ARTEMISIA GENTILESCHi di Enrica Bosello

   

ARTEMISIA GENTILESCHI

Nel 2020, alla National Gallery di Londra sarà dedicata una mostra ad Artemisia Gentileschi, nel 2017, il museo di Trafalgar Square ha acquistato l'autoritratto

 

"Autoritratto come Santa Caterina d'Alessandria"

Erano anni che la pinacoteca di Trafalgar Square, voleva possedere un'opera antica di questa pittrice, nonché donna, una figura fuori dal comune.

Artemisia Gentileschi, Roma 1593 - Napoli 1653, è stata una pittrice del ‘600, divenuta nel tempo una delle più importanti e apprezzate firme nel panorama europeo. Primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudenzia Montone, morta di parto quando Artemisia aveva solo dodici anni. Cresciuta nell'ambiente artistico romano, pur essendo molto giovane, pur dovendo accudire alla casa e ai suoi fratelli, possedeva un naturale e spiccato talento pittorico, artistico. Il padre, un autorevole artista autonomo, attento alle vicende artistiche dei suoi tempi, dopo aver compreso il classicismo naturalistico dei Carracci, la pittura di Orazio assimila gradualmente l'insegnamento di Caravaggio e si impadronisce della tecnica di osservazione dal modello, ma in modo del tutto personale.

Giuditta e la sua ancella 

Artemisia, aveva una grande ammirazione per il padre, venne formata proprio sotto la sua guida, innanzitutto insegnandole come preparare i materiali utilizzati per la realizzazione dei dipinti, la macinazione dei colori, l'estrazione e la purificazione degli oli, il confezionamento dei pennelli con setole e pelo animale, come approntare le tele, come ridurre in polvere dei pigmenti. Imparò la pittura dentro le mura di casa, non potendo seguire alcun corso, che erano consentiti solamente ai pittori di sesso maschile. Perfezionò il suo talento e la sua tecnica, copiando xilografie di Albrech Durer o i dipinti che il padre aveva in bottega.

Artemisia Gentileschi

Nella importante bottega di Orazio lavoravano, con Artemisia e altri pittori, anche i suoi sei fratelli. Il suo insegnante di prospettiva, Agostino Tassi, che collaborava con Orazio, alla decorazione di Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma, la violentò. All’ epoca era possibile estinguere il reato di violenza carnale, qualora vi fosse il matrimonio riparatore. Per questo, Artemisia continuò a intrattenere una relazione con Tassi, nella speranza che le nozze salvassero la sua reputazione. Quando la ragazza scoprì che Tassi era già sposato. Decise dunque di intentare un processo nei confronti del suo stupratore.(1612) La sua deposizione fu fatta sotto tortura, mentre le venivano schiacciate le dita. Il Tassi, uscì dal processo indenne mentre per Artemisia e la sua famiglia fu molto difficile.

Conversione di Maddalena 

Artemisia dovette combattere a lungo contro i pregiudizi, e le voci sgradevoli messe in giro sul suo conto, venne accusata di rapporti incestuosi con il padre Orazio, di avere numerosi amanti ed una condotta disdicevole. Lasciò Roma per mettere a tacere le maldicenze, il giorno dopo la fine del processo sposò un artista fiorentino, Pierantonio Stiassesi. È a questo periodo che risale una delle sue opere più note: Giuditta che decapita Oloferne (1612 – 1613).

 

Giuditta decapita Oloferne 

Salta all’occhio il diverso ruolo della donna. Se in "Susanna e i vecchioni" era una vittima, qui agisce e si vendica.

Susanna e i vecchioni

Dopo il matrimonio viene accolta, contrariamente al marito, presso l’Accademia delle arti del disegno di Firenze, è la prima donna a ottenere un tale riconoscimento. Dalle famiglie fiorentine benestanti, dai nobili, famiglia Medici compresa, ottiene importanti commissioni instaura un' amicizia ricca di stima reciproca con Galileo Galilei, e con Michelangelo Buonarroti il giovane, che le aveva commissionato una tela per onorare un suo illustre antenato, intrattiene una corrispondenza, Artemisia aveva da poco imparato a leggere e scrivere.

Nel 1621 per un breve periodo, si trasferisce a Genova, torna a Roma come donna indipendente, allontanandosi definitivamente dal marito, e portando con sé la figlia Palmira. Si trasferisce a Venezia, tra il 1627 e il 1630, alla ricerca di nuove commissioni. Ritorna a Napoli, nel 1636, parte per Londra, raggiunge il padre alla corte del re Carlo I e della regina Henrietta Maria, in quell’occasione collabora artisticamente con lui, dipingere il soffitto della Queen's House a Greenwich (ora a Marlborough House, London) che ha come tema l'Allegoria della Pace e delle Arti sotto la Corona Inglese. Orazio Gentileschi morirà il 7 febbraio del 1639. Una delle sue opere più conosciute e raffinate fu realizzata in questi anni è: l'Autoritratto come allegoria della pittura, Collection of Her Majesty the Queen, Kensington Palace, London, 1630, nel quale dimostrò una grande capacità con la tempera ad olio, disegnando lei stessa mentre stava dipingendo, circondata dagli strumenti della pittura, un autoritratto abbastanza insolito per i suoi tempi. Un'altra cosa insolita sono le cifre del proprio nome, proprio per evitare che qualcun'altro ne assumesse la paternità, il volto e la sigla indicavano che l'opera era sua. Infatti in quell'epoca i quadri raramente venivano siglati o firmati. L'opera fu acquistata da Re Carlo I d'Inghilterra tra il 1639 e il 1649.

Nel 1642, con lo scoppiare della guerra civile, Artemisia lascia l’Inghilterra e, dopo altri spostamenti di cui si ha scarsa conoscenza, torna a Napoli dove muore nel 1653. Da sicura professionista dell’arte aveva emozioni forti, principi di dolcezza e di aggressione, affrontava le atmosfere più intime, per questo è considerata la pittrice del " barocco". Affrontava soggetti sacri e storici, impianti monumentali, con padronanza della pittura, abbracciando la lezione di Caravaggio, nell'impostazione del quadro, impostando un taglio diretto e drammatico col visitatore, con contrasti tra luce, forme e colori.

 


COMMENTI

  1. il 14 novembre, 2020 franco dice:

    Grande pittrice e grande donna insieme alla Sofonisba Anguissola , alla figlia del Tintoretto, alla Fontana e ad altre ,hanno rotto gli schemi di genere del cinque-seicento, dimostrando in un mondo solo maschile che la donna era capace di fare arte sublime.

  2. il 15 novembre, 2020 lorenzo12.rm dice:

    Profondamente ammirato, ricordo, ricordo. E rimgrazio Enrica e Giuseppe.

  3. il 15 novembre, 2020 giuseppe3ca dice:

    Come hai modo di vedere Franco, Il Bosco continua nella sua tradizione di mettere in evidenza il valore della Donna e le sue conquiste sia nel campo Artistico che nella storia. A titolo di esempio voglio citare alcuni post pubblicati nel Bosco:
    • 2012 ROSALBA CARRIERA, a cura d Giovanna e Sabrina
    • 2014 SOFONISBA ANGUISSOLA, a cura di Giovanna
    • Oggi ARTEMISIA GENTILESCHI, bel lavoro di Enrica Bosello
    Certamente ce ne sono altri che ora non mi vengono in mente ma posso garantire che continueremo su questa strada. Grazie, un saluto per te, Buona Domenica.

  4. il 15 novembre, 2020 giuseppe3ca dice:

    Lorenzo, mi unisco al tuo ringraziamento per Enrica, una cara Amica che onora il Bosco e tutti noi con i suoi eccelsi lavori. Grazie ancora Enrica, continuiamo così, ciao.

  5. il 15 novembre, 2020 francesca dice:

    Qualche anno fa,trovandomi a Milano, girovagando in centro come spesso faccio quando gli impegni famigliari me lo consentono, sono stata attratta da una mostra che si svolgeva in quei giorni a Palazzo Reale, e trattandosi proprio di questa grandissima artista mi ci sono fiondata con l’eccitazione che caratterizza ogni mia visita all’interno di un percorso artistico. Probabilmente l’avrai vista anche tu, Enrica e allora ricorderai che all’ingresso si era accolti da lei, si, si proprio lei, Artemisia. La voce di Artemisia ci accompagnava per tutto il percorso, all’interno di una scenografia emozionale, e raccontava…raccontava di tutta la sua vita, di quel chiamarla “pittora” o “pittoressa” perché il termine “pittrice” ancora non esisteva. La pittura era un mestiere da maschi, adatto al padre Orazio. Raccontava di quel mondo di maschi in cui farsi valere con il coraggio della denuncia della violenza carnale subita e con la sopportazione delle insinuazioni sulla sua promiscuità sessuale. Raccontava della società seicentesca che l’additò come civetta e puttana prostituita dal padre.
    Beh, potrei continuare all’infinito nel ricordo di quella mostra e nell’aver letto libri su di lei, si, perchè Artemisia è una delle artiste che più amo in assoluto, Ne feci un post in Incontriamoci proprio subito dopo aver visitato la Mostra a Milano.

  6. il 15 novembre, 2020 franco dice:

    Li ricordo tutti , articoli bellissimi,forse non sarebbe male parlare anche della bolognese Lavinia Fontana , anche lei figlia di pittore ,ritrattista eccelsa . Poi con le parole che sa usare Enrica ,descrivere questo protofemminismo rinascimentale , oscurato quasi sempre dai grandissimi geni maschili , questo non solo nella pittura , anche nella poesia come nel caso di Gaspara Stampa. Sarebbe interessante !!!!

  7. il 15 novembre, 2020 sandra.vi dice:

    Come ringraziarti ENRICA,ti si legge che è un piacere,ti si segue col massimo interesse ,sopratutto vieni a conoscenza della vita di una donna che per quei tempi emerse e lascio’ delle opere stupende, un caro saluto ,con un abbraccio, un vero ringraziomento anche al nostro bravissimo coreografo buona domenica ciao

  8. il 16 novembre, 2020 giuseppe3ca dice:

    Condivido Franco, conosco da tanto e ammiro le capacità di Enrica, nel saper cogliere, in ogni cosa che fa, il fulcro del soggetto, le basta poco, poi, per esprimere tutta la sua verve descrittiva, sempre attenta e precisa.
    Relativamente alle conquiste della Donna, Enrica mi informava che proprio il mese prossimo, Covid permettendo, è in programma nel Palazzo reale di Milano una mostra che ha tutti i presupposti per essere molto bella, riguarderà proprio le Donne che hanno rappresentato l’avanguardia delle conquiste al femminile. Enrica non mancherà di visitarla e spero che poi ci passerà il suo resoconto a beneficio del nostro piccolo blog. Grazie per i tuoi interventi, ciao.

  9. il 17 novembre, 2020 Giulio Salvatori dice:

    Prima di tutto un Grazie di cuore Enrica. Una bella lezione di Arte. Ho percorso molto volentieri con Te la Pitura di questa grande artista. Anche se in parte la “conoscevo” per le molteplici mostre di pittura nella mia terra, ma mi hai aperto aspetti che mi hanno colpito. Veramente interessante. Grazie ancora

  10. il 17 novembre, 2020 Bosello Enrica dice:

    Ringrazio tutti coloro che hanno commentato, questo Scritto voleva solo evidenziare che a distanza di 450 anni circa nella distaccata Londra si è voluto rendere merito ad un’artista italiana, purtroppo il COVID ha giocato un ruolo che ha danneggiato la salute il lavoro e lo svago, ovunque… Ma forse potremo rifarci più avanti, ringrazio Franco, e come ho già detto e in programmazione una mostra a cui spero di poter accedere, e non appena avrò tempo inizierò a fare delle ricerche, a Francesca rispondo che a quella mostra si, posso dire c’ero anche io, a Sandra grazie a te, a Giulio riporto solo quello che mi viene detto dalle guide e dalle ricerche che faccio, tutto il resto è passione…. A volte vorrei poter vedere tutto ma tutto…. non si può. Accontentiamoci così

  11. il 20 novembre, 2020 Antonino dice:

    Carissima Enrica tibringrazio della conoscenza che mi hai fatto fare della pittrice romana,Artemisia Gentileschi non la conoscevo ho parlato con mia figlia che è laureata in storia dell’arte e mi ha illustrato anche lei, la vita di questa pittrice e la vita sofferta per essersi potuta imporre nell’arte pittorica con grande coraggio e dimostrndo le sue doti si è imposta con grande onorificenza dei sui dipinti.Ti ringrazio Enrica e buon proseguimneto che la tua vita sia serena e con dono di tanto affetto.

  12. il 21 novembre, 2020 giuseppe3ca dice:

    Antonino, Enrica ha letto l tuo commento e ti ringrazia, anche per te vale la risposta data in precedenza per tutti. Ciao, un saluto.

  13. il 21 novembre, 2020 carlina dice:

    cara Enrica è sempre un piacere leggere i tuoi post così deettagliati nei minimi paricolari, anch’io ho avuto il piacere di conoscere alcuni quadri di questa grande pittrice ma non conoscevo così bene la sua vita ma, essendo io lungimirante, sapevo che saresti arrivata tu ad illuminarmi- scherzo naturalmente, in attesa di leggerti ancora ti mando un caro saluto.

  14. il 22 novembre, 2020 giuseppe3ca dice:

    Ciao Carlina, Enrica è conetenta del tuo commento e ti ringrazia, Buona Domenica e alla prossima

  15. il 22 novembre, 2020 Enrica Bosello dice:

    Ho chiesto Giuseppe di ringraziare perché nn avevo molto tempo che dire grazie ad Antonino e Carlina buona domenica a tutti


LASCIA UN PENSIERO


Inserite il vostro commento.
I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE

Performance Optimization WordPress Plugins by W3 EDGE