LA QUARTA STAGIONE di Gabriella.bz
Scritto da Giuseppe il 5 Settembre 2020 | 13 commenti- commenta anche tu!
LA QUARTA STAGIONE
Il temporale era stato molto forte, ma sapevo che dopo sarebbe ritornato il sereno e ricomparso il sole e nel mio cuore speravo di poter ammirare anche un bellissimo arcobaleno in lontananza.
Mentre osservavo l’orizzonte pensavo, avrei mai rinunciato a quel sogno coltivato negli anni? Riuscire a vedere la vita come la sognavo fin da ragazza, anche se sono ormai arrivata alla terza età ma sempre piena di speranze, voglia di muovermi, camminare, leggere, scrivere, avere amicizie e non manca mai una grande voglia di vivere.
Forse qualcuno si chiederà, che significa entrare nella terza età.
Ebbene posso dire che per me la vita è come l’anno solare, si compone di quattro stagioni:
Dalla nascita fino ai vent’anni è la Primavera, ossia la prima stagione, poi fino ai cinquanta è l’Estate, ed è la seconda, quindi comincia l’Autunno fino agli anni settanta ed è la terza, dopo arriva la quarta stagione che è l’Inverno e a quel punto ci sono i dolori della vecchiaia.
Non ricordo quando, ma avevo già scritto che nel il mio modo di pensare, la vita è come le stagioni.
La Primavera che porta oltre la vita anche gli anni di felicità. Sono gli anni degli studi, delle speranze, dei programmi, delle aspirazioni, dei sogni, delle promesse.
L’Estate che senza dubbio la più gioiosa. È quella parte della vita nella quale si realizzano le cose più principali: il lavoro, il matrimonio, la casa, la nascita dei figli che è il più grande regalo che la vita può donare, sia ad un uomo che ad una donna, ma sicuramente per una donna diventare mamma è la gioia più importante.
L’Autunno che come nelle stagioni anche nella vita è un momento di calma, ma anche della raccolta di quanto hai alacremente e pazientemente seminato. Il lavoro sta per finire, i figli sono cresciuti e si staccano dalla famiglia per crearne un’altra, in pratica inizi a restare sola, ma solo per poco perché presto arrivano i nipotini per tenerti compagnia e farti provare gioie e dolori del fare la nonna.
Infine arriva l’Inverno, la quarta stagione dell’anno e della vita. Ormai quello che dovevi fare è fatto, ti riposi se puoi, programmi un viaggio per visitare l’Italia e ammirare le sue bellezze. Ritornando dai luoghi di villeggiatura ci si ricorda che ci sono tante persone che se offri loro una mano sono ben contente, se le gite lunghe non puoi farle, ci sono delle passeggiate bellissime, e in questi giorni una brezza leggera ti accarezza e scalda il viso.
E’ vero che il tempo passato non ritornerà più, ma spero sempre che la vita mi riservi ancora emozioni, potrò arrivare a vedere i miei nipoti laurearsi? Non penso di diventare bisnonna, i miei figli si sono sposati dopo averci pensato bene. Spero di non dondolarmi sulle illusioni, alle volte ascolto il silenzio assoluto della stanza e mi chiedo se i miei pensieri non siano troppo rosei. 
Lo sono sicuramente perché nessuno vive solo di gioie, ci sono dolori di tutti i tipi, dove se ognuno di noi butta anche una sola goccia del suo dolore con tutte quelle gocce si forma un oceano. Pensando ai dolori e alle persone deboli, mi preparo per andare da loro in una casa di riposo, invecchiando sento sempre più la loro sofferenza, vedo che i volontari sono sempre meno e me ne dispiace. Che racconterò oggi?
Ancora non ho pensato, forse farò parlare loro, sarà uno sfogo e non importa se confondono le persone, gli anni o i parenti, altre gocce di dolore che cadono in quell’oceano. Sono ritornata a casa che era quasi sera, non è stato tanto triste il pomeriggio e mi sono accorta che lasciandoli parlare si lasciavano prendere dalla frenesia per essere primi a raccontare le loro storie.
Lungo la strada del ritorno ho dovuto fermarmi per guardare il cielo, non era un arcobaleno quello che stavo ammirando ma come se un pittore avesse dato una pennellata di azzurro ed una di rosa dove il sole lasciava il posto alla luna, uno splendore unico.
Questi sono i quadri della quarta stagione che tutti conoscono e tutti possono dipingere con i colori della propria vita.




