Archive for agosto 24th, 2019

LA SEDIA A DONDOLO

   

LA SEDIA A DONDOLO

 

Tranquilla e serena dondolando leggermente la sua poltrona guardava il caminetto spento, era estate e solo dopo un forte temporale lo si accendeva, per stemperare un po’ la sala.

In grembo aveva un libro e gli occhiali tentavano di cadere perché era lontana con il pensiero, non aveva più voglia di leggere, né di dare uno sguardo al PC, per vedere se c’erano messaggi. Dondolando teneva la testa girata, vedeva un tavolino coperto di un centrino fatto all’uncinetto e sopra tante foto, le foto dei genitori, del marito dei figli e dei nipoti. Accanto a lei non aveva nessuno. Era rimasta sola in quella grande casa con l’unica compagnia, una donna che puliva e preparava il cibo e in occasioni speciali era cameriera.

Una buona donna di un paese vicino, la sera andava a casa sua per ritornare all’alba con il latte fresco appena munto. Al mattino dopo aver fatto colazione e un’attenta toilette la nostra signora era solita mettersi al computer per vedere chi le spediva il buongiorno, qualche saluto. Passava poi di blog in blog per vedere le novità, certo cominciava dal Bosco, il suo preferito, ma tutti avevano un nome noto e qualche frase già sentita.

   

Il computer per lei non aveva segreti, erano più di vent’anni che aveva cominciato ad usarlo, certo i primi tempi era per un lavoro ben definito, poi con il tempo aveva iniziato con uno suo a casa, così aveva capito un po’ tutto, di come andava usato e tutte le pagine che poteva aprire senza aver timore di sbagliare.

Alcuni giorni fa ero in una casa di riposo a far visita agli anziani e trovo una signora che fa visita anche lei come volontaria, una persona distinta, molto elegante.

Mi sono soffermata a guardarla solo un attimo perché mi sembrava una persona già vista ma poi ho continuato a raccontare le storie ai miei vecchietti. Dopo un’ora come al solito arriva la suora per portarmi il caffè, sul vassoio aveva due tazzine e mi dice: uno a lei e uno alla signora che è arrivata oggi per la prima volta.

Avevo capito che parlava della signora elegante. Infatti si è avvicinata, ci siamo salutate e osservandoci ci siamo dette, io la conosco ma non ricordo, così ci siamo sedute per scambiarci le nostre idee oltre che per bere il caffè.

 

Ho chiesto alla signora come mai era venuta a visitare gli anziani e lei mi rispose: per ora non glielo dico se ci ritroveremo le dirò il mio segreto. Abbiamo poi continuato ognuna con il proprio gruppo e alla fine delle mie due ore io sono uscita salutando tutti.

Dopo pochi giorni ero in centro e mi stavo avvicinando ad un taxi per farmi riportare a casa, era troppo caldo per attendere l’autobus. Dal taxi è scesa la signora elegante; appena mi ha vista ha esclamato grazie di essermi vicina, la prego mi accompagni dal dottore abita in questa casa. Mi son detta caldo da un dottore non è, posso aiutarla, a me è solo il grande caldo che mi fa soffrire. Si vedeva che nonostante il rosso del viso per il gran caldo soffriva le sono stata accanto mentre si attendeva il dottore e nello spazio di pochi minuti mi ha detto che si chiama Elsa ha la stessa mia età non ha una malattia cronica ma in questi giorni soffre di tutto un po’. E’ entrata dal medico un po’ impaurita, ma dopo quindici minuti circa è uscita serena ma con una lista di esami da fare per tranquillizzare lei ed il dottore. Arrivate a terra dopo aver fatto un paio di scale stava continuando a ringraziarmi per averla accompagnata. Ho spiegato che non mi doveva ringraziare, un piacere lo si può fare e con lo sguardo stavo a vedere che di taxi non c’era l’ombra. Ho chiamato i numeri che conoscevo molto bene ma erano tutti occupati, compresa la centrale dei taxi. Elsa allora mi disse, che ne pensi di andare qui vicino a mangiare e così abbiamo fatto, poi con calma ho ripreso a chiamare taxi fino a quando ne è arrivato uno.

Mentre si mangiava Elsa mi aveva chiesto di andare a casa sua non tanto per accompagnarla ma per stare assieme ancora e parlare di noi. Arrivati a casa mi sembrava di sognare, non era una casa ma un palazzo patrizio con le mura in stile Liberty potrei dire come tanti che abbiamo a Merano.

 

Ora ci ricordavamo anche in che occasione ci eravamo viste, mentre attendevamo che la cameriera portasse il caffè mi disse: ti posso dire perché sono venuta un giorno a visitare la casa di riposo e ti posso dire che era la seconda che visitavo un ricovero. Molto tempo fa girando per le pagine del computer ho trovato un racconto di una signora che si firma con il tuo nome, e parla di quegli anziani che alle volte va a trovare, mi ha molto incuriosita e dopo essere andata a visitare quello di Maia Alta, son passata a guardare quello dove ci siamo incontrate. Mentre parlava era entrato il caffè con un servizio davvero da fiaba.

Finito di bere il caffè mi chiese se avevo il computer, le dissi di si e lei mi spiegò come dovevo fare per entrare a leggere racconti, la guardai poi le dissi: se vuoi ti presento la persona che scrive i racconti firmandosi con il mio nome. Lei mi guarda poi mi dice, sai alla casa di riposo mi era venuto il dubbio perché tu parli agli anziani mentre stanno in cerchio e io mi sono ricordata, ma poi mi ero detta no non era possibile che senza volerlo ti avessi trovata. Ti avviso che passato il grande caldo mi metterò a scrivere la nostra storia le dissi, segui sempre il Bosco, ma ho notato che il tuo nome non compare mai, saprai che si può entrare leggere senza essere visti mi rispose. Dopo esserci scambiati i numeri telefonici ci siamo salutate come vecchie amiche. Eravamo stanche entrambe ma io dovevo trovare un taxi per ritornare a casa. Elsa si starà riposando sulla sua bella e comoda poltrona con il caminetto spento davanti?

Io la immagino così.

       
Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE