TRA STORIA E LEGGENDA

 

LEGGENDE di SARDEGNA

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Un intermezzo infrasettimanale per favorire il relax del corpo e dello spirito.

Con tale intento propongo la lettura di questo raccontino fantastico risalente alla antica cultura rurale della Sardegna e tramandato di generazione in generazione tanto che oggi può permettersi l’onore di essere presente in rete.

  Bel nuragheLeggende di SardegnaIl_Folletto_

Questo tipo di prosa fa parte di una serie di raccontini denominata “Contus de forredda” ovvero storielle che venivano raccontate quando, d’inverno, ci si riuniva attorno al calore di un caminetto, oppure d’estate, ci si radunava fuori della soglia di casa per godere di un po’ della frescura serale, dopo cena, prima di andare a dormire, allora non esistevano ancora gli impianti dell’aria condizionata.

 

pentolone sul fuoco

   Mi piace condividere con gli amici le cose che trovo belle, gioiose, utili e interessanti. Ringrazio coloro che sono d’accordo e chiedo scusa agli altri.

 

La Marmolata (Gallura)La Marmolada - Gallura

Fra le rocce della Gallura viveva un povero pastore con il suo gregge che era stato preso di mira dal servo di San Martino, un folletto maligno chiamato “lu Pundaccju” che, dopo aver lasciato il servizio del Santo, si era rivelato per quel che era veramente: un diavoletto goffo e grassottello, cattivo e dispettoso. Il folletto aveva sette berrette in testa, che, alla morte del Santo, gli erano state donate dal Diavolo, in cambio dei segreti di San Martino.

Folletto da computer  

La settima berretta, quella che stava sopra, era ciò che dava potere alle altre sei. Nella notte il pastore sentì dei rumori all’esterno come se le sue capre cozzassero le une contro le altre. Spaventato, l’uomo uscì alla luce della luna e vide il folletto che faceva sbattere le capre. Allora il pastore si mise a gridare: “Non c’è bisogno che le conti tu, Pundaccju! Le ho già contate io e sono più di cento”. In realtà erano solo una cinquantina ma non poteva dire la verità, altrimenti le sue capre sarebbero morte nel giro di poche notti. Il folletto, vistosi scoperto, saltò sul cavallo e lo lanciò al galoppo lungo i sentieri sassosi, ritornando da dove era venuto. Da quel giorno il povero pastore fu tormentato dalla presenza del folletto.

Folletto da libreria

Una notte, mentre dormiva nel suo letto, sentì qualcosa che lo toccava, come due mani che lo palpassero in tutto il corpo. Il folletto allora incominciò a saltargli sulla pancia, rimbalzando fino al soffitto come una palla; a ogni salto il povero pastore si sentiva soffocare, ma continuò a stare fermo. E quando il folletto gli saltò dalla pancia al petto, il pastore si alzò di colpo e gli rubò la prima berretta delle sette che aveva in testa. Il folletto si fermò di scatto: nessuno era mai stato così veloce da rubargli una delle sue berrette. “Ridammi la mia berretta, ladro di un pastore!” strillò adirato. “Nemmeno per sogno!” rispose il pastore “Prima dovrai dirmi dove nascondi il tesoro!”. “Quale tesoro? Io non ho nessun tesoro!”. Ma il pastore non mollò: “Io so, invece, che tu sei molto ricco, mio caro folletto. Perciò se non mi risponderai, io butterò la berretta nel fuoco”

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Niente poteva spaventare di più il folletto. “No, tra la cenere no!!!” strillò il folletto. “E allora dimmi dove si trova il tesoro” ribatté il pastore. Il folletto si arrese e rispose: “Si trova a due passi dal tuo letto! E ora ridammi la mia berretta.” “Non adesso- rispose il pastore- altrimenti tu potresti ridurre il mio tesoro in cenere”. Dopo di che il pastore incominciò a scavare fino a trovare il tesoro. La sua fortuna era fatta! “Io ho mantenuto la mia parola e ora tu ridammi la berretta” gridò il folletto. Ma il pastore, con un gesto improvviso scagliò la berretta nella cenere e, mentre il folletto si avvicinava al caminetto, lo spinse, facendolo cadere nella cenere. Subito dopo se la svignò con il tesoro. Da quel giorno il pastore non ebbe più bisogno di allevare capre.

 

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Anche in questo periodo di crisi si avrebbe bisogno di trovare il tesoro nascosto di un folletto, buono o maligno non importa, ma quei folletti, oggi, non esistono più. Sono rimasti i cattivi folletti camuffati da buoni ma quelli, il tesoretto, se ce l’hai, te lo portano via.

Auguro a tutti un buon fine settimana.

 

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Le canzoni più belle (Col Mare della Sardegna)

 

   

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COMMENTI

  1. il 06 luglio, 2017 lorenzo12.rm dice:

    Bello il leggendario racconto del folletto, finito miseramente e misteriosamente come tutti gli spiriti del male. Avevamo bisogno, Giuseppe , di essere rincuorati contro gli spiriti maligni che sono croce e tormento della nostra vita terrena. Quindi, il rimedio c’è: buttiamo le tentazioni e i folletti nella cenere e liberiamoci dai tormenti. Come in Sardegna, terra beata che amo profondamente. Grazie e Via tutti i folletti diabolici. Via, via, via!

  2. il 06 luglio, 2017 gabriella.bz dice:

    La leggenda del folletto malefico che fa star male il pastore è finita come ogni fiaba dovrebbe finire, ossia il male soccombe ed il folletto in cenere è finito. Il tesoro il povero pastore è riuscito a prenderselo, ma credo che per lui già aver bruciato il folletto sia stata una rivincita sul male. Molto bello il post e un video super…Sardegna ti sogno.

  3. il 06 luglio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Giusto Lorenzo, via, via, via tutti i folletti diabolici, quelli che abbiamo intorno e quelli che sono nei posti di comando: magari si potessero trasformare in cenere, la vita sarebbe migliore per tutti. Ciao, Buona Giornata.

  4. il 06 luglio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Cara Gabriella, è l’eterna lotta tra il bene e il male che tutti dobbiamo affrontare nella vita e le favole, nella loro semplicità, ci danno il conforto della vittoria del bene sul male. Speriamo bene cercando di essere ottimisti. Un caro saluto sincero, ciao.

  5. il 06 luglio, 2017 sandra.VI dice:

    Molto bella questa storia del folletto, simpatiche nella loro ingenuità queste favole contadine, l’eterna lotta fra il bene e il male. Auguriamoci che questo avvenga presto nella realtà, cerchiamo d’essere ottimisti, e vediamo il bicchiere mezzo pieno, bella la coreografia e la musica, un grazie a GIUSEPPE con un caro saluto ciao

  6. il 06 luglio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Gentilissima Sandra sono felice che la storia sia stata di tuo gradimento. É vero sono favole semplici ma che hanno un fondo di grande verità nel confronto con la vita reale di tutti i giorni. Giusto guardare sempre la parte del bicchiere mezzo pieno: mantenere l’ottimismo non fa mai male a nessuno.
    Grazie Sandra, a presto.

  7. il 06 luglio, 2017 antonino5 dice:

    Grazie Giuseppe per il tuo racconto tramandato da generazione a generazione riguardo al folletto delle 7 berretta lu Pundaccju è molto significativo purtroppo di folletti oggi giorno ce ne sono assai e bisogna essere come il buon pastore è stato più furbo del folletto ha bruciato il cappello e stava per arrostire anche lui cosi è riuscito a levarselo da torno rimanendo col suo tesoro in mano. é una bella storiella di altri tempi ma ci apre gli occhi. Grazie Giuseppe sei Grande

  8. il 06 luglio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Si è una storia dei tempi andati Antonino ma con molte analogie con i tempi moderni. I folletti di oggi sono altri, molto più astuti e a questi non è facile portar via il tesoretto che hanno accumulato a spese dei poveri pastorelli della vita. Ma cerchiamo almeno di difenderci, magari raccontando le storielle. Grazie, un saluto per te, ciao.

  9. il 06 luglio, 2017 carlina dice:

    è una bella favola Giuseppe e si può tramandare pure ai giorni nostri, solo che oggi ci sono troppi folletti e non puoi farli “fuori” come nella tua favola, ma tutto è bene quel che finisce bene e noi, x non arrenderci contineremo ad avere davanti il bicchiere mezzo pieno bellissimi sia la canzone sia il mare che l’accompagnava

  10. il 07 luglio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Cara Carlina, noi continuiamo a sognare e a cogliere le cose buone della vita malgrado i folletti maligni che ci circondano. Certo, non ci arrendiamo e guardiamo con ottimismo al bicchiere mezzo pieno, cioè a quella parte che si può ancora bere, sperando che sia vino buono ahahah.
    Bello il video, sono d’accordo anch’io, Grazie, ciao.

  11. il 07 luglio, 2017 gianna dice:

    Giuseppe e molto bello il tuo post direi simpatico, parla di un folletto, sono genuine queste favole di paesi contadini, sempre in lotta tra il bene il male, e bene essere ottimisti in molte cose. Molto bella la coreografia e la sua musica un grazie per questo simpatico racconto, Un saluto.

  12. il 07 luglio, 2017 giuseppe3ca dice:

    Ti ringrazio Gianna, sono favole dei nostri avi che contengono una grande saggezza e insegnano a distinguere il bene dal male con semplicità e arguzia. Hanno la loro validità anche oggi, nei nostri tempi moderni dove la lotta tra il bene e il male continua. Un caro saluto, ciao.

  13. il 08 luglio, 2017 Giuseppe3.ca dice:

    Stralcio dalla chat Bosco:
    paolacon.rm: belle le leggende sarde sempre bellissime
    giuseppe3.ca: Tutte le leggende sono belle Paola, in modo molto sottile ci insegnano sempre qualcosa, grazie.


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