Archive for febbraio 1st, 2020

GLI ANIMALI CAPISCONO – post di Sandra.vi

   

GLI ANIMALI CAPISCONO

 

E' una bella mattina di Ottobre. Come sempre apro le imposte, trattenendole ed ammirando quel cielo così terso, le montagne non molto alte. Alle luci del mattino le montagne, piene quasi fino in cima di ulivi, sembrano di un bellissimo verde-grigio.

Vengo attirata da mucchietti di terriccio ai lati della finestra, lascio le imposte e guardo due colonne di formiche vengono dal tetto, una sale, l'altra scende, Tutt' e due entrano in un buco a lato della finestra.

Chiamo mia figlia, la quale viene subito, guarda e mi dice: “Aspetta, torno”. Infatti torna con una ciotola di pepe rosso, con uno straccio intriso di pepe pulisce il muro e poi cosparge il resto sul davanzale. Vediamo tutte le formiche cadere, chiudiamo e lasciamo la camera. Dopo qualche ora mi ricordo delle formiche e torno in camera, guardo dalla finestra e... non mi sembra possibile; una formichina sta tirando un'altra dalla polvere di pepe fino dove è ancora pulito e, tenendola per le zampine, dà l'impressione che le pratichi una rianimazione.

Osservo veramente esterrefatta, e mi devo convincere che cerca di rianimarla. Non posso fermarmi di più, devo uscire con mia figlia, alla quale racconto il fatto. Ma lei scuotendo il capo, risponde, “andiamo, è tardi, hai visto male, impossibile”. “Va bene, avrò visto male”, le rispondo.

Come torniamo salgo incuriosita, nella polvere ci sono le formiche morte, ma lo spazio pulito è libero e quelle intontite sono sparite. Aiutate dalla piccolina? Rimessesi da sole? non lo saprò mai, so solo che non ci sono più. Non è la prima volta che noto questi strani casi fra questi animaletti che in qualche modo trasmettono fra loro, comunicano.

 

Mi ricordo quando passeggiavo tra gli ulivi con mia nipote, allora piccola, e incontravamo delle file di formiche: “Nonna, nonna, guarda le formichine, posso aiutarle” erano parole sprecate; trovava modo di trovare dei piccoli steli, li poneva un po' più avanti della formichina e quella più in fretta se lo riprendeva e cosi fino al buchetto del nido dove spariva formica e stelo. “Hai visto nonna che abbiamo fatto in fretta, ora riprovo”. “Ora basta, andiamo, ti prego, dobbiamo andare” “Un attimo e arrivo”. La lasciavo fare per un momento ancora, ora ricordando mi chiedevo, come poteva capire la formichina che veniva aiutata? Non certo comprensione, ma un determinato istinto.

   

Seduta sotto il portico di casa sto pensando, ma anche le api s'allontanano dall'alveare in cerca dei fiori più belli, si fermano se occorre e poi tornano decise al loro alveare, si sono pure comunicato qualcosa? Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che qualcosa mi si strofina vicino, un verso mi distrae; è Mito, la mia gattina, che cerca di attirare la mia attenzione.

Lei non miagola, è un versetto strano, come se... volesse dire qualcosa. No, non penso sia possibile, quello che vuole è che io l'accarezzi e possibilmente la prenda in braccio. Ogni volta è un tentativo, ma sa che io non voglio, e lei si stende ai miei piedi. Mito ha fatto due micetti; emette quel suo strano versetto ed ecco arrivare due gattini biondi. E' bello vedere come li accoglie, li lecca, colla sua coda li stringe a se quasi volesse baciarli. Sempre col suo versetto. Poi li lascia, loro corrono veloci nel giardino e si accapigliano si azzuffano, giocano...........

Mito torna da me si sdraia serena, mi guarda ed, emettendo quel suo strano suono, si allunga tutta ai miei piedi. Scuoto la testa, accarezzandola e pensando fantasie di una quasi vecchia nonna, sto sognando ad occhi aperti?

Cosi fra tanti dubbi ho voluto mettere per iscritto questi miei pensieri.

 

 
Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE