VIGILI DEL FUOCO
Scritto da Giuseppe il 3 Giugno 2017 | 17 commenti- commenta anche tu!
Di quando ero VV.FF. e feci il battesimo col fuoco.
Dunque posso cominciare così, dopo 3 mesi di duro addestramento, nella caserma scuola per VV.FF. di Capannelle Roma, avendo studiato teoria e pratica applicata a tutte le discipline e superato con ottimi voti tutti gli esami, ero atto a poter svolgere il compito di Vigile del fuoco. Qualche dubbio sorse quando feci la prima visita medica, per il fatto della mia altezza (m. 1,66), ma vista la mia specialità del mestiere che facevo mi diedero il benestare: tutto OK.
A fine corso ci fu il trasferimento dei componenti del gruppo nelle varie città d’Italia. Io fui destinato a Firenze in via Giuseppe La Farina e lì restai per qualche settimana cosi potei dedicarmi a fare visita alla nostra bella città di Firenze, potendo ammirare le meraviglie di sculture e quadri dei nostri magnifici maestri d’arte. Poi arrivò il mio collocamento definitivo. Mi mandarono, sempre in Toscana, in un paesino chiamato Figline Valdarno. Presi il treno con il foglio di via e arrivai a destinazione, scesi dal treno uscii dalla stazione mi accinsi a chiedere dove si trovasse la caserma dei VV.FF. ma mi trovi di fronte trovai un maresciallo V.F. si presenta, io mi presento, e con mio stupore vidi che venne a prendermi con un motocarro, mi fece accomodare sopra con la mia valigia, giungemmo in caserma e lì, dopo la presentazione con gli altri vigili effettivi e ausiliari mi fece vedere la mia camerata e tutte le cose per alloggiarmi. In sostanza feci il conto di quanti eravamo: 3 effettivi e 3 ausiliari paesani del posto, che all’occorrenza ci aiutavano. Il Maresciallo mi fece conoscere la sua famigliola con 4 figlioli e l’altro pompiere mi fece conoscere anche lui la sua famigliola con 2 bambini. Il Maresciallo abitava sopra la caserma. Mi resi subito conto che venni accolto con molta benevolenza fin dall’inizio e bastarono pochi giorni per entrare nel vivo del mio ruolo.
Mi sembra giusto dare qualche spiegazione: eravamo nell’anno 1957, a quei tempi ancora nei paesi non avevano le attrezzature antincendi come ci sono oggi con le autobotti e le attrezzature necessarie per gli interventi. Si aveva a disposizione solo due macchine post belliche: un DODGE e un FORD. Per l’occorrenza di acqua avevamo un carrello con la pompa sopra che si agganciava al DODGE e poi si doveva staccare e portarla fino al punto dove si poteva attingere acqua.
In caso di necessità avevamo il Ford come sostituto. Comunque le macchine erano sempre attrezzate, con scale, manicotti, lance, piccozze, e corde. Questa era tutta l’attrezzatura per intervenire. Come tutti saprete, nei paesi, in periferia ci sono delle case coloniche, con molto terreno agricolo, e molte bestie da accudire, e in questi casolari non poteva mancare il fienile.
Il giorno per fare il battesimo del fuoco arrivò. Eravamo già a Giugno inoltrato molto caldo, giunse in caserma una chiamata urgente stava bruciando un fienile, con un po' di batticuore per il primo intervento, saliamo sul mezzo e in meno di 15 minuti eravamo sul posto. Con molta rapidità avevamo staccato il carrello con la pompa dal DODGE per portarlo in prossimità di un torrente per attingere acqua, chi faceva una cosa chi altro, arrivati al punto che eravamo pronti per gettare acqua sul fuoco, avevamo scordato la lancia da innestare alla manichetta per spegnere il fuoco, accortosi tutti della mancanza della lancia, io ero il più giovane cosi sono stato mandato a recuperare d’urgenza a prendere questa lancia, a circa 150 m. dalla macchina dove era rimasta, io con la gioventù che avevo e con il fervore di aiutare gli altri a intervenire al più presto, pensate bene che ero tutto in tenuta antincendio elmetto nero stivali ed eravamo a Giugno già caldo. Con il giovanile entusiasmo e la voglia di fare presto, cominciai a correre col sole che picchiava forte sull’elmetto, a un certo punto mi si annebbiò la vista ma io per istinto seguitai a correre, non vedendo più bene dove stavo passando. (Ora vi debbo spiegare nelle campagne hanno come delle vasche profonde circa 60 cm. ove fanno macerare il concime degli animali per le coltivazioni e queste vasche tutto intorno al perimetro hanno un bordo che sporge dal terreno di circa 20 cm, io ero annebbiato dal caldo, dal sudore, dalla fatica e nella concitazione e non vidi il muretto, vi urtai contro e andai a finire a tuffo dentro al trogolo. La caduta è servita a risvegliarmi subito, ma ero tutto imbrattato di quella sostanza nauseabonda, sono riuscito a prendere la lancia e portarla a destinazione e attaccarla in men che non si dica alla manichetta. Appena i colleghi mi videro, rimasero meravigliati, la prima espressione che fecero fu:
“O che t’à fatto”.
Fortuna che c’era il torrentello vicino e nel mentre che gli altri spegnevano l’incendio io mi toglievo un po' di quel che m’era rimasto del tuffo. Poi mi unii agli altri e aiutai i colleghi a spegnere l’incendio. Spento l’incendio ebbi modo di rendermi più presentabile e i coloni, per ringraziarci e rifocillarci, ci offrirono una bella merenda all’aria aperta.
Quando ritornai in caserma tutti vennero a conoscenza dell’episodio e sapete come sono nei paesi, la voce si sparse velocemente e conoscendo l’accaduto nei suoi dettagli tutti cominciarono ad apprezzarmi per non aver perso la calma ed aver dato un aiuto determinante malgrado l’incidente.
Perciò il mio battesimo col fuoco lo feci dentro un trogolo di letame non per mia volontà ma per volere del fato.
Spero di non avervi annoiati, un abbraccio fraterno a tutti.
Vigili del Fuoco alla sfilata della Festa della Repubblica 2 Giugno
NATALINO OTTO - I POMPIERI DI VIGGIU'

