LA BEFANA
Scritto da Giuseppe il 5 Gennaio 2019 | 10 commenti- commenta anche tu!
LA BEFANA
Si dice che la Befana sia una vecchia Signora ed ha una storia antica. Pare che sia legata a dei riti propiziatori risalenti addirittura al X sec. a.C., legati all’agricoltura ed alla rinascita della vegetazione per favorire il buon raccolto.
Il nome “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione” o “manifestazione”.
La manifestazione della Befana ha vissuto controverse peripezie nel periodo Romano e Cristiano ma se è arrivata fino ai giorni nostri vuol dire che la Befana resiste ai tempi ed è sempre giovane.
Una leggenda narra che in una freddissima notte d’inverno i Re Magi, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta che indicò loro il cammino. I Re Magi, allora, invitarono la donna ad unirsi a loro, ma, nonostante le insistenze la vecchina rifiutò. Una volta che i Re Magi se ne furono andati, essa si pentì di non averli seguiti e allora preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, ma senza successo. La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino.
Sulla Befana esistono molte filastrocche, la più nota è forse questa:
«La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana
viva, viva la Befana!»
Ma esistono altre varianti,
eccone alcune:
«La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta vento e tramontana
viva, viva la Befana!»
«La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
attraversa tutti i tetti
porta bambole e confetti»
Oggi però vi invito a leggere la poesia di Giovanni Pascoli che nella sua composizione per la festività della Befana fa emergere, nel contesto della famiglia, l’amore di mamma per i suoi bambini.
Buona Epifania per tutti.
La Befana
di Giovanni Pascoli
Viene, viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene, viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano.
Chi c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Chi c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda… Tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda… Ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! Tre calze e tre lettini…
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolano le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitano le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra:
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda… Tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…



Tutti con la Befana, dunque. E ce la teniamo stretta. Oggi è il suo grande giorno. Tanto importante che tutte le feste porta via. Grazie, Giuseppe. Evviva la Befana!
Ricordo che mi fecero studiare a memoria le prime tre strofe della poesia di Pascoli , anche perchè negli anni di guerra (io ero già bambino ) ,c’era la Befana fascista e questo già mi porta a qualche perplessità. La Befana è stata soppiantata da Babbo Natale che col consumismo la fa da padrone .
Anch’io imparai qualche strofa di questa poesia, quando ero alle elementari.
Grazie, Giuseppe che me l’hai fatto ricordare. Ignoravo che fosse così lunga, per fortuna la mia maestra ci graziò! Comunque nel suo insieme è davvero significativa e, a suo modo, emozionante!
Così si dice Lorenzo, che la Befana tutte feste porta via… ma l’essere umano non può vivere senza festeggiare qualcosa, infatti tra poco inizia il Carnevale e si ricomincia con maschere, musica, canti, balli, coriandoli e stelle filanti. Grazie, ciao.
Teniamoci la nostra vecchia cara Befana Franco, capace di discernere i buoni dai cattivi, premiava i buoni e, nel contempo, sapeva educare i cattivi per farli diventare buoni. Una Befana così dobbiamo tenercela stretta di questi tempi. Un caro saluto, ciao.
Vero Gianna, rileggendola oggi con la capacità riflessiva dell’età adulta, possiamo comprenderne tutta la profondità che il Pascoli aveva voluto insegnare: la differenza della Befana tra le case di benestanti e le case povere con l’unico senso predominante: quello dell’amore delle mamme per i propri figli.
Posso dire che sei stata fortunata a dover studiare la poesia di Pascoli, pensa che a me, nelle scuole medie, avevano dato da imparare a memoria la poesia “Sant’Ambrogio” di Giuseppe Giusti che a differenza di quella del Pascoli è molto più impegnativa e pesante. Ero riuscito a memorizzae solo le prime otto righe e quando fui interrogato, dopo alcuni compagni che non avevano detto una sola parola affermando che era troppo difficile da studiare, recitai quelle prime otto righe e mi fermai. A quel punto l’insegnante disse: “Bravo, basta così! e rivolgendosi alla classe aggiunse: “Vedete che volendo si possono imparare anche le cose difficili. Come vedi è andata bene pure me. Un saluto sincero, ciao.
Molto interessante il tuo post GIUSEPPE, infatti io che vivo in GRECIA e naturalmente solo in parte seguiamo le loro tradizioni, festeggiamo il nostro NATALE, ma l’EPIFANIA è molto considerata perchè, come giustamente dici è il giorno della RIVELAZIONE “EPIFANIO”. Con un caro saluto ciao
Mi fa piacere leggere il tuo commento Sandra, è la dimostrazione che i post del nostro piccolo Bosco sono utili anche per la conoscenza delle tradizioni popolari delle varie nazionalità e diventa uno scambio culturale, grazie! Un caro saluto e ancora auguri, ciao.
molto bella la poesia della Befana… scritta da Giovanni Pascoli, forse questa è piu’ nota, che nella sua composizione fa emergere nel contesto della famiglia, l’amore di mamma per i suoi bambini, Buona Epifania per tutti. ci sono molte varianti, ma sono tutte belle. grazie per la coreografia di Giuseppe, Un saluto per tutti.grazie
Grande Poeta Giovanni Pascoli, è bello rileggere le sue poesie, quelle che a scuola ce le facevano imparare a memoria, le avevamo dimenticate e ora proviamo il piacere di rileggerle, senza doverle studiare. Grazie, Giannina, buona serata.