Archive for marzo 11th, 2017

OCCHIO ALLA TRUFFA

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Occhio alla truffa

Post di Sandra.vi

 

QUASI UNA TRUFFA

 

I ricordi hanno bisogno di molto tempo per sparire, celati nel profondo del nostro cuore. Basta un nulla per farli riaffiorare. A leggere il post di Giuseppe di qualche settimana fa sugli anziani, mi sono sentita riportare indietro di molti anni. Di parecchi anni più giovane, quando leggevo di persone raggirate in modo che giudicavo, veramente, quasi ingenuo, pensavo “no, non è possibile, a me non capiterà mai”. Ne parlavo anche col direttore della mia Banca, che confermava “sapesse come sono furbi, agiscono in coppia, uno fuori, uno in banca. Adocchiata la “preda” (una persona sola che preleva), le si mettono in fila alle spalle, le fanno un segno col gesso sul vestito e quando esce è seguito dal complice, il gioco è fatto. Io ascoltavo, sempre mantenendo il mio scetticismo, “sì, può capitare ma.......”

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Mi trovavo a Chiavari ospite di mio suocero che viveva lì da qualche anno per la sua salute delicata con la figlia, avevano lasciato Milano. Era una splendida giornata di settembre, dopo aver pranzato e riposato un poco decisi di farmi una passeggiata a mare. Appena uscita stavo attraversando la strada, mi si accosta una macchina, scende un distinto signore e con forte accento straniero mi chiede dove si trova l'Ospedale di Chiavari.

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Resto un pò perplessa so che c'è, ma non so dov'è, gli dico d'aspettare che chiedo al negozio vicino. Sto per girarmi, quando vedo avvicinarsi una ragazza. Stava entrando nel portone, ma si avvicina e chiede se può essere utile, la informo della richiesta del signore e lei tutta sorridente afferma di poterci dare informazioni; suo padre è medico dell'ospedale. Nel frattempo il signore scende dalla macchina, si avvicina a noi due e in un italiano stentato racconta una miserevole storia. E' Americano e suo padre, morto da pochi mesi (asciuga una lacrima) ha fatto guerra sul fronte Italiano, ferito è stato curato da un medico italiano. Suo padre non lo ha mai dimenticato ed ora che è morto gli ha lasciato un lascito. Il figlio ha fatto tante ricerche e finalmente ha trovato che il medico esercita all'ospedale di Chiavari.

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La ragazza con un bel sorriso dichiara che non ci sono problemi, lei è pratica dell'ospedale (suo padre è medico) può accompagnare il signore, è libera. Io la guardo un pò interdetta e cerco di intercettare il suo sguardo, “ma benedetta figliola non sappiamo nemmeno chi sia........ da sola.......” L'uomo capisce la mia incertezza, e con un cenno mi invita a salire in macchina. “Venga signora anche lei, io gentiluomo”. Saliamo tutti e tre e partiamo. Dopo un momento, a metà viale, la ragazza fa fermare e scende, parla al telefono. Risale con voce triste e sussurra “mi spiace, papà mi ha detto che il dott. xxx.... è morto. L' uomo sembra angosciato, ed ora come risolvere la faccenda? Proseguiamo lentamente, io comincio innervosirmi, stiamo andando verso la periferia.

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Ci fermiamo di nuovo e la ragazza scende e telefona nuovamente poi risale tutta gioiosa, facendo una proposta… in breve ha chiamato un suo amico notaio (studio abbastanza vicino) accetta di ricevere in deposito il lascito pur che ci sia un garante, io potrei esserlo, potrei firmare e lasciare sulle duecento mila lire. Il signore batte le mani felice dicendo “Signora può fare? Avrà bella ricompensa, stia tranquilla, per il disturbo, mezzo milione di lire”.

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Qui comincia brillare una lampadina d'allarme, la faccenda non mi piace e quieta dico “Io non ho un soldo”.... Al che la ragazza replica: “non può farseli prestare …?” A quel punto penso di essere diventata un albero di Natale, tutte le luci di allarme si erano risvegliate in me, come cavarmela? Col cuore che mi batteva in gola e fingendo una calma che non avevo, ho allungato la mano sul clacson e ho detto “Apra subito la porta e mi faccia scendere, se no schiaccio il clacson e urlo affinché accorra gente”. Fortuna, eravamo ancora in una zona abitata, non lo so, aprirono subito, pregandomi di calmarmi di non parlare con nessuno, non mi avevano fatto niente.

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Scesi rapidamente e mi allontanai quasi di corsa, senza voltarmi. Poco lontano trovai dei vigili e raccontai loro la mia storia, seppi così che era un coppia che da diversi giorni girava nei dintorni ed era ricercata, avrei riconosciuta la macchina? No, chiedevano alla persona sbagliata, a mala pena riconoscevo la mia. Vigili-1-535x300

 

Inutile poi raccontare le reazioni dei familiari e se mi avessero fatto del male, anche solo rubato la borsa (avevo parecchi soldi, libretto assegni e documenti, chiavi) e se... inutile recriminare, nella sfortuna ho avuto fortuna.

Così dovetti riconoscere che non si può mai dire a “ma a me no” e che l’attenzione non basta mai e tutti possiamo abboccare all'amo, il pescatore è sempre pronto.

 

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Bene Sandra, dopo lo scampato pericolo, rilassiamoci con qualche minuto di buona musica.

 

La bella addormentata al Teatro Massimo   

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