Storie di oggi: MISERIA E ONESTÀ
Scritto da Giuseppe il 1 Novembre 2019 | 10 commenti- commenta anche tu!
MISERIA E ONESTÀ
Voglio raccontare questa piccola storia, vicenda di questi giorni veramente accaduta e vissuta in prima persona, perché mi ha fatto riflettere sulla vita di molte persone nella società di oggi e quindi la porto a conoscenza delle Amiche e Amici del Bosco.
Chiamo Vincenzo il personaggio perché non mi sono preoccupato di chiedere il vero nome e comunque, anche conoscendolo, non lo avrei rivelato per il rispetto della sua privacy.
Vincenzo, ha un’età indefinita ma, a prima vista, può essere compresa tra i 60 e gli 65 anni.
Rimasto senza lavoro per la chiusura di una delle tante industrie che, per un motivo o per l’altro, cessano l’attività in questa nostra bella Italia. Messo in mobilità, aveva usufruito di un periodo di cassa integrazione ed alla fine di questa si è ritrovato disoccupato, in cerca di un lavoro che non si trova.
La somma dell’età e dei contributi obbligatori accantonati nell’Istituto di Previdenza con i lavori saltuari effettuati nell’arco della vita, non gli consentono di raggiungere la fatidica quota 100 per aver diritto alla pensione e per effetto dell’età non può ancora chiedere di poter andare in pensione o usufruire dell’assegno della pensione sociale.
Ha due figli entrambi emigrati, uno in Germania e l’altro in Inghilterra ma non possono aiutarlo e non trova nessuno disposto a dargli almeno un piccolo aiuto ma deve pur vivere per cui deve racimolare qualcosa per risolvere il problema vita.
Come tutti, deve mangiare, pagare l’affitto di casa, le bollette dell’energia elettrica, la bombola del gas, ecc. ecc.
Per dignità morale alla quale ha sempre tenuto nella sua vita, non vuole umiliarsi a frequentare i Centri Caritas per usufruire di un pasto caldo per lui e per la moglie a carico.
Si è inventato l’attività di rivendita di libri e giornalini usati in una bancarella improvvisata fuori del mercatino rionale. Non è una bancarella vera e propria perché Vincenzo espone la sua misera e ristretta mercanzia sopra delle cassette di frutta vuote e capovolte, giusto per non mettere tutto il suo prezioso materiale per terra sul marciapiede.
Sono messi bene in evidenza i libri della serie Harmony, Liala e altri, i giornalini di Topolino e i vari fumetti datati di personaggi come Zagor, Capitan Miki, Tex, ecc., non tutti in buone condizioni d’uso ma che, proprio per questo, mantengono un certo valore perché appartenenti ad un periodo passato e quindi da considerare “d’epoca”. Molti di questi riportano in copertina il prezzo in “Lire” per cui sono di edizione antecedente al 2002.
Una signora si ferma, sceglie, tra quelli esposti, uno dei libri di Harmony e chiede: “Quant’è?” – “Un’euro” risponde Vincenzo. La signora consegna il suo euro e se ne va felice di aver trovato a così poco prezzo, qualcosa per i suoi momenti di relax.
Il fatto mi ha incuriosito, mi avvicino alla “bancarella”, scelgo un volumetto del mensile di Tex di oltre dieci anni prima e chiedo anch’io “Quant’è?” la risposta di Vincenzo è sempre “Un’euro”. Consegno un euro nelle mani di Vincenzo e vado via, contento di andare a leggere una storia di Tex che forse non ho ancora letto malgrado ne abbia letti tantissimi della serie.
Letta la piacevole vicenda di tipo western, Il giorno successivo ritorno da Vincenzo e gli riporto il giornalino in modo che potesse rivenderlo guadagnandosi un altro euro e lui mi ringrazia.
Scelgo un altro giornalino, sempre della serie di Tex, e chiedo, come di consueto, quanto gli devo. “Niente!” dice, è un cambio, mi ha riportato l’altro. Rispondo: “Ma no, che c’entra, gliel’ho riportato perché possa guadagnarsi un euro, ora acquisto questo, mi dica quando devo”, “Sempre un euro” risponde Vincenzo.
Noto che tra la sua merce Vincenzo ha anche dei vocabolari del tipo tascabile, scelgo quello “ITALIANO-RUSSO”, solo per curiosità, non perché abbia intenzione di imbarcarmi nello studio della lingua russa e chiedo: “Questo quanto costa”, “Un euro”, risponde Vincenzo. Pago il tutto, naturalmente senza alcuno scontrino di cassa, e vado via.
Nei giorni successivi la storia si ripete: vado alla bancarella, scelgo qualche volumetto e pago… sempre un euro cadauno.
È stato in queste occasioni che tra me e Vincenzo è nata una certa confidenza e e tra una frase e l’altra, mi ha raccontato quanto ho descritto in precedenza sulla sua situazione oggi, di venditore ambulante senza licenza.
La bancarella è sempre ben rifornita e chiedo a Vincenzo dove reperisce il materiale. Mi riferisce che la Domenica e nei giorni festivi in generale, nella zona di Viale Trieste, c’è un grande mercato all’aperto dove si vende di tutto, quindi anche libri, giornali e riviste varie che si acquistano in blocco, direi quasi un mercato all’ingrosso per i rivenditori di periferia.
Mi sono ricordato allora di un biglietto che avevo trovato, tempo fa, sia sotto la porta che nella cassetta delle lettere, diceva così:
Ho capito che dietro quella improvvisata bancarella c’è tutta l’inventiva dell’arte di arrangiarsi alla quale Vincenzo fa parte in piena onestà e dignità umana.
Non si è umiliato a tendere la mano in un angolo di strada per chiedere l’elemosina come fanno tanti extracomunitari nel nostro paese ma ha voluto mantenere, seppure con un lavoro umile e che rende poco, il suo orgoglio di onesto cittadino che vuole mantenere la sua dignità come essere umano.
Un piatto di minestra calda, mangiato nell’intimità del focolare domestico, ha tutto un altro sapore.
Complimenti a Vincenzo… gli auguriamo tutto il bene del mondo e che possa risolvere presto i suoi problemi di esistenza con una dignitosa pensione cui tutti hanno diritto.




