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ATTENDERE LA NEVE di Gabriella.bz

ATTENDERE LA NEVE

 

Siamo nell’Inverno inoltrato e si avvicina la Primavera ed io sono stanca di attendere la neve che non arriva. Anche il riscaldamento in casa quest’Inverno si è acceso poche volte perché regolato in automatico da un termostato secondo la temperatura esterna. Tutto cambia e questo asciutto non fa bene a nessuno così ho deciso di partire e ho preparato una piccola valigia. Ho chiuso casa e ho avvisato i miei figli che andavo dove si poteva respirare il freddo e camminare sulla neve.

 

Prima di partire avevo fatto qualche telefonata per informarmi dove potevo trovare la neve. Val di Non era sulle montagne ma niente da fare, io volevo camminare sul manto bianco, allora ho chiamato una vecchia amica in Val di Sole, si mi dice, se vai su, verso la Val di Rabbi, trovi quello che cerchi. Vieni a trovarmi al tuo arrivo, perciò la mia decisione era ferma e decisa, su in cima alla Val di Sole. Sono arrivata dopo quasi tre ore, muoversi senza automobile equivale a girare non poco in mezzo alle valli dove passa dapprima il treno poi il tram delle Ferrovie della Trento Malè.

Ponte viadotto ferroviario a Cles

 

Al mio arrivo ho sentito subito il profumo della neve, che bello! Solo chi ama la neve mi può capire. Rosa la mia vecchia amica ha sentito il mio passo e visto la mia ombra passare davanti alle finestre è uscita, mi osserva poi mi abbraccia, eravamo a scuola assieme, ci eravamo poi viste in diverse occasioni ma sempre a distanza di anni. Vieni mi dice, accomodati, mi offre il caffè poi chiedo, hai prenotato la stanza in albergo per me? No ho pensato che se vuoi ti puoi fermare qui, così possiamo chiacchierare dei vecchi tempi e delle vecchie conoscenze. Io sarei stata più contenta di restare sola la notte in albergo, ma lei forse leggendomi nel pensiero, mi avvisa che al piano superiore è rimasta vuota la stanza di sua figlia, (bella fredda). Allora accetto e su mio invito, decidiamo di andare a cena fuori. Camminiamo su poca neve, la strada era stata pulita, ma dai cumuli sui lati si poteva prenderla per farne delle palle di neve, da giocare come una bimba. L’indomani mi sono alzata con il pensiero di andare verso l’alto, non sui monti, ma su per la valle per vedere dove nasce il torrente Noce, non sono arrivata fino alla foce ma ho potuto vederlo e lungo il suo letto ho trovato tanto gelo, mi sembrava di ritornare ai tempi passati.

Ho potuto notare orme di animali, ma credo siano solo di cervi, il ghiaccio non si segna per i caprioli, il loro peso non è sufficiente e meno che mai per altri animali più piccoli. Ai lati del fiume o torrente?Mi sono inginocchiata per sentire i ghiaccioli che pendevano dai rami e si lasciavano accarezzare dall’acqua che passava sotto di loro. Alzandomi mi son guardata attorno, c’erano solo pochissime persone lungo tutto il pezzo di terreno che potevo vedere, ed era molto lungo, fotografavano i paesaggi. A me sembrava di essere in Paradiso. Cammino lentamente anche per non cadere sul ghiaccio, credo sia da tanto che ha nevicato, perché è un ghiaccio molto duro, dopo aver nevicato penso abbia piovuto e poi gelato, altrimenti non era possibile fosse tanto duro, non per me, ma per gli animali. Allontanandomi un po’ dal fiume vedo pochi ciuffi d’erba mezza secca, penso, c’è un pasto per un animale. Per questa giornata basta, ritorno da Rosa. 

L’ho trovata in pensiero anche se l’avevo avvisata che sarei rimasta fuori tutto il giorno. Mi dice, non conosci questi posti, no è vero ma lungo la valle ho preso il tram, poi la tua valle è come la mia, ed io conoscevo da piccola già i nomi dei tuoi paesi e con il tram o corriera ci sono passata molte volte. Ho fatto il ritorno quasi tutto a piedi, sono salita sul tram solo per fare l’ultimo tratto. Ma non hai paura a girare per i boschi da sola? No assolutamente, ho più paura a girare per la città di notte.  Rosa domani vuoi venire con me? Mi chiede se deve camminare tanto, no, dico andiamo su verso la Val di Rabbi. Ok mi dice proviamo ad andare, io sono una ventina di anni che non ci vado, ma non credo sia cambiata tanto le dico. Prendiamo una corriera, e in poco siamo arrivate. Adesso guardiamoci attorno per vedere che strada è meglio prendere per andare a passeggiare sul ponte Tibetano.

 

Ponte tibetano in Val di Rabbi

Rosa mi guarda e mi chiede, non vorrai andare su quel ponte? Si le dico, non è il primo che attraverso, non è pauroso, dai vieni! Io sapevo che c’era e tu che abiti a pochi km non lo hai mai visto? Rosa proprio non ha voluto venire, abbiamo allora cambiato direzione e siamo andate ad ammirare un ruscello, dove l’acqua si sentiva gorgogliare, ma non si vedeva causa il ghiaccio che lo copriva. Una cosa meravigliosa, non credo di aver mai visto niente di simile. Abbiamo poi camminato verso la valle per andare a prendere la corriera e siamo scese fino a Malè dove a pochi passi dalla stazione del tram, ricordavo un bel ristorante.

Il ristorante era ancora migliore di quello che ricordavo, abbiamo mangiato di gusto e parlato dei vecchi tempi, io mi sentivo bene anche se in paese non c’era la neve, ma ne avevo calpestata parecchia il giorno prima ed a Rabbi, dove non ho potuto andare sul ponte Tibetano mi sono divertita a camminare dove era possibile lasciare le mie orme su tutta quella neve. Domani ho intenzione di ritornare a casa, mi dispiace lasciare la neve, ma ho nostalgia dei nipoti e figli per finire anche del mio appartamentino.

Arrivederci Rosa grazie per essere stata un valido punto d’appoggio per farmi calpestare la mia amica neve.

 
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