L’ULTIMA FOGLIA

 

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Storia di pettegolezzi paesani

(Oggi lo chiamano gossip)

Era nata a primavera vestita di un verde brillante, passando al look d’estate con un verde cupo e aveva superato l’autunno assumendo un colore giallino, quasi biondo e con quella nuova veste aveva resistito anche alle prime folate del gelido vento invernale. Era lì, in alto, attaccata al suo ramo dove aveva germogliato e ora rimasto spoglio ma orgoglioso di avere ancora una foglia che era rimasta fedele. Tutte le sorelle erano cadute e Geppo, che si prendeva cura del giardino, più per hobby che per mestiere, le aveva raccolte, di volta in volta, riempendo bidoni e bidoni che poi venivano ritirati da Raimondo, noto Mondino, che passava settimanalmente con il suo carretto sgangherato trainato da un vecchio mulo stanco più dello stesso padrone.

Trattavasi già d’allora di una sorta di raccolta differenziata, infatti tali foglie erano destinate al deposito che provvedeva al compostaggio per ottenere concimi per l’agricoltura.

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Mentre guardava quell’ultima foglia che si ostinava a restare attaccata al suo ramo, sentì una voce che lo salutava: “Buongiorno Geppo”. Era Betta che ogni mattina passava per quella strada per andare a far la spesa e vedendolo attraverso la cancellata era solita darle il saluto.

“Ciao Betta,” rispose Geppo, “Quando posso venire per un caffè”. “Non oggi, vedremo, so bene che non è il caffè che vuoi e non cercare di nasconderlo”, disse Betta. Geppo, di rimando, rispose: “Sei come quella foglia lassù, non vuoi lasciarti andare, forse anche tu hai un ramo al quale vuoi restare attaccata.”

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In effetti Betta e Geppo, avevano vissuto una intensa tresca amorosa tra loro, durata per un certo periodo, poi, improvvisamente, Betta aveva deciso di interrompere adducendo motivi vari. Diceva che l’età avanzava e iniziava a farsi sentire ma anche perché gli erano venuti gli scrupoli per il fatto che Geppo era sposato sebbene vivesse praticamente da separato in casa perché la moglie, instabile di mente, non era più in grado di accudire ai doveri di moglie e i rapporti si erano allentati tra loro fino ad arrivare alla più completa indifferenza.

Era Geppo che suppliva in casa alla maggior parte delle incombenze casalinghe e, in dipendenza della sua profonda educazione umanitaria ricevuta nella sua famiglia, non se la sentiva di lasciare sola una persona che aveva costante bisogno di aiuto e di sostegno.

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Geppo non aveva mai fatto un torto alla moglie e tantomeno l’aveva mai tradita fintanto che non conobbe Betta che lo aveva risvegliato a piaceri che lui aveva quasi dimenticato. Betta asseriva che anche per lei le cose stavano così: vedova da tanti anni e mai un’avventura, quindi solo con la conoscenza di Geppo aveva ritrovato gli impulsi e i sentimenti di donna ancora piacente e capace di abbandonarsi tra le braccia di un uomo.

Poi, improvvisamente, tutto era finito, Betta disse che non aveva più stimoli e non sentiva più niente, disse “basta” e chiuse la porta. Aggiunse pure che il paese è piccolo e la gente mormora, dobbiamo starcene calmi.

Questo fatto lasciò incredulo Geppo, dopo tanto ardente amore, non poteva esserci un cambiamento così improvviso e cominciò a chiedersi cos’era successo. Cercava di capire e gli sorsero forti dubbi che potesse esserci un altro uomo.

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Betta frequentava un circolo dove si giocava a carte e aveva molte amicizie sia femminili che maschili e tra questi poteva essercene uno che aveva interessato Betta al punto da farle cambiare idea su Geppo: tutto era possibile.

Questo era il pensiero di Geppo anche perché ogni suo tentativo di riallacciare la relazione era andata a vuoto. Betta inizialmente rimandava sempre senza mantenere le promesse per arrivare poi ad un diniego completo e assoluto.

La conferma che Betta doveva avere un altro uomo la ebbe indirettamente da Esterina, nota per essere la pettegola del paese per eccellenza. Rina, così si faceva chiamare, gestiva una sorta di emporio dove si vendeva di tutto, abbigliamento, profumi, cartoleria e persino i giornali. Un giorno chiese a Geppo se gli erano piaciuti il nuovo completino intimo e il profumo che Betta aveva acquistato da lei la settimana passata. Geppo fece buon viso a cattivo gioco e capì che Rina era venuta a conoscenza della sua relazione con Betta ma non sapeva che la cosa era finita.

Dunque Betta si faceva bella ma non per lui, sorse il sospetto che doveva esserci un altro e si mise in all’erta per scoprire chi era il fortunato.

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Geppo, in paese, aveva svolto per molti anni le mansioni di Segretario Comunale e conosceva tutti e non ci volle molto a capire chi era il prescelto di Betta.

Aveva notato che Antonio, detto Nuccio, il vicino di casa di Betta, abitante nella villetta confinante, lo aveva sostituito nel provvedere alla cura del giardino di Betta e questa lo ricambiava con qualche lavoro domestico: pulizia della casa, lavaggio e stiratura degli indumenti.

Betta e Nuccio non erano arrivati ad una effettiva convivenza, né avevano intenzione di unirsi perché questo avrebbe comportato la perdita della pensione di reversibilità da parte di lei ma, tanto era sufficiente saltare lo steccato e uno era nella casa dell’altro o viceversa. Si poteva stare un po’ da una parte e un po’ dall’altra.

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Geppo in qualità di poeta dilettante aveva scritto alcuni versi da dedicare a Betta ma dopo questa scoperta non ebbe mai a consegnarglieli, ormai non sarebbe servito a niente. C’est la vie.

 

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NOSTALGIAOcchi chiusi sorridenti

Nostalgia di un sorriso,

nostalgia di un abbraccio,

di uno sguardo negli occhi,

della tua mano sul mio viso,

di un braccio sulla spalla,

di una stretta delle mani,

di una passeggiata insieme

in quel viale del nostro primo incontro

Rose e rugiadacon le foglie d’autunno

che il vento spostava

per liberare la strada

al nostro passare,

nostalgia di quel bacio rubato

sbocciato in un momento d’estasi spontanea,

sento ancora l’eco dei battiti di quel cuore impazzito

che attraversavano ogni spessore degli indumenti,

non c’era ostacolo che potesse  fermarli,

volevano far sentire la loro forza

per far sapere al mondo che era nato un amore

che non conosce ostacoli e nessuno può fermare.

 

 

passeggiata i autunnale in un bosco

Geppo era nel suo giardino, su una scala a pioli, intento a potare le piante per prepararle alla primavera in arrivo e vide passare per la strada Betta che, come di consueto,  si rivolse a Geppo con il solito “Buongiorno” Geppo la guardò dall’alto ma non rispose, era caduta l’ultima foglia e anche l’ultima speranza.

Scese dalla scala, rientrò in casa, e si preparò un caffè, poi aprì il quaderno dove aveva scritto la poesia e aggiunse poche righe:

 

….. ma non è stato così.

nostalgia di un bacio,

nostalgia d’amore,

nostalgia di te.

   

tazzina di caffè

Accartocciò le pagine scritte e buttò tutto nel cestino:  poesia, amore e alcune foglie secche che, innocenti e ignare di tutto, erano state conservate tra una pagina e l'altra del quaderno.

Una vicenda nella quale ha vinto il calcolo delle convenienze e ha perso l’amore.

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Forse mi sono dilungato troppo: la storia prende spunto da un fatto reale ma scusate se mi sono lasciato prendere la mano con le mie aggiunte romanzesche per cercare di rendere piacevole, o almeno interessante la lettura della storia.

Spero di esserci riuscito.

 

buonadomenicacielo

 

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Charles Aznavour - Ed Io Tra Di Voi

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COMMENTI

  1. il 15 gennaio, 2017 lorenzo12.rm dice:

    Giuseppe, quando un amore muore c’è sempre un po’ di malinconia quando purtroppo non si presenti un sentimento di rivalsa e rancore. In fondo la storia fra Geppo e Betta s’è chiusa bene, senza violenza, con rimpianto, gratitudine e piacevoli ricordi. E così sia. Bravo e grazie.

  2. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Nella vicenda reale pare non sia finita così Lorenzo, ma nella storia per il Bosco preferiamo adottare il principio della “non violenza” che vale anche come morale per tutte le vicende che la cronaca ci riporta tutti i giorni. Tutti gli amori hanno un inizio e una fine ma è bello ricordare sempre il piacevole intermezzo. Un saluto per te, grazie per l’intervento di grande saggezza, com’è tuo solito. Ciao.

  3. il 15 gennaio, 2017 gabriella.bz dice:

    Bellissimo e romantico racconto, con la poesia scaturita da uno scrigno conservato nel cuore. Hai fatto una bella coreografia con un video in linea con l’argomento del post.Un saluto ciao

  4. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie per la tua approvazione Gabriella: un mini romanzetto ispirato da una foglia e scritto per il Bosco doveva essere necessariamente romantico. Relativamente alla poesia, penso che ogni cuore custodisce uno scrigno con i sui ricordi belli e brutti ma è meglio, ogni tanto, tirar fuori solo le cose belle per dar coraggio alla vita. Ciao, Buona Domenica.

  5. il 15 gennaio, 2017 edis.maria dice:

    Racconto che ci introduce negli amori segreti, discreti,che però nei paesi svolgono il compito di far “sussurrare e spettegolare!” Amori che non amano essere divulgati e saputi! Amori che finiscono nella malinconia di chi rimane solo con la sua gelosia! Giuseppe ha saputo introdurre UNA GOCCIA di poesia con le parole ” L’ ultima foglia” che conclude con sentimento,e, in questo modo, una vicenda che sarebbe sembrata solo carnale e priva di vero amore!

  6. il 15 gennaio, 2017 sandra.VI dice:

    Veramente un bel racconto GIUSEPPE.Poteva essere la solita tresca ordita alle spalle della moglie ammalata, impotente, tutto fatto di nascosto, discreto, perchè nel paese nn si desse adito a maldicenze, invece tu con “l’ultima foglia ” hai dato un tocco di poesia, concludendo questa vicenda che finisce tristemente si, ma con amore. Bello anche il disco di Aznavour intonatissimo.

  7. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Edis hai fatto una giusta analisi del contesto della storia, grazie. Penso che la parola “amore” può avere una infinità di risvolti e non è facile tracciare una linea di separazione tra l’amore puramente carnale mirato a soddisfare le esigenze fisiologiche prevalenti nell’età giovanile e la purezza del sentimento puro che comunque lascia tracce molto più profonde in caso di rottura. In entrambi i casi esiste un misto delle due cose, sempre di difficile valutazione. Nel mio pellegrinare per lavoro in tanti piccoli paesi ho avuto modo di sentirne tante e ho voluto prendere spunto da una di queste dicerie di gossip paesano per costruirci sopra il raccontino di oggi. Ho aggiunto un po’ di fantasia romanzesca e, ovviamente, la poesia. Tutti felici e contenti. Un caro saluto.

  8. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Grazie Sandra, felice del tuo complimento. Sono storie di vita e ne esistono tante. Come vedi basta prendere spunto da una di queste storielle, spesso intrise anche di tanta fantasia popolare, per costruire una pagina per il Bosco che ci tiene in compagnia e ci aiuta a trascorrere una buona domenica insieme. Un saluto sincero, ciao.
    Dimentivavo: Vero Sandra, AZNAVOUR, grande cantante e bellissima canzone, ricca di passione e sentimento.

  9. il 15 gennaio, 2017 alba morsilli dice:

    Questo post ha fatto bene al cuore, anche se Betta devo dire che verso Geppo non si comportata bene, nella psicologia di Betta le dava fastidio che lui non era libero totalmente ed allora lei ha trovato una scusante, ma Geppo innamorato veramente mi fa una tenerezza.
    Parlare d’amore e amare non vi è età, è la cosa più bella che la vita ti fa trovare.

  10. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Verissimo Alba, la vita senza amore è una vita vuota… deve esserci sempre l’amore verso qualcuno o verso qualcosa che stimola i tuoi sentimenti e ti aiuta ad andare avanti. Betta avrà fatto i suoi calcoli e ha scelto la convenienza pratica ma se è così, allora non era vero amore| Hai ragione. Geppo ha subito un cambiamento che non si aspettava e ne ha sofferto tanto ma da buon conoscitore della vita sapeva che lui era senza prospettive e l’ha presa con filosofia e, alla fine, nella sua bontà d’animo non ha reagito negativamente ma spera che Betta abbia fatto la scelta giusta. Anche questo è Amore (quello con la A maiuscola). Grazie per il tuo intervento… molto perspicace, ciao, una saluto sincero.

  11. il 15 gennaio, 2017 tonia.fi dice:

    Povero Geppo, Betta è stata molto birbante, come lo sono tutte le donne. Forse per lei non è stato amore vero, non si lascia un amore così in fretta, l’amore vero, quello speciale, ti rimane dentro il cuore e non lo abbandoni mai. Purtroppo ogni essere umano è diverso, io la penso così. Grazie Giuseppe, con i tuoi racconti sai darci emozioni forti, sei un grande amatore. Leggo volentieri il bosco che ci riserva sempre belle sorprese, continua così, è un vero piacere entrare nel bosco, grazie a tutta la redazione.

  12. il 15 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Ma che dici Antonella… grande amatore, che vuol dire? Anche io appartengo al genere maschile che subisce il fascino delle donne e, come dici tu, le donne sono birbanti (non tutte allo stesso modo, per fortuna): Io cerco solo di difendermi. Grazie per i complimenti al post e al lavoro di redazione, cercheremo di continuare per il piacere di stare insieme, tutti uniti e in buona compagnia. Ciao.

  13. il 17 gennaio, 2017 Anna dice:

    Quando vincono i calcoli delle convenienze purtroppo non si può neppure parlare di vero amore. La serenità, la felicità ma sopratutto l’amore contano così poco? a volte ci s’accontenta…

  14. il 17 gennaio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Grandi e sagge parole Anna… è vero a volte ci si accontenta perché le esigenze della vita, molto spesso, ci portano a dover fare scelte che vanno a scapito dell’amore. Non è vero amore?… Chissà, il vero amore dovrebbe vincere superando tutte le difficoltà ma è facile a dirsi e difficile a farsi.
    Grazie per il tuo intervento, sempre prezioso, ciao.

  15. il 19 gennaio, 2017 carlina dice:

    come sarebe bello se in un un racconto andasse tutto di pari passo, tutto ciò che pensi di una persona prendesse la mano di pari passo all’altra persona e camminare assieme mano nella mano, x sempre, ma non sempre la realtà rispecchia la tua realtà (bellissima la canzone di Aznavur, rende davvero l’insieme del racconto)

  16. il 19 gennaio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Carlina, sarebbe veramente bello che la realtà della vita rispecchiasse le tue aspirazioni e i tuoi desideri… purtroppo non sempre è così e quindi anche i racconti riflettono la verità delle umane vicende e relative delusioni. Condivido il tuo pensiero sulla canzone di Aznavour: in poche parole racconta la storia di una amara realtà frequente nella vita. Ti ringrazio per i tuoi interventi sempre di grande perspicacia, un saluto sincero, ciao.


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