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PALCOSCENICO parte seconda

   

Dopo la prima rappresentazione sul palco del Piccolo Auditorium ero contento, non chiedevo altro, ero soddisfatto del successo ottenuto e mi bastava.

Ma l’estroso Gianni continuava a spingermi, “Devi cogliere l’attimo”, diceva e si sa che l’appetito vien mangiando per cui, dopo l’esordio, sempre sotto la guida dell’amico Gianni, ci preparammo per altre rappresentazioni, le occasioni non mancavano.

Altro pezzo forte, recitato sempre in dialetto campidanese è stata la commedia:

 

"SU MALADIU E SU DOTTORI"

.

(L’ammalato e il dottore)

 

Scenetta che si svolge un sabato sera in un Pronto Soccorso con quattro personaggi:

-      la donna delle pulizie;

-      l’infermiera;

-      un dottore neo laureato;

-      nonché il malato.

 

Il mio ruolo è stato quello del malato, più che altro immaginario e la parte era abbastanza impegnativa ma devo dire che sotto la regia del bravo Gianni, anche quella volta è andata bene.

  Sarebbe troppo lungo descrivere tutta la commedia, tra l’altro in dialetto, per cui cercherò di fare una sintesi, con la traduzione in italiano.

Lascio il resto alla vostra immaginazione.

  

 Scena prima.

 Monologo della donna delle pulizie:

Che disastro questa stanza, sempre lurida e sporca,

ogni giorno è il mio tormento dover far le pulizie.

I dottori e le infermiere, tutti in candida vestaglia,

anziché curare i mali, leggono e lavorano a maglia.

Io, povera meschina, è inutile che protesti

Con secchio e varecchina, devo sempre faticare.

 

Infermiera:

In questo ambulatorio, oggi non c’è niente d fare

Se nessuno chiama aiuto, io mi metto a spolverare.

Tanto c’è il dottore e anche l’altra infermiera,

se arriva qualcuno con il male,

non lo farà soffrire tanto.

 

Il dottore:

Strano che stanotte non si vede neanche un cane

Oggi non è giorno di festa per andare a caccia di volpi.

 

Infermiera:

Stia sereno dottore, vedrà che qualcuno

prima o poi arriva, se non viene per i dolori

verrà a farsi fare una ricetta.

Ecco, cosa dicevo, sta arrivando un ometto,

zoppiccante e sgangherato, magrolino e palliduccio.

 

Il dottore:

Mi porti il foglio rosa che lo mando all’ospedale,

gli troviamo qualche cosa anche se non ha nessun male.

 

L’infermiera, rivolta al malato:

Venga, venga, cosa c’è?

Il dottore è sempre pronto

Anche se hai la peste ti guarisce in un momento.

 

   

Il malato:

Buona sera dottore, vengo qui per farmi curare,

io ho un grosso malanno e lei mi deve aiutare.

Sento un forte dolore allo stomaco e alla pancia,

alla milza e al fegato, ai molari e persino ad un dente

 

Mi è scesa la pressione e m’è venuta l’anemia,

Sto perdendo la ragione con questa glicemia.

Questi giorni, m’è arrivata quasi a duecento

persino la transaminasi e mi ha messo proprio in crisi.

 

                                  Dottori, aggiurimì! (Dottore mi aiuti!)

 

Sto morendo per l’artrosi

e i dolori dell’artrite,

dopo la silicosi

m’è venuta una pleurite.

Ho la tubercolosi,

una cistite e la gastrite,

la mielite, la nevrosi

e una brutta miocardite.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Oggi non posso camminare

per la grande debolezza.

Per la sciatica devo stare

un poco a letto e un poco steso.

Questa grande acidità

quando devo digerire,

per dirle la verità

non mi lascia mai dormire.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Sto perdendo tutti i capelli,

se mi guarda già si vede,

son calato di venti chili

e continuo a dimagrire.

Ho un’unghia incarnita

e mi manca anche la vista,

una paralisi alla spalla

e sto perdendo la memoria.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Un forte dolore ai reni

non mi lascia riposare,

mi sta venendo anche un tumore

e non posso camminare.

Ora m’è venuta la colite

E non posso più mangiare

Se mi ritorna la nefrite

Son costretto a stare a letto.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Il diabete e anche l’orchite,

non riesco a sopportarle,

mi tormenta anche l’otite

che mi porta alla pazzia.

Dopo quanto ho provato

per ogni malattia,

son venuto in questo studio

dove c’è vossignoria.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Faccia uno sforzo,

cerchi di guarirmi,

la prego di ordinarmi

una buona medicina.

Mi hanno detto che un dottore,

laureato in medicina,

per guarire da ogni male

prescrive la penicillina.

Pare sia una medicina

Che guarisce ogni male,

basta una pastiglietta

per non andare all’ospedale.

 

                                  Dottori, aggiurimì!

 

Il dottore:

I tormenti e i dolori,

che lei mi ha raccontato,

non mi sembrano per un dottore

che si è appena laureto.

 

Molte cose io non so,

però non mi spavento,

se aspetta, io le scrivo

l’indirizzo del camposanto.

 

Pare che lì, ci sia un professore

con giardini e orti,

cura tutti con amore

e si chiama “interramortus  (becchino)

 

Il Malato:

Grazie, grazie, dottore,

son guarito d’ ogni male,

non mi serve medicina,

un litro di vino può bastare.

 

 

Scenetta esilarante con applausi finali assicurati.

   
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