L’ULTIMO DONO
Scritto da Giuseppe il 16 Maggio 2020 | 10 commenti- commenta anche tu!
OTTORINO MASTINO
UN VERO GRANDE AMICO
Ottorino Mastino 1914-2013
Si proponeva di raggiungere i cento anni l’Amico Ottorino, non aveva raggiunto il secolo ma ci era arrivato vicino. La sua vita è stata comunque molto intensa e ricca di soddisfazioni e riconoscimenti.
Il nome Ottorino gli era stato attribuito per il fatto di essere l’ottavogenito di una famiglia numerosa che allora era orgoglio dei padri, più figli, più onore, ma, come sempre, erano grandi sacrifici e sofferenze per le madri che si sobbarcavano gli oneri pesanti del tirar su la famiglia.
Ottorino aveva avuto grandi onori e riconoscimenti nella sua vita, ma negli ultimi anni, quando per le limitazioni imposte dall’incedere dell’età ormai avanzata, era costretto a restare relegato in casa, la maggior parte degli amici del periodo vissuto in auge, lo avevano abbandonato e forse pure dimenticato.
Io ero uno dei pochi, forse anche l’unico, che lo andava a trovare sistematicamente per una chiacchierata, uno scambio di pensieri che includevano reciproci ricordi di vita vissuta e in tali occasioni non poteva mancare l’assaggio di un sorso del suo rinomato prodotto vinicolo: la malvasia di Bosa, di cui era orgoglioso.
Si lamentava che persino i figli, lontani per lavoro, lo venivano a trovare con frequenze troppo distanti dal suo punto di vista, solo un nipote, al quale era particolarmente legato, lo veniva a trovare con regolarità.
Ogni volta che andavo a trovarlo, Ottorino non sapeva come ringraziarmi ed in una di queste occasioni volle dimostrarmi la sua gratitudine facendomi dono del libro che rappresentava l’ultimo riconoscimento di una delle sue innumerevoli opere letterarie.
La presente copia del volume viene dedicata a
Ottorino Mastino
Autore dell’opera
CAGLIARI VIVA
Menzione Speciale della Giuria per la Poesia
CAGLIARI VIVA
«L’autore dipinge con il linguaggio ed è un ottimo pittore. Il paesaggio è visto senza slanci espressionistici, anzi in modo decisamente impressionista, badando a far emergere le cose stesse, al di qua di ogni intenzione, riflessione e deformazione soggettiva. D’altra parte ciò è esposto programmaticamente nella strofa iniziale, in cui la città è come tolta dal tempo – dimensione unicamente umana – e sollevata a un’esistenza eterna, metafisica.»
Ottorino mi aveva già donato altri dei suoi libri con i quali aveva raccontato di Bosa, sua città natale ed altri che raccoglievano i suoi innumerevoli racconti e poesie.
Nell’ultimo libro regalatomi è riportata la poesia che descrive Cagliari, sua città d’adozione, nella quale, per ragioni di lavoro in veste di giornalista di uno dei principali quotidiani della Sardegna, ha vissuto la maggior parte della sua esistenza, pur senza mai dimenticare Bosa dove aveva la residenza il suo cuore.
CAGLIARI VIVA
Dai bianchi colli fino al mare
in alone di luce e sole
Cagliari sei metropoli
senza tempo
In dolce danza ti sferza il vento salso
e ti allontana foschia ed effluvi
e par che penetri tra pomposi palazzi
ed alveari dormitori.
Da belvederi e bastioni,
da torri e vecchie mura
di pietre inanimate,
porgi paesaggi dolci di sogno.
Vie singolari di antichi splendori
dove solo l’uomo cammina;
viadotti, ponti, strade dal serrato traffico,
che celano ruderi storici di remota città;
pianure ed alture di case,
schelettrici pini,
mari, navigli vele
e pescatori stanchi.
Ancora laggiù
Litorali dalle bianche rene,
ampie marine dove molti crogiolansi al sole,
o danzan nelle acque in fermento.
Da un ciclo crepuscolare, fenicotteri in file perfette
planano sugli stagni in rosa armonia.
Tra le canne lacustri, variopinti uccelli
frullano, stridono e pigolano.
A ponente,
laguna bruna in acque incantate,
leggeri natanti,vaganti,
verso il tramonto rosso.








