LA GRANDE GUERRA 1914/1918
Scritto da Giuseppe il 27 Maggio 2017 | 13 commenti- commenta anche tu!
UNA GUERRA VINTA...
MA TANTE VITE PERSE
L’Italia entrò nel primo conflitto Mondiale con la dichiarazione di guerra all’Austria il 24 maggio 1915.
Dopo due anni di battaglie con fasi alterne non ci furono eventi decisivi ma solo la perdita di tante vite umane sacrificate per la difesa del territorio e degli ideali di Patria, da una parte e dall’altra.
Nel maggio 1917 era in corso la decima battaglia dell’Isonzo ma anche questa portò a migliaia di morti da entrambe le parti, italiana e austro-ungarica, senza nessuna conquista o soluzione definitiva. Altre battaglie si susseguirono e la situazione raggiunse il culmine della gravità quando gli Austriaci, con l’appoggio di alcune divisioni tedesche, sfondarono le linee italiane e portarono alla disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917), dilagando in Friuli.
Solo dopo parecchie settimane l’esercito italiano riuscì a ricomporre una linea difensiva lungo il Piave, resistendo valorosamente ai nuovi attacchi sia sul Piave che sul Monte Grappa, impedendo l’accesso dei nemici alla Pianura Padana. Sarebbe stata una vera e propria catastrofe per le sorti della guerra e per l’Italia.
L’affidamento del comando supremo al Generale Armando Diaz, in sostituzione di Luigi Cadorna, e la quasi contemporanea nomina di Vittorio Emanuele Orlando a capo del governo di coalizione nazionale, portarono ad un cambiamento positivo della situazione,
Il generale Diaz, si dimostrò più attento alle condizioni morali e materiali delle truppe e rassicurato dal clima di coesione politica nazionale, poté rafforzare lo schieramento sul Piave riuscendo a respingere, dopo furiosi combattimenti, un nuovo attacco austriaco (giugno 1918).
Dal 24 ottobre al 3 novembre 1918 gli italiani passarono al contrattacco, sfondando le difese dell’esercito austriaco che fu sconfitto nella battaglia di Vittorio Veneto. In pochi giorni furono liberate Udine, Trento e Trieste. Il 3 novembre a Villa Giusti (Padova) Italia e Austria firmarono l’armistizio che entrò in vigore il 4 novembre dello stesso anno.
Dopo questa breve sintesi storica propongo la lettura di una vicenda che riguarda un caduto della Grande Guerra ma che vale per tutte le vite immolate per gli ideali di Patria.
LE LACRIME DI UNA MADRE
Giovanni Battista Dessì
sottotenente della Brigata Sassari
152° Reggimento.
La Grande Guerra ha visto la partecipazione di questo giovane laureando in leggi che per amor di patria chiese di entrare volontario a far parte della Brigata Sassari al fine di portare il suo contributo, sebbene poteva usufruire della esenzione al servizio militare in qualità di figlio unico di madre vedova e poteva starsene a casa ad occuparsi della gestione del suo ingente patrimonio terriero.
Nei primi mesi del 1916, prima di essere inviato al fronte, si trova a Bologna e scrive alla madre per rassicurarla sulla sua incolumità e che intendeva prendere accordi con l’Università di Bologna al fine di poter concludere in quella città il suo percorso di studi. Non mancava di dare raccomandazioni alla madre sui lavori da far eseguire agli operai nei mandorleti, nelle vigne e nei campi seminativi. Le cose non andarono come il giovane Giovanni Battista pensava: tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno viene inviato al fronte e durante una cruenta battaglia nell’altipiano di Asiago viene colpito da una granata e, nonostante questo, non cessava di incoraggiare i propri subalterni dando mirabile esempio di sangue freddo e coraggio. Così recita la nota di conferimento della Medaglia d’Argento per questo atto di guerra.
La madre era ignara dello spostamento da Bologna all’altipiano di Asiago e viene a conoscenza di quella morte cruenta solo dopo quindici giorni.
Le notizie erano veramente scarse e scarne a motivo di quella concitata e sanguinosa battaglia contro l’esercito tedesco e austro-ungarico in cui morirono molti italiani.
Dalle carte storiche risulta che Giovanni Battista Dessì è stato sepolto a Castelgomberto in una fossa comune, sulla quale fu posto un blocco di cemento.
Di fatto la sua tomba non è stata mai ritrovata.



Molto bello questo tuo post GIUSEPPE, rievochiamo una grande VITTORIA, ma quante vite umane è costata. Ma trovo giusto ricordare ai giovani queste pagine della nostra storia, l’eroismo dei nostri ragazzi che combatterono e caddero per difendere una PATRIA sotto bandiera nella quale loro credevano. Stupenda la figura del giovane sottotenente, anche lui vittima immolata. Ricordo quando ad ASIAGO sentivo la MESSA NEL SACRARIO, ogni volta leggevo quella lunga fila di nomi incisi nella pietra lungo le pareti, il mio pensiero era sempre un commosso rimpianto per tante vite spezzate. Bello l’inno dei bersaglieri e l’inno della BRIGATA SASSARI.
Onore agli ideali. E onore alle vittime. Onore agli animi puri e coraggiosi. Onore alla solidarietà fra i popoli e, soprattutto. onore alla pace. Mai più guerre, dunque. Mai più. Grazie Giuseppe.
Ti ringrazio Sandra, sono contento che la pagina sia stata di tuo gradimento. Diamo spazio alla nostra Storia perché i giovani devono conoscere quanto sacrificio è costata la conquista della libertà e sappiano regolarsi per il loro futuro. Riscrivere per ricordare e dare una morale ai giovani, non è mai tempo sprecato. La marcia dei Bersaglieri e l’Inno della Brigata Sassari, due belle musiche militari che piaciono tanto anche a me, grazie Sandta, un caro saluto, Buona Domenica.
Grazie a te Lorenzo: Onore alla Pace, agli eroi che hanno dato la vita per la libertà e ai militari che di prodigano in Patria ed in missione per la difesa della Pace nel mondo. Un saluto sincero e un abbraccio, ciao.
Giuseppe, questo post, purtroppo e verissimo sono contro le guerre, Primo Onoriamo le nostre forze Arnate in difesa della Pace. per tutti i nostri tanti Giovani. Onore e dolore per questi giovani Eroi, che hanno perso la vita in tenera eta’, per la nostra Pace, bello il video della canzone (MARCIA DEGLI ALPINI di SASSARI). L’altro video non sono riuscita vederlo perche’ mi commuove anche se sono passati tanti anni, Onore agli ideali. Onore alle tante vittime. Mai piu’ guerre. La guerra è stata vinta, con tanti Eroi, con molto dolore per le loro famiglie. Un saluto
Certo Gianna, dobbiamo essere consapevoli che il sacrificio di tanti giovani immolati per la Patria ha comportato immenso dolore in tantissime famiglie per la perdita dei loro cari caduti in difesa della libertà. Onoriamo e ringraziamo i nosti eroi in nome della Pace e della Libertà per tutti i popoli.
Grazie e un saluto sincero, ciao.
Gorizia – O Gorizia tu sii maledetta / per ogni cuore che sente coscienza / dolorosa ci fu la partenza/ e il ritorno per molti non fù.
La mattina del 23 maggio – O vigliacchi che voi ve ne state / con le mogli sui letti di lana / scarnitori di carne umana / con questa guerra ci insegna a ‘mpugnar.
Adamello – Compatitemi signore e signori / gamba di legno non può cammminar / sui vent’anni ero un buon minatore / ora adasso son già rovinà.
Ta – pum – Venti giorni sull’Ortigara / senza cambio per dismontà / ta-pum ta-pum ta-pum / ta-pum ta-pum ta pum.
1° Guerra Mondiale :
651.000 soldati caduti
589.000 civili caduti
1.000 soldati fucilati in decimazioni
non risulta morto in battaglia nessun generale !!!!!!!!!!!!!!!!!!
Carissimo Giuseppe Grazie che ai rievocato la guerra del 15=18 parlando di quel giovane sardo che a sentito il dovere di arruolarsi per amore di patria con tutto che aveva una posizione vantaggiosa come orfano e come studente, purtroppo il destino è stato crudela, la sua mamma avrà sofferto le pene dell’inferno. gli anno conferito la medaglia al merito, per la mamma preferiva che il figliolo fosse ritornato da lei. E bene che le nuove generazioni rinfrescano la memoria della storia passata cosi capiscono le sofferenze patite dai loro nonni e che siano tutti con la mente e col pensiero di vivere tutti in pace. Grazie Giusppe mi ai portato col pensiero che mio padre è stato anche lui a Caporetto solo lui è stato risparmiato. Saluti affettuosi
Si Franco, il repertorio è molto vasto:
– La tradotts che parte da Novara (… da Torino ecc.);
– Era una notte che pioveva;
– Il testamento del capitano;
– Fuoco e mitragliatrici… ecc. ecc.
I numeri delle perdite umane parlano da soli,
vero che tra i morti in battaglia non ci sono generali
ma, in guerra, forse i generali non sono esseri umani,
sono solo freddi comandanti oberati da responsabilità
più grandi di loro.
Caro Antonino, ho voluto riportare una storia che vale per tutti gli eroi sacrificatisi in quella guerra disastrosa. In fondo per tutti i caduti, le storie si somigliano, il dolore di madri, mogli, sorelle è sempre uguale.
Il tuo papà è tornato salvo da Caporetto ma sicuramente ha visto la morte molto da vicino. Speriamo in un futuro senza guerre per tutti i popoli. Grazie per il tuo intervento, molto significativo, ciao.
Ho un’altra definizione di “Generale”(almeno di quelli di quel periodo), individui convinti della loro infallibilità per grado e censo , sadici, vigliacchi, pronti a scaricare i loro fallimenti sulla “carne da cannone”, ambiziosi e proni ai voleri dei generali superiori e del re.Sono stati solo dei grandi macellai ,basta pensare che ponevano i carabinieri coi mitragliatori alle spalle dei soldati che venivano falciati quando si fermavano o indietreggiavano. Le loro responsabilità venivano sempre scaricate sui subalterni o sui soldati .
Concordo e confermo quanto detto Franco: un sistema di gerarchie e rigidi regolamenti militari esasperati dalla situazione di guerra che portavano gli individui, di ogni ordine e grado, ad azioni inconsulte che nulla avevano di umano. Il sistema di scaricare proprie responsabilità e incapacità sull’inferiore era all’ordine del giorno.
Ci sarebbe ancora tanto da dire ma è valsa la pena rinfrescarci la memoria e ricordarlo alle nuove generazioni per una ponderata riflessione. Grazie.