Scritto da Giuseppe il 26 Settembre 2020 |
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Siamo arrivati all’Autunno e speriamo che sia portatore di nuovo benessere per tutti, ma soprattutto ci auguriamo che si riesca a superare le insidie del malefico coronavirus che dalla scorsa Primavera ha condizionato il nostro vivere quotidiano, il lavoro, la scuola, l’industria, il commercio, l’economia, la sanità, i servizi, lo sport, le vacanze, cinema, teatri, musei, riti religiosi e tutto quanto gira attorno e continuerà a condizionare negativamente la nostra esistenza chissà per quanto tempo ancora.
Ci auguriamo veramente che si trovi la giusta soluzione per tutto e finisca presto questo assillo e penoso stillicidio di mascherine, guanti, disinfettanti, distanziamento personale e quant’altro.
Intanto non perdiamo la buona abitudine del nostro raccontino della Domenica del Bosco. Oggi parliamo della mia cara Sardegna.

Le giare sono gli inconfondibili tavolati basaltici del Sarcidano e della Marmilla situati nella parte centro meridionale della Sardegna. Chiaramente visibili dalle zone pianeggianti, si presentano come altopiani dai lineamenti caratteristici di enormi fortezze naturali, fornite di bastioni dalle pareti a scarpata, anticamente inaccessibili.
Nuraghe nella Giara di Gesturi
Simili alle mesas messicane, molti studiosi pensano che siano state utilizzate dai sardi nuragici come ultimo baluardo di resistenza contro gli invasori Punici e poi Romani. In effetti, lungo il perimetro della sommità della giara di Gesturi, si possono ancora osservare 24 nuraghi mentre ben 50 si allineavano un tempo ai piedi dei bastioni stessi.

(Razza equina selvatica, riconosciuta
nella lista ufficiale delle razze italiane)
I cavallini della Giara,
secondo alcuni studiosi in materia, non appartengono ad una specie aborigena ma sarebbero i lontani discendenti, oramai inselvatichiti, della prima razza equina portata in Sardegna dai Fenici. Su questa ipotesi però non c'è unanimità scientifica e le sue origini restano pertanto ancora incerte in quanto non esistono resti fossili risalenti ad un periodo antecedente quello nuragico. Fino al tardo medioevo branchi sparsi di cavallini vivevano allo stato brado su tutto il territorio dell'Isola.
Cavallinidella Giara
Quelli della Giara sono gli ultimi esemplari superstiti e rappresentano attualmente uno dei simboli della Sardegna. Si caratterizzano per avere una altezza al garrese di circa 125/135 cm. nei maschi adulti (mentre le femmine sono leggermente più piccole), il mantello color bruno scuro o nero, la coda e la criniera lunghe e folte, gli occhi dalla forma a mandorla e la fronte ricoperta da un lungo ciuffo. Il loro numero oggi di circa 550 esemplari (vivono in gruppi di otto/dieci individui al massimo), in lieve aumento, grazie alla politica di protezione attuata dalla Regione Sardegna, ma soprattutto grazie all'impegno delle comunità locali. La Giara è divenuta un'area protetta con l'istituzione del parco naturale.
Prova di forza tra due puledri
per la conquista del ruolo di Capo Branco
Fino a qualche decennio fa i cavallini della Giara venivano catturati, domati e addomesticati per essere adibiti a lavori agricoli e al traino di piccoli carri. Abbandonati a loro stessi non era raro trovare la carcassa di cavallini morti per gli stenti per carenza di alimentazione nei periodi invernali. Spesso il sostentamento dipendeva dall’apporto di volontari che provvedevano a rifornire di foraggio le zone stanziali. Ora con l’istituzione dell’area protetta come Parco Naturale la cura dei cavallini è affidata ai Comuni limitrofi della zona ed è vietato ai privati di provvedere a tale incombenza. Ben vengano le regolamentazioni mirate alla protezione della flora e della fauna soprattutto nelle aree naturalistiche ma non solo.
Quercia da sughero con particolare postura inclinata fin dal suo nascere a causa del forte vento di maestrale
Sperando che l’argomento sia stato gradito agli amici dall’animo animalista e non, ringrazio per la cortese attenzione e auguro a tutti una serena e pacifica Domenica in questo fine mese di Settembre.


Bellissimo questo tuo servizio sui cavallini sardi, Pino. Si ritorna alla vita uscendo dalle attuali problematiche relative alle malattie, alle sanificazioni, ai disagi, alle precauzioni. Sia di buon auspicio per tutti. Grazie ed un caro saluto.
Concordo Lorenzo, non dobbiamo lasciarci travolgere dagli eventi negativi che stiamo vivendo ma ci difendiamo e cerchiamo di mantenere vivo lo spirito positivo con le cose belle che la vita ancora può offrirci. Grazie per il tuo intervento che ha il pregio di infondere speranza per il bene, un saluto sincero, Buona Domenica.
Grazie, Pino e complimenti !Uno spaccato veramente esaustivo ed interessante della tradizione sarda !!! Come vedi, quantomeno, ho iniziato a leggere qualcosa…nel bosco…
Mi congratulo Lucio, grazie, la tua presenza aiuta a far crescere il gruppo. Come d’accordo, attendo i tuoi lavori, a presto, ciao
Bellissimo questo tuo pezzo GIUSEPPE, quanto ne ho sentito parlare, da una donna sarda che veniva da mia cognata, e vederli mi ha fatto tanto piacere, non parlare dei cavallini sono veramente stupendi, grazie, un caro saluto a presto, buona domenica
Ho piacere che hai gradito il post Sandra e ti ringrazio. Questi cavallini allo stato brado fanno parte di una natura selvaggia e incontaminata che è necessario difendere dalla devastazione che l’uomo, nella sua incoscienza, è capace di fare. É giusto difenderli unitamente al loro habitat naturale. Per molto tempo sono rimasti in stato di abbandono ma ora finalmente godono della necessaria protezione. Mi è sembrato giusto parlarne, grazie ancora e un saluto sincero, ciao.
Giuseppe bellissimo questo tuo raconto,su molti servizi della bellissima Sardegna, tutto e meraviglioso da vedere e da racontare partiamo dal mare trasparente come una perla, dai cavalli che vivono allo stato brado, fanno parte a una natura selvaggia, che è necessario difendere da certe devastazioni dell’uomo ,ma ora finalmente stanno godendo molta protezione, tante particolari Giuseppe gli conosco , perche’ lavoro con 3 uomini Sardi, e anche assaggio spesso i vostri cibi prelibati molto buoni, Mi dispiace che questa’anno la Sardegna sia stata Maltrattata dal tempo e da questa Pandemia,cosi pure tutta l’italia che stiamo pagando un prezzo durissimo,per questo maledetto virus, che ci condanna a casa. Sempre con le mascherine e guanti,non si puo’stare liberi, siamo spaventati ora dobbiamo fare il vacino, sperando che tutto riprenda come prima, ora arriva il freddo come sara’ la situazione per noi tutti. Speriamo in bene! Bellissimo il tuo raconto Un saluto Giuseppe e grazie,Ciao!
É facile parlare di una regione come la Sardegna, la sua storia e le sue bellezze sono infinite. Grazie Giannina per il tuo intervento, molto preciso ed eloquiente, tutto bellissimo, un saluto per te, ciao.
molto interessanti le tue dissertazioni sulla tua amata Sardegna, Giuseppe, delle giare ne avevo già sentito parlare in Ulisse, mi sembra di Angela x quanta riguarda i cavallini non ne sapevo nulla quindi qualcosa ho aggiunto alle mie lacune- x quanto riguarda il virus preferiscco non parlarne
Bene Carlina, abbiamo dimostrato ancora una volta che non si finsce mai d’imparare e fa piacere sapere che in un modo o nell’altro amche il Bosco, con i suoi piccoli post, contribuisce a diffondere un pò di cultura, grazie! Anche io seguo volentieri i programmi degli Amgela in TV, padre e figlio, sempre interessanti e istruttivi. Di quel virus traditore, silenzioso ed invisibile non dobbiamo avere paura di parlarne, anzi è meglio poter diffondere le notizie per tenerci aggiornati su come difenderci. Per ora guanti, mascherina e massima igiene, in attesa di soluzioni migliori e definitive… speriamo. Un sincero saluto, ciao.
I racconti della Sardegna sono sempre molto belli Giuseppe, vedere i cavallini allo stato brado, i nuraghi, le giare che non avevo mai visto. Hai fatto una coreografia molto bella. Un saluto ciao
Il merito e solo della Sardegna, terra unica per le sue bellezze e la sua storia, grazie Gabriella, è facile raccontare le cose belle e io cerco di farlo per tutti coloro che sono rimasti ancora fedeli a questo nostro piccolo Bosco e così andiamo avanti. Ciao, Buona Giornata.