Archive for febbraio 19th, 2020

BUON CARNEVALE

Chiedo scusa agli Amici del Bosco perché siamo arrivati al

GIOVEDÌ GRASSO,

tra una settimana inizia la Quaresima,

e non abbiamo ancora parlato delle

Feste del Canevale.

Lo facciamo oggi, ringraziando l’Amica Enrica Bosello per averci inviato questo bel post che pubblichiamo con vero piacere.

   

 

IL CARNEVALE DI FANO

   

Il Carnevale più antico

Che il carnevale abbia origini antiche l'ho sempre sentito dire, si festeggiava nell'antica Grecia, dando luogo a riti di eccitazione sfrenata, venerando Dionisio, attraverso la consumazione di carni e di vino, e di rappresentazioni teatrali con rituali e maschere. Queste feste si propagarono nel mondo romano, (Baccanali) influenzando i Saturnali che veneravano Saturno, Dio dell'abbondanza, in prevalenza del vino e della frutta.

Nei Saturnali, i partecipanti vivevano la festa a prescindere dal ceto sociale, senza contrasti e distinzioni, attraverso le maschere, che garantivano l'anonimato, molto spesso i servi venivano serviti dal padrone.

Nel medioevo, attraverso la "Società dei folli" il carnevale diventa modo di aggregazione per tutta la comunità urbana. Con Lorenzo il Magnifico, nella città di Firenze iniziarono le sfilate dei carri allegorici, dedicati a Bacco e Arianna.

Ineggiando così il vino e l'amore.

Nell'ottocento, il carnevale ha avuto il periodo migliore, perché la borghesia italiana e di tutta Europa, si giovava di questa festa e delle sue maschere, con commedie dell'arte, balli nei teatri, cortei grandiosi e festeggiamenti privati fantastici e sontuosi.

   

Il periodo di baldoria e sfrenata abbondanza che caratterizzava il carnevale di un tempo, introduceva al periodo di digiuno e penitenza della Quaresima.

Il novecento è un secolo sfortunato, con due guerre, in Europa, questa festa, si ferma, ma riprende nuova vita nelle Americhe.

Rio de Janeiro, e New Orleans sono le nuove capitali del Carnevale.

   

L'Italia ha al suo attivo diverse città che sono conosciute per il proprio Carnevale:

Venezia,

Viareggio,

Acireale,

Cento,

Ivrea,

Fano....

ecc, ecc.

Fano è sempre stato considerato uno dei più antichi Carnevali al mondo, un documento dell'Archivio di Stato risalente al 1347, ne attestava la data. Recentemente presso un locale dell'archivio diocesano è stata ritrovata una pergamena che sposta le lancette dell'orologio ancora più indietro: si torna all'anno 1231.

Saranno gli studiosi a verificare la veridicità della nuova pergamena.

E' comunque certo, che il carnevale di Fano, vanta una ampia documentazione storica.

 

E' una festa di popolo in cui storia cultura tradizioni e creatività, si completano dando vita a qualcosa di irripetibile.

Johann Wolfang Goethe dopo aver assistito ad un carnevale durante il suo "Viaggio in Italia" scrisse:

"Il Carnevale è una festa che il popolo da a se stesso".

Storia cultura tradizioni e creatività, si completano dando vita a qualcosa di irripetibile.

La sfilata si sviluppa su tre passaggi:

Il giovedì grasso, per le vie cittadine preceduto da un Editto, si presenta il "Pupo", è una figura simbolica di grandi dimensioni, a cui i grandi della città consegneranno le chiavi.

Il ruolo del Pupo, detto anche Vulon, è di sovraintendere a tutti gli eccessi di tipo carnevalesco, e su di lui, che da secoli è il capro espiatorio, verranno scaricate tutte le colpe commesse dalla comunità nei giorni di libera licenza.

     

Il martedì successivo, dopo un processo buffo, comico, e simbolico, il pupo viene condannato e mandato al rogo nella piazza principale, oltre agli errori commessi dagli abitanti della città, il pupo, deve portare via con se anche l'inverno, per consentire così la nuova rinascita della terra.

Viene preannunciato il rito con una sfilata di maestosi carri allegorici di carta pesta, coinvolgendo il pubblico al rito sulla fecondità. Mentre una banda folkloristica "Musica Arabita" accompagna le sfilate suonando gli strumenti più strampalati

campanacci, barattoli di latta, caffettiere, brocche, ombrelli, bottiglie e quant'altro.

 

Nata nel 1923 era il divertimento del popolo fanese che, facendo il verso ai salotti aristocratici, si inventò la propria musica con oggetti poveri e di recupero.

Il carnevale come tutte le feste cicliche ogni anno rinasce e poi muore, il canto di addio è infatti un arrivederci:

"Se ne va, se ne va, lascia che se ne vada, tanto ritornerà.

   

Rende molto meno amaro il distacco, una cornucopia ricolma di dolciumi, realizzata da paolo del Signore.

E il famoso Getto, ovvero il lancio di quintali di dolciumi dai carri allegorici

Chiude il terzo giro la sfilata dei carri illuminati che attraverso le illuminazioni creano giochi di luci.

A questa festa partecipano tantissime persone, ha ospitato anche un Premio Nobel, Dario Fo, che ha animato per diversi giorni la città, con una sceneggiatura originale, tanto che fu invidiata da tutti gli altri carnevali. Il carnevale è un bene culturale e storico, ha radici fondate nel nostro passato e oggi è riconosciuto dall'UNESCO e dal Senato della Repubblica Italiana.

 

     

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE