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ARIA DI NATALE di Gabriella bz.

 

ARIA DI NATALE

Sta per arrivare con calma il tempo dell’Avvento poi ci sarà Natale. Mentre i giorni sono ancora un po’ caldi vado nel bosco a cercare delle pigne da colorare. Senza dubbio i colori argento e oro ci saranno, ma poi devo vedere se non è il caso di metterci qualche tinta vivace per far gioire le persone che ci vengono a trovare, per bere un tè in compagnia, sfogliare i giornali o cominciare con il leggere qualche libro.

Voglio addobbare la sala delle riunioni per far trovare oltre che tè e letture, l’amore per la vita, facendo svolazzare dai lampadari aforismi dove il pensiero per la vita sia grande, e attaccare alla bacheca alcuni post dove l’amore per la vita venga risaltato. Poi per noi della terza età, che tante volte negli appartamenti siamo soli esiste l’amicizia, sarebbe bello poter offrire la felicità, ma quella la posso offrire solo abbellendo la sala e aiutando con un poco di assistenza. Intanto bisogna andare a prendere pigne, parto con il cuore allegro perché è da tanto che non vado verso la Gilf, una passeggiata che si inoltra nel bosco ed è oltre che bella facile da farsi.

Scarpe comode e zaino in spalla mi avvio, dopo un po’ la giacca è di troppo la metto nello zaino, la strada comincia a farsi ripida ma per poco, sto per entrare nei sentieri del bosco. Mi guardo attorno e vedo dei bei rami di larice e di pino, penso che devo fare anche le corone d’avvento per me e i miei figli.

Mi hanno sempre affascinato le corone con i loro nastri rossi, o bordò, per finire color ciclamino. Io le ho sempre fatte con i nastri rossi come le quattro candele. Per il cerchio non importa se di larice o pino, purché siano rami teneri in modo che si possano piegare bene. Ricordo che ci dicevano, la prima candela la si accendeva per ricordare il Profeta, la seconda era per Betlemme, la terza per i pastori, e l’ultima per gli angeli, si accendono nelle quattro domeniche prima di Natale.

Taglio alcuni rami di un tipo poi del altro, a quel punto mi siedo, mancano solo le pigne. Nello guardarmi in giro penso ai tempi lontani, quando non ero mai sola.  Guardo come è bello il bosco c’è una pace ed un silenzio che vale oro, le piante sono ancora belle, non ci sono tanti fiori anzi pochi veramente, ma la pioggia è stata molto scarsa il terreno è asciutto, non sembra autunno con le sue belle foglie ramate, come ho visto poco tempo fa attorno ad un lago. Quasi tutti gli alberi avevano il colore dell’autunno e si specchiavano nell’acqua cristallina. Mi risveglio dai pensieri, c’è il cellulare che suona, rispondo e la voce di uno dei nipoti dice: Nonna dove sei, siamo davanti alla tua porta ma non c’è nessuno. Prima mi dicevo che ero sola, ma non è vero!

Hai voglia di venire nel bosco chiedo, allora di alla mamma che entri in casa ti dia le scarpe per il bosco e ti accompagni all’inizio del bosco della Gilf, ci troviamo lì. Sono ben sicura che ci troviamo Luca conosce i miei posti preferiti, intanto loro con l’automobile in poco più di dieci minuti ci saranno. Io prendo tutti i miei rami e chiederò a mia figlia di portarli a casa, con Luca andremo a prendere le pigne. Sono scesa al posto giusto, in tempo per vedere arrivare l’auto, scende Luca contento ed io ringrazio mia figlia perché come avevo pensato mi porta a casa i rami più ingombranti. Con un ciao, noi andiamo verso il bosco e descrivo quale tipo di pigna voglio, cominciamo a raccogliere poi mi chiede, nonna ci fermiamo che mi racconti di quando andavi con il nonno sulle montagne?.

Ti ho già raccontato tante avventure, non vorrai che ti racconti quando andavamo a raccogliere il muschio per noi e per la chiesetta in modo da poterne mettere in entrambi i presepi! Lo so nonna me lo aveva detto la mamma. Come vedi sai tutto, invece vorrei fare una bella scarpinata prima che arrivi il vero autunno, che ne pensi? Vuoi che la facciamo? Si ma nonna partiamo di mattina in modo d’arrivare al rifugio, Luca non credo di riuscirci ancora, sai che facciamo? Chiediamo a tuo fratello di accompagnarci, ok nonna, sabato allora andiamo su.

Ci alziamo e come al solito se siamo fuori ci capiamo al volo, ora di ritornare a casa. I sentieri nel bosco sono belli, cantiamo fino al limite dove comincia la strada per entrare in città. E’ lunga ora per arrivare a casa, lasciamo perdere il primo autobus ma prendiamo il secondo ed in poco siamo a casa. Avvisiamo che siamo ritornati poi Luca mi chiede; nonna vuoi il caffè? Grazie ne sento il bisogno, tanto lo sapevo mi risponde.

   

Mentre lui si mette al computer, io mi guardo quello che abbiamo portato, si i rami sono sufficienti per le tre corone e pigne ne ho parecchie, ora con calma devo vedere chi arriccia meno il naso per sporcarsi di colore, quasi, quasi chiedo ai miei nipoti d’aiutarmi sono sicura che loro sarebbero contenti. Ci penso, intanto per sabato ho un appuntamento molto interessante, farmi accompagnare in montagna dai nipoti, non sono più io ad accompagnarli…  questo è l’amore per la vita, la vera felicità.

Arrivederci amici

 

   
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