganza ed estrosità il piatto, poi ci fu il dessert che richiedeva l’eleganza e la fantasia  e se mancava  passava per piatto povero, non avevano cominciato con i dolci, ma attendeva che si  mettesse in mostra con la fantasia bizzarra per gli antipasti, intanto si convinceva che avrebbe fatto un buon lavoro. Franco e Lia si telefonavano spesso, lei aveva trovato un piccolo lavoro ma era troppo poco, fino a che non avesse trovato un lavoro anche lei a Milano doveva rimanere al paese. Un giorno il cuoco che osservava Franco le chiese notizie della famiglia, vide il viso intristirsi e rispose che aveva lasciato la moglie giovane da sola al paese, abbiamo solo studiato senza pensare che poi bisogna cercare un lavoro che ti dia soddisfazione, e una paga con cui si possa mangiare oltre a pagare l’affitto e tutto quello che comporta una casa, siamo vissuti d’amore e di studi. Oscar il cuoco allora penso che sarebbe stato possibile cercare un lavoro per questa giovane donna, moglie, laureata ma senza lavoro.

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Con una telefonata cercò un suo amico proprietario di negozi, e chiese se non poteva trovare un posto per una bella signora giovane in uno dei suoi negozi. Il commerciante impiegò poco a dire: Fammela conoscere, allora Oscar spiegò che avrebbe dovuto avvisare il marito e si impegnò di passare per prendere le istruzioni. Il cuoco avvisò Franco che il lavoro per sua moglie c’era, impiegò ben poco Lia ad arrivare con la valigia piena di vestiti e traboccante di sogni. Fu presentata al commerciante e pochi giorni dopo era al lavoro con tantissime commesse, certo il lavoro per lei era più difficile, cominciava ora a capire che voleva dire stare in mezzo alla gente e in piedi per tante ore, era una fatica enorme, ma voleva essere forte per suo marito che vedeva ben poco anche se avevano la stessa stanza. Lui arrivava alle 2/3 del mattino e lei alle 7 si doveva svegliare per essere al lavoro in orario. C’era l’amore ma mancava causa la stanchezza, la passione, il desiderio, la voglia di stringersi e confessarsi i loro più ambiti sogni.

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Sembrava quasi che il loro grande amore non sapesse più parlare, dov’era la sintesi dei loro sogni, i loro sorrisi colmi d’amore, Lia si chiedeva perché ora abbiamo il lavoro e non ci rimane il tempo per l’amore? La sera spesso Lia piangeva di un pianto disperato, ma poi si alzava e rinfrescava per farsi trovare bella al ritorno di Franco, voleva salvare l’amore,  capiva il grande sacrificio di lui, ma si chiedeva se ne valesse poi la pena perdere la sintesi dei loro sogni, il compendio dei desideri, per lavorare ore e ore in quel ristorante, dove aveva anche conosciuto la bellissima proprietaria e pure quello era un punto a suo sfavore, lei era bella ma non bellissima come la signora e di questo ne soffriva al pensiero che forse Franco poteva fare dei confronti. Oscar intanto aveva cominciato a parlare a Franco della sua idea di comprare un ristorante, lui era cuoco, Franco lo avrebbe aiutato in piatti fissi nel menù, e per cameriera dovevano cercarne una, la signora che accompagnava al tavolo se voleva poteva farlo Lia. Franco era sempre in pensiero per tutto il denaro che avrebbero dovuto chiedere in prestito, era contento di unire la famiglia, ma il prestito le faceva paura e non si decideva a parlarne con Lia.  Senza volerlo fu Oscar a parlare del suo progetto a Lia, un giorno passò a trovarla e a vedere se stava bene, ma incontrò una signora disfatta, non certo la bella Lia che era arrivata, rimase senza parlare per un po’, poi andò dal suo amico per chiedere se andasse tutto bene, rispose affermativamente ma anche lui le disse che deperiva di giorno in giorno, allora Oscar chiese di lasciarla libera per quel giorno e raccontò a Lia il suo programma. La portò a spasso per Milano con la sua automobile, la vide sorridere finalmente e cominciò ad avere delle idee ingegnose per il nuovo ristorante, non aveva paura come Franco ma solo forza di volontà a credere nel domani. Oscar passò da Franco per avvisarlo che aveva parlato con sua moglie e lo stava aspettando con ansia a casa. Finalmente giunse l’ora di chiudere la cucina e a passo svelto andò da sua moglie, lungo la strada si chiese: da quanto tempo non la guardo? E cominciò a correre per arrivare prima, aveva fame d’un bacio, sete dell’amore come da tanto tempo non aveva, la voleva stringere a se come una volta, sentirla sua come erano abituati al loro paese. 

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La fabbrica dei loro sogni si stava avverando, ma erano stati vicini al baratro per il troppo lavoro, per la troppa ansia di arrivare, e solo ora si stava accorgendo che per i sogni bisogna andare passo a passo con amore, lavoro e sogno, non dimenticando mai di dire spesso  ”ti amo”  e con quella parola farne una catena, ti amo, ti am -o, ti amo, ti amo, ti amo……

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