STORIE DEI TEMPI ANDATI
Scritto da Giuseppe il 11 Febbraio 2017 | 12 commenti- commenta anche tu!
LA DONAZIONE
La storia di Camilla
Camilla aveva già due figli ma ne sarebbero arrivati altri perché, com’era d’uso allora, ogni unione era destinata a divenire una famiglia numerosa. Lei e Antonicu, suo marito, erano giovani, nel pieno della vita di sposi felici, forse avevano perso la verve dell'iniziale innamoramento ma, pur nella loro miseria, erano ancora traboccanti di reciproco e vicendevole amore.
Era stato un matrimonio di riparazione perché Camilla era rimasta incinta e avevano messo su casa affrettatamente con il minimo indispensabile. Una casa presa in affitto: due stanze e cucina con dietro un cortile dov’era ubicato in un angolo una sorta di gabinetto e al centro un pozzo per il pescaggio dell’acqua non potabile ma necessaria per i lavori di casa. Qualche albero da frutta tra i quali il classico albero dei limoni che non mancava mai in tutte le case di questo tipo.
Completavano l’ambiente poche galline ruspanti che fornivano le uova fresche ogni mattina. L’acqua da bere si andava a prenderla con le brocche di terracotta alla fontanella pubblica.
L’arredamento: un letto, un tavolo e quattro sedie, il tutto rimediato dalla donazione di qualche parente o benestante del paese grazie all’intercessione del parroco, il buon Don Peppino, che si prodigava in aiuto dove c’era miseria e povertà.
Un prete come pochi, un sant’uomo, che Dio l’abbia in gloria.
Dunque una casetta che oggi verrebbe chiamata casupola ma che Camilla teneva in ordine, molto pulita e decorosa con il suo lavoro di brava donna di casa. L’aveva arredata con quel poco che le avevano regalato parenti e amiche e un minimo di biancheria acquistata a credito, da pagare alla “raccolta”. Così si usava, non esistevano le rate ma i debiti si pagano nel periodo dei grandi lavori nei campi: la raccolta del grano, la vendemmia ecc.-
Antonicu, infatti, era un bracciante agricolo e lavorava “a giornata” nei campi, nei vari periodi dei lavori agricoli: aratura, mietitura, potatura, vendemmia, raccolta della frutta e via dicendo. Camilla faceva la sua parte andando a prestare servizio nelle case delle famiglie benestanti sia per fare il pane, per il bucato, la stiratura e altri lavori domestici ricevendo in cambio, di volta in volta, legumi, farina, una caciotta o mezza forma di pecorino, lardo, salumi, olio o altri beni di sostentamento. Raramente veniva compensata con un po’ di denaro.
Antonicu, uomo di campagna, nei giorni di non lavoro si dedicava alla ricerca di funghi, raccolta di asparagi, cicoria, ricerca di lumache, secondo la stagione e così la vita andava avanti con l’amore della famiglia.
L’impegno maggiore e a scadenza fissa era il pagamento dell’affitto della casa ma non sempre poteva essere assolto con puntualità e il proprietario, ziu Franciscu, si lamentava e si recava nell’abitazione di Camilla per sollecitare il pagamento, strano a dirsi, proprio quando sapeva di trovarla sola in casa. Camilla, donna intelligente, abbozzava, spiegava le sue ragioni e riusciva ad ottenere una proroga.
Purtroppo si rendeva conto che con le esigue risorse economiche della famiglia, non sarebbe riuscita a rispettare ogni mese l’impellente scadenza e il debito della pigione cominciava ad accumularsi. Consapevole di questo, un giorno che Franciscu si presentò per richiedere il pagamento del canone, gli fece un certo discorso. In considerazione che lui era ormai un uomo di una certa età e viveva solo, gli propose che lei avrebbe potuto estinguere il debito compensando con i lavori domestici nella casa dove lui abitava. Gli avrebbe preparato il pranzo o la cena e avrebbe tenuta pulita la casa, la biancheria ecc.- Franciscu si dimostrò felice di accettare e così Camilla iniziò a dedicarsi anche alla casa dove abitava quest’uomo, accudendo alle faccende domestiche, due o tre volte la settimana, per qualche ora, generalmente nel pomeriggio.
La cosa andava avanti così da un po’ di tempo, Camilla era contenta di aver risolto un problema non indifferente per la sua famiglia ma l’astuto Franciscu, felice di trovarsi questa giovane donna in casa, aveva in testa ben altre mire e non mancava di palesarle in ogni occasione. Camilla, molto accorta, riusciva sempre gentilmente a respingerle, ma un giorno successe quello che era ormai imponderabile e nell’ordine delle cose e si trovò a scaldare il letto dell’arzillo vecchietto. La vicenda ebbe poi a ripetersi con una certa regolarità e tutti felici e contenti finché la cosa restava nel massimo segreto tra loro, chiuso tra le mura domestiche della casa di Franciscu. Per la gente del paese Camilla faceva la domestica per il disbrigo delle faccende casalinghe nell'abitazione del vecchio ziu Franciscu, come faceva, del resto, a turno, durante la settimana, anche in altre case del paese. Poteva essere considerata un'opera buona e in effetti lo era perché andava anche oltre i limiti della bontà.
La vicenda è riferita ad un fatto realmente accaduto in una località della Sardegna ma, a quei tempi, poteva succedere la stessa cosa in qualsiasi altra parte della Terra. Tutto il mondo è paese.
La storia non finisce qui, è ancora lunga per cui preparo la puntata conclusiva per la prossima domenica.
So che vi stuzzica conoscere il seguito e la finale della storia, ma abbiate pazienza… sette giorni passano presto.
Un saluto a tutti in serenità e allegria.
Buona e felice Domenica.
La Marianna la va in campagna



