Archive for giugno 11th, 2017

IL RICCO E IL POVERO

B.D. 111

IL RICCO E IL POVERO

IL RICCO E IL POVERO

 

Questa è la storia di due amici, una vicenda di quando c’era ancora la lira e non avevano ancora inventato le carte di credito e i bancomat ma per brevità la racconto come fosse storia di oggi e quindi ho fatto la conversione in euro.

 

  I DUE COMPARI

 

Si conoscevano da ragazzi, due vite parallele ma con destini diversi: Marco che si era affermato nella vita, viveva con una certa agiatezza tale da essere considerato “ricco” mentre Gianni che continuava la sua battaglia quotidiana per cercare di guadagnarsi il pane era considerato “povero”.

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In effetti era proprio così uno ricco e uno povero ma questo non impediva che fossero sempre in grande e fraterna amicizia, anzi erano diventati pure compari perché Marco aveva tenuto a battesimo uno dei figli di Gianni. Gianni sapeva che in caso di necessità poteva sempre rivolgersi all’amico fraterno. Così avvenne che un bel giorno Gianni andò a chiedere un prestito all’amico Marco. “Compà, il lavoro scarseggia, sono in ristrettezze, devo pagare la bolletta della luce e non so come fare, se puoi aiutarmi” Marco rispose: “Certo, ma ci mancherebbe, quanto ti serve?”. Gianni non fece in tempo a pronunciar parola che Marco continuò: “Vedi quel mobile, vai, apri il primo cassetto in alto e prendi quanto ti serve”.

 

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Gianni aprì il cassetto indicatogli dal compare e si meravigliò di trovarlo pieno di biglietti di ogni taglio, 50, 10, 20, 100 e anche 200 €uro, spiegazzati e messi alla rinfusa tale da colmare completamente il cassetto. Gianni prese quattro biglietti da 50 e rivolgendosi all’amico disse: “Compà, duecento euro ho preso, restituisco appena posso, grazie”. – “Stai tranquillo” risponde Marco, “Vieni, bevi, ho versato anche per te” e sorseggiarono insieme un paio di bicchieri di buon vernaccia.

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Passò un pò di tempo e Gianni, riaggiustate le sue finanze, tornò da Marco a ripianare il debito: “Ecco compà, son venuto a riportare quanto dovuto” e tese la mano con i soldi verso l’amico che gli disse “Vai rimettili dove li avevi presi.” Gianni così fece notando che in quel cassetto continuava a regnare una grande confusione con biglietti di ogni taglio e monete messi lì in ordine sparso. Con gli alti e bassi delle economie di Gianni, lavorante a giornata e in continuo precariato, le richieste di aiuto all’amico Marco si ripetevano periodicamente, vuoi per l’acquisto di una bombola di gas, oppure per il corredo scolastico del figlio che andava alla scuola media ecc., Gianni umilmente chiedeva e Marco bonariamente prestava e ancora Gianni, appena poteva, restituiva. Il sistema era sempre lo stesso: Alla richiesta di Gianni, Marco rispondeva “Vai, sai dove sono, prendi quanto ti serve” e all’atto della restituzione “Vai, rimettili dove li hai presi”. I soldi erano lì, sempre alla rinfusa in un cassetto pieno e Gianni pensava che Marco forse non sapeva neppure quanto possedeva in totale. seduccion_del_vino

Con l’umiliazione di dover chiedere sempre, la tentazione era forte e una volta, all’atto della restituzione, Gianni fece finta di rimettere a posto la somma avuta in prestito ma in realtà si tenne i soldi in tasca. Passò del tempo e Gianni ebbe ancora bisogno di ricorrere all’amico per un urgente bisogno di denaro. Costernato si presentò da Marco che come al solito rispose “Vai, sai dove sono, prendi ciò che ti serve”. Gianni aprì il cassetto e lo trovò vuoto: “Compà ma qui non c’è niente” disse, al che Marco rispose : “Se non c’è niente vuol dire che l’ultima volta non li hai rimessi, se li avessi rimessi li avresti trovati.” Una bella amicizia che durava da una infinità di anni si era rovinata irreparabilmente.

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Valeva la pena rovinare una bella amicizia per pochi soldi?

L’onestà, forse, ripaga sempre.

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Lucio Anneo Seneca, filosofo latino (4 a.C. – 65 d.C.) disse:

 

Finchè vivi, continua

 

ad imparare come si vive

 

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I Nomadi - Io Vagabondo

   

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