GIUBILEO DI NOZZE
Scritto da Giuseppe il 8 Aprile 2017 | 10 commenti- commenta anche tu!
N O Z Z E D’ O R O
Per una ponderata riflessione da parte delle lettrici/lettori del Bosco, riporto un articolo pubblicato in un importante giornale ecclesiale, il cui contenuto ritengo possa essere argomento interessante per una serena discussione su come vanno le unioni matrimoniali oggi, sia civili che religiose, nonché le convivenze di coppia nell'era moderna.
Ringrazio per la partecipazione e auguro a tutti:
Sabato (data omissis) la Parrocchia di San Pietro nella città di (omissis) ha festeggiato il giubileo nuziale di due fedeli: Maria e Giuseppe che ai piedi dell’altare, durante la celebrazione della Santa Messa, hanno rinnovato la loro promessa matrimoniale, scambiandosi gli anelli come cinquant’anni fa fecero nella parrocchia dell’allora giovane sposa, la Chiesa di Santa Lucia nella cittadina di........ (omissis).
In questa occasione, invece, la celebrazione si è svolta nella Parrocchia originaria dello sposo, alla quale oggi, la famiglia appartiene per territorio.
Il Parroco Don Ignazio, nell’accogliere gli sposi non ha mancato di manifestare la propria emozione per un avvenimento che oggi, sta diventando raro.
Nella cultura odierna, infatti, il valore del matrimonio è fortemente offeso e oscurato da una mentalità dell’usa e getta, e le unioni presto svaniscono in separazioni, divorzi, o semplicemente convivenze senza assunzione di responsabilità.
Pertanto, il buon don Ignazio, anche confortato dagli insegnamenti di Papa Francesco nella esortazione
“Amoris Laetitia”
ha voluto riaffermare, invece, il messaggio del Vangelo, e rivolgendosi agli sposi ha illuminato la loro scelta di oggi, investendoli della missione di essere segno per gli altri.
Dunque una testimonianza che è cresciuta e continua a crescere come sacramento, cioè come segno visibile, nonostante che, per vivere cinquant’anni insieme significa da una parte godere di tante gioie della vita, come quelle della paternità e della maternità, del farsi compagni di viaggio nella crescita personale fisica e spirituale; ma anche di momenti di sofferenza, di incomprensioni, di difficoltà.
Ma se si giunge a celebrare cinquant’anni di vita comune, ciò significa che ci sono stati momenti in cui si è imparato insieme anche a chiedere scusa, e soprattutto a perdonarsi.
Essere capaci di perdono, significa purificare i momenti della vita, ricercare insieme le soluzioni ai vari problemi, sciogliere i nodi per ritrovare l’armonia delle relazioni.
Tutto questo, però è possibile se si lascia che la grazia del sacramento cristiano celebrato penetri nella vita, e continuamente la santifichi, anche quando non si è pienamente consapevoli che l’amore di Cristo ci precede.
L’energia vitale della famiglia, infatti, risiede essenzialmente nella capacità di amare senza riserve, e nel silenzio dei cuori, anche pregare per riscoprire ogni giorno il senso di quell’incontro che apparentemente casuale, invece nasconde un mistero che sovrasta, per cui quella scelta di cinquant’anni fa, oggi, permette di riconoscere il fine trascendente non solo della vita umana, ma anche della stessa unione che resiste alle sfide del tempo.
Maria e Giuseppe hanno vissuto commossi la celebrazione del mistero eucaristico, accompagnati dalla gioia dei figlioli e dei familiari più intimi.
(Maria Grazia XXXX)
N.B. - Per il rispetto della privacy dei protagonisti, nel testo sono stati utilizzati nomi di fantasia.
F. Mendelssohn: Marcia Nuziale


