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IL CIELO AZZURRO di Gabriella.bz

   

IL CIELO AZZURRO

     

Guardo il cielo d’un azzurro bellissimo, il sole in pochi giorni ha sciolto la neve qui in città, ma a guardare bene anche in montagna non è molta, si parla di montagne basse, perché non oso pensare quanto può essere alta sulle vette.   Ho una voglia incredibile di girare tra la neve ma spesso il venerdì sera ho un nipotino che mi fa compagnia fino a domenica, oggi è sabato i compiti sono già fatti, gli chiedo: “Che ne dici di andare in montagna fino a dove si possa camminare?” Luca salta dalla gioia "Si nonna andiamo" - "Ok gli dico, ti metti la tuta e gli scarponi da neve". Non discute, mi vesto pure io in modo da non prendere freddo e partiamo. Si fa presto ad attraversare la città abbiamo preso un Bus e ora si comincia a camminare di buon passo lungo il primo pendio, siamo fuori dal centro ma sempre ai limiti della città.

   

Stiamo arrivando dove abitavo una volta, Luca si diverte, lungo il pendio ha trovato due ragazzini suoi amici e ci stanno seguendo. Io mi fermo e avviso i ragazzi che non ritorno per il pranzo, se vogliono venire con me devono avvisare la mamma e vestirsi come Luca. Felici corrono dalla mamma la quale mi fa entrare in casa, lì mi chiede se veramente sono disposta a portare anche i suoi figli. Io li porto Elena, le dico, ma ho il pranzo solo per me e Luca, poi non vorrei che prendessero freddo, sicura di farli venire con me? E’ da tanto che ci conosciamo vuoi che non mi fidi?, Va bene trovami il pranzo per Andrea e Simone che riparto, altrimenti il sole se ne va. Vestiti e zaini in spalla siamo partiti, hanno nove anni Andrea e dieci Simone. Avviso Andrea e Simone che arriviamo fino dove la neve comincia a fare barriera, guai a chi non ubbidisce, Luca lo sa già. Sono partiti correndo allegri cercando un po’ di neve nei cespugli per tirarla uno contro l’altro. Io meravigliata sto guardando che già in gennaio ci sono i bucaneve e la rosa di natale, deve aver fatto caldo davvero per far fiorire i primi fiori che nascono ancora sotto la neve, è rimasta l’erica e sulle piante il muschio dà un colore magnifico a tutti gli alberi.

Dopo aver fatto un bel pezzo di strada chiamo i ragazzi per mangiare, avevo trovato un ottimo posto al sole e due tronchi che ci servono per sedere, dopo mangiato offro un po’ di tè caldo ai frutti di bosco, ed io mi sorseggio un caffè. Beato chi ha inventato i thermos, avessi saputo di averne tre di ragazzi avrei preparato camomilla,  ad un certo punto vedo che Andrea ci fa segno di stare zitti, ci siamo girati lentamente e abbiamo visto un bellissimo bambi, lui tranquillo veniva verso di noi con fare un pochino intimidito.

Ho allungato un po’ di pane ad Andrea e ho raccomandato di stare attento, il bambi si è avvicinato ad Andrea che le ha offerto il pane, ma poco lontana c’era la mamma, un bellissimo capriolo che non era contenta del fatto che il suo bambi era tanto vicino a noi, così se ne sono andati entrambi di corsa.

Non ho avuto la prontezza di fotografare Andrea mentre offre il pane al cerbiatto, me ne dispiace. Dopo poco ci alziamo anche noi, pulito il bosco dalle carte, ciascuno  con il suo zaino, abbiamo cominciato ad andare avanti per forse un km, camminavano abbastanza tranquilli entravano sì nella neve, ma se avessi fatto come il mio istinto mi stava dicendo, sarei entrata pure io nel bel mezzo della neve, un po’ alla volta ho avvisato che se volevano fare un fantoccio di neve avrei poi spedito alle mamme il luogo della gita con annesso bamboccio.

Ho fatto la felicità di tutti, per il naso ho cercato un legno che andasse bene, ma fatti due passi vedo che non ne fanno uno grande insieme, ma tre piccoli, li mettono vicini e decidono che era giusto così. Fotografato il tutto, ci incamminiamo per rientrare, il sole sta scendendo, i ragazzi forse stanchi non giocano più con la neve ma cominciano a cantare. Noto che cantano canzoni che non conosco chiedo, conoscete canzoni della montagna?

Si poche, vuoi che le cantiamo? Sarebbe bello. Così il nostro ritorno è stato sentito dalla mamma dei ragazzi, che è uscita a riceverci. Venite tutti, ho già spedito le foto che mi hai mandato, ai nonni dei bambini, entra che beviamo il caffè.

Si un buon caffè fatto al momento mi va, poi mi alzo la ringrazio, non mi voglio rilassare, sarebbe dura rialzarsi saluto i bimbi e con Luca andiamo giù verso casa. Attraversando ora la città non danno più fastidio le tute, felici e gioiosi entriamo in casa portando insieme al profumo della neve e del bosco con i suoi fiori nati sotto la neve, la nostra letizia.

Ciao bosco alla prossima gita.

Un saluto a tutti voi amici.

 

Testo e immagini di Gabriella.bz

                 
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