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CAMBIAMENTI DI STAGIONE di Gabriella.bz

   

CAMBIAMENTI DI STAGIONE

Comincio dall’Autunno scorso.

Mi avvio a visitare il bosco dopo tanti giorni di pioggia, camminando penso ai boschi ridotti a niente che abbiamo nel circondario. Cominciamo dalla val Pusteria, la val di Fiemme, la val di Sole, val Lagarina e tante altre valli senza andare fuori regione.

Guardandomi attorno penso a tutti gli alberi caduti come fossero tanti soldati durante una guerra. Quello che è successo è stata forse una guerra dell’atmosfera che ha fatto tanto male e si è presa anche delle vite umane, tutte giovani vite. Se ritornasse sulla terra Stradivari piangerebbe nel vedere tutti gli abeti rossi che lui preferiva e cercava ascoltando il loro suono con l’aiuto di un martello. Non che non ci sia chi si chiede come fare a lavorare l’abete rosso una volta finite le scorte, perché la val di Fiemme è nota per i liutai di fama.

 

 

A distanza di poche settimane hanno cominciato a lavorare nel trasportare i grossi tronchi che ci sono nei boschi, delle piante che hanno cento, centocinquanta anni! Piante che solo un vento veramente forte è riuscito a sradicare. Gli alberi ammassati a terra sono tanti, chissà quanto tempo servirà perché la natura possa ripristinare l’habitat preesistente, oltre al pensiero che l’albero si può rovinare a lasciarlo sotto la neve.  Quando eravamo giovani c’erano le stagioni non solo sul calendario ma anche nella corrispondenza del clima. Non era mai successo che  nella mia regione arrivassimo a 28 gradi il 25 di ottobre come lo scorso anno, anzi posso dire con sicurezza che da bambina il primo novembre il più delle volte c’era la neve. Ricordo tante volte che eravamo al cimitero con i piedi gelati dalla neve ed il prete teneva lunga la S. Messa!

Siamo arrivati alla primavera un po’ alla volta con un inverno tepido e una primavera dapprima quasi estiva poi ecco la neve in maggio, nel mese che era da sempre il più bello e romantico. Tutti i passi chiusi, metri e metri di neve. Per settimane hanno dovuto pulire le strade oltre che per la gente del posto,  anche per il passaggio del giro d’Italia che puntuale arriva ogni anno in questo periodo.

 

Il ciclismo è molto seguito nella nostra regione, perciò l’impegno ancora più forte nel cercare aiuti per aprire i passi. L’ultimo passo è stato aperto dopo che il giro era finito e sembra di passare in un corridoio d’ospedale, infatti per un centinaio di metri c’è la strada con ai lati muraglioni alti 7 metri di neve bella bianca.

 

 Alla seconda settimana di giugno, sembrava che tutto andasse per il meglio, a Merano è arrivata una tromba d’aria ad 85 km. orari, comincio con il dire per fortuna solo due infortunati, una mamma con il bimbo di tre anni che se in un primo tempo sembravano gravi tanto da dover portar via il bimbo con l’elisoccorso per farlo ricoverare a Bolzano, poi è arrivata la buona notizia che entrambi erano fuori pericolo.

 

La città nel centro e Maia Alta con le passeggiate Gilf, Promenade, Passeggiate d’inverno sono un mezzo disastro, alberi rotti, sradicati. Dalla passeggiata che mi ero prefissa ritorno a casa con un po’ di amarezza, lungo il Passirio hanno dovuto tagliare altri pioppi, il grande vento anche se non gli ha sradicati gli ha resi insicuri.

La sola cosa che mi offre tanta gioia sono i fiori che nonostante la neve, il vento il passare dal gelo a 32° di calore nel giro di pochi giorni sono sempre meravigliosi. Forse bisogna accettare la natura con più spirito, tanto anche se rimango male non cambia niente.

Un saluto a tutti gli amici.

 

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