Archive for giugno 15th, 2019

CINQUANT’ANNI FA di Gabriella.bz

       

CINQUANT'ANNI FA

 

Molti anni fa, mettiamo una cinquantina, la gente era più allegra, anche se doveva lavorare di più perché non c’erano tutti gli attrezzi elettrici che usano ora. Si sentiva il contadino fischiare mentre raccoglieva le mele e le donne cantavano contente del lavoro, fischiavano gli uomini mentre dovevano con i buoi arare la terra.

Quando poi era il momento della vendemmia sembrava che il profumo dell’uva inebriasse tutti. Se passava il postino si sentiva e si capiva chi era per il suo canto, Walter ti cantava le canzoni di Claudio Villa, aveva una voce che incantava. Aldo era un postino più calmo ma aveva una voce da tenore e altri fischiavano le canzonette.

Del panettiere ho un ricordo particolare, ero a Milano per qualche giorno e in mattinata lo vedevo fischiare tranquillo con la sua bicicletta carica di pane da portare alle clienti, cosa che non succedeva da noi, ognuno andava a comprarsi il pane.

Pensavo che in città non fischiasse la gente, ma tutto il mondo è paese. Il calzolaio nel suo botteghino che aveva un odore di gomma e di cuoio ti cantava le romanze mentre attaccava le suole o ti cuciva le cartelle per ritornare a scuola in autunno. Se andavi nell’osteria del paese per prendere il vino, l’oste era contento e fischiava con i suoi avventori che raccontavano le barzellette.

Chi racconta più barzellette come una volta? Io non sento più nessuno. Nei miei racconti dei tempi lontani ho sempre detto che forse c’era la miseria e la povertà ma non è mai mancata l’allegria. Accanto a noi abitava una famiglia povera, forse per il poco lavoro che aveva quel padre ed i troppi figli nati, ma il pane l’hanno sempre avuto, le patate le aveva di suo e il companatico una volta uno , una volta l’altro delle persone che ne conoscevano la miseria li hanno aiutati fino a che non ha trovato lavoro.

Anche loro perciò si sentivano sereni e potevano osservare il sole sorridendo e cantando come tutti. Un po’ più lontano viveva una famiglia di falegnami, e se solo ci si avvicinava ecco il canto di un figlio o dell’altro, erano tanti ma non mancava niente avevano la gioia in cuore oltre che il canto per vocazione, infatti alcuni hanno studiato canto e uno maestro d’orchestra. Tutto questo succedeva molti anni fa. Poi sono arrivata nella più bella città che potessi desiderare, e molto è cambiato, siamo nei paesi del bilinguismo, ti parlano per primo in tedesco poi naturalmente arriva l’italiano, pochi salutano, una parola gentile è difficile che ti venga detta. I canti non ci sono più, e l’allegria bisogna cercarla, tutto questo nella nuova casa.

Fuori prima ti rivolgono la parola in tedesco ma poi parlano sempre nella tua lingua, non conviene a nessuno parlare un idioma sconosciuto ai clienti dei negozianti, baristi, o commercianti. D’accordo sono in una città mezza tedesca, il mio condominio è in un quartiere italiano per così dire, infatti prima che arrivassero tutti quelli del condominio dove abito io non c’era un tedesco, ora in quaranta appartamenti, gli italiani sono circa dieci.

Tempo fa c’era una festa per carnevale, una piccola orchestra ha suonato per due ore solo canzoni tedesche all’infuri di “Marina“ unica canzone italiana che conoscevano. Per chi mi chiedesse parla anche tu il tedesco, rispondo subito; parlano tutti i dialetti della zona nessuno parla il vero tedesco.

Per fortuna per stare in compagnia non devo fermarmi alle loro feste, ci sono andata per accompagnare una signora in difficoltà a camminare, e visto che ero lì mi sono fermata. Posso dire che è ben triste vedere che i tedeschi non ti offrono un sorriso neppure se sei tu la prima ad offrirlo.

Ora vi scrivo una poesia che mi hanno donato in una casa di riposo, per cercare di farne un racconto per i non più giovani! In tanti la ricorderanno ma di solito si trovano scritti solo i primi 3 /4 versi.

 

Valore di un sorriso

Un  sorriso non costa nulla

E rende molto.

Arricchisce chi lo riceve,

senza impoverire chi lo dona

non dura che un istante,

ma il suo ricordo

è talora eterno.

Nessuno è così ricco

Da non poterne fare a meno.

Nessuno è così povero

Da non poterlo dare.

Crea felicità in casa

È sostegno negli affari

È segno sensibile

Dell’amicizia profonda.

Un sorriso

Dà riposo alla stanchezza;

nello scoraggiamento

rinnova il coraggio

nella tristezza è consolazione;

d’ogni pena

è naturale rimedio.

Ma è bene che non si può

Comprare ne prestare,

ne rubare, poiché esso

ha valore solo nell’istante

in cui si dona

E se poi incontrerete talora

Chi non vi dona

L’atteso sorriso;

siate generosi e date il vostro;

perché nessuno ha tanto

bisogno di un sorriso come chi

non sa darlo ad altri.

Faber

Amici cerchiamo di sorridere e offrire il sorriso se ora il cantare non è più di moda.    Un saluto.

 

   
Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE