Un’Amica mai dimenticata
Scritto da Giuseppe il 7 Gennaio 2017 | 21 commenti- commenta anche tu!
Air - Johann Sebastian Bach
La sua frase ricorrente è sempre stata:
Alcune Amiche, in particolare,
Anna.b e Sandra.vi
propongono di ricordare la cara Nicoletta con questo resoconto di viaggio fatto dalla stessa nell’anno 2000 ma che, ancora oggi, considerando gli avvenmenti di questi ultimi giorni, è di una sconcertante e sconvolgente attualità.
DI RITORNO DALL'IRAQ
SCRITTO NELL'ANNO 2000 DA NICOLETTA LA RIBELLE
Il viaggio per raggiungere l'Iraq in realtà comincia a Damasco. Attraversare il deserto siriano in un pullman obsoleto che dà il senso al viaggiatore di come la guerra prima e l'embargo poi, abbiano dilatato le distanze tra noi e "loro".
Il senso del viaggio di cento persone verso l'Iraq può forse essere visto proprio così: colmare questa distanza; testimonianza della consapevolezza della loro sofferenza.
Finalmente BAGHDAD: la città delle "Mille e una notte" la città che da lungo tempo sognavo di assaporare, sentire, vedere.
Cerco dapprima i segni della guerra, le case e i punti bombardati, ma queste non sono visibili, tutto in città è stato ricostruito.
Piuttosto è visibile lo scenario tipico delle metropoli dei paesi poveri: immondizia nei vicoli, bambini che vivono in strada... Fenomeno che, è frutto odierno, visto che l'Iraq era un paese che rappresentava per il mondo arabo un modello d'organizzazione sociale e di relativa prospettiva economica.
Invece ora Baghdad appare abitata da un esercito di poveri: uomini, donne dai vestiti strappati, donne anziane e bambini che chiedono insistentemente l'elemosina, centinaia di piccoli lustrascarpe in una città dove quasi nessuno porta scarpe o calzature decenti.
Il traffico è caotico anche nel suo aspetto d'età storiche che si frammischiano: veicoli anni 60, odierni, e tanti carretti tirati da asinelli accanto a taxi dai vetri scheggiati.
Un'apparizione ci può persino far osservare un gregge di pecore nella strada.
Stempero la tristezza, immergendomi in un mercato con i suoi colori e profumi tipicamente mediorientali, e mi ritempro con il calore della popolazione così ospitatale da farti sentire a tuo agio. Colpisce molto, la dignità con cui la maggior parte della popolazione vive, e colpisce il loro silenzio sui grandi eventi che hanno percorso la loro storia collettiva recente. Ma, ancora il mio cuore viene messo a dura prova al Saddam Center Hospital, dove abbiamo sfilato con cartelli contro il genocidio del popolo iracheno e contro l'embargo.
Abbiamo visitato quest'ospedale dove la situazione è drammatica per la mancanza di medicinali: le donne avvolte nei loro chador neri aspettano impotenti che i loro figli muoiano per mancanza di cure. Non so descrivere la compassione che ho provato per loro, tanto da non poter trattenere le lacrime.
La situazione generale a livello sanitario è drammatica: sono in aumento leucemia e cancro, denutrizione e dissenteria.
E poi ancora la visita al BUNKER Finlandese, quello bombardato dagli americani, e descritto come luogo di rifugio del REGIME... in realtà, invece, ospitava centinaia di bambini, donne e qualche raro uomo... TUTTI MORTI. I loro resti rimasti spiaccicati sulle pareti, tracciano solchi profondi nel mio sentire...









