LA SCELTA DELL’ARBITRAGGIO di Lucio Santangelo
Scritto da Giuseppe il 20 Febbraio 2021 | 11 commenti- commenta anche tu!
LA SCELTA DELL’ARBITRAGGIO
Scopo di questa breve esposizione è solo quello di spiegare alla gente cosa possa indurre un ragazzo a decidere di calcare i campi di calcio con addosso la “scomoda” divisa da arbitro anziché quella “scintillante” da calciatore.
In effetti il mestiere dell’arbitro è difficile però è anche un modo per stare in mezzo al campo da protagonista (senza esagerare con il protagonismo) se non si è viceversa bravi a giocare a pallone ma, soprattutto, è uno strumento particolarmente efficace per crescere caratterialmente, per migliorare la personalità, della serie “o si sopravvive in mezzo a una gabbia di matti e si diventa forti, leaders… o si va a casa”.
Questa crescita servirà ai giovani per affrontare successivamente i problemi della vita con uno spirito diverso e più battagliero.
Qualora scoprissimo di avere voglia di cimentarci con l’arbitraggio, ovviamente dovremo superare una serie di step, prepararci ad affrontare alcuni ostacoli non insormontabili, a cominciare dalla partecipazione ad un apposito corso organizzato dalle Sezioni, sedi periferiche dell’AIA, capillarmente distribuite su tutto il territorio nazionale. Tale corso verterà sull’apprendimento del regolamento tecnico che è alla base di tutto. Al termine dello stesso i ragazzi verranno sottoposti ad una prova scritta ed una orale.
Ovviamente questo è solo l’inizio perché da qui in poi bisognerà dimostrare di essere arbitri non per la mera conoscenza delle regole teoriche ma perché si è capaci di “gestire”, ossia tenere sotto controllo calciatori, allenatori, dirigenti che non sempre ci daranno una mano… anzi cercheranno nella maggior parte dei casi di metterci alla prova e se, ahimè..., troveranno terreno fertile potrebbero “mangiare la pastasciutta sulle nostre teste”…, fermo restando che, all’inizio della carriera arbitrale… avremo a che fare anche con “il pericolo pubblico n.1… costituito dai genitori dei bimbi che iniziano a giocare a calcio nelle categorie dei pulcini, degli esordienti, dei giovanissimi..ecc., genitori che potrebbero rivolgere agli arbitri parole irripetibili, dimenticando che il neo arbitro sta imparando… né più né meno di quello che sta facendo il loro figlio in veste di calciatore…
Superato il primo scoglio delle categorie giovanili, “l’appetito potrebbe crescere”: bisognerà porsi dei nuovi obiettivi, individuare modelli da seguire, generalmente rappresentati dagli arbitri che hanno raggiunto il traguardo delle categorie nazionali, non certo per caso, ma perché si sono impegnati al massimo delle loro possibilità, hanno avuto fame di crescere e sono diventati vere e proprie “macchine da guerra”…
Per cercare di emularli bisognerà innanzitutto allenarsi tanto perché l’arbitro per vedere e valutare bene deve correre più dei calciatori: sotto questo aspetto il giovane arbitro non verrà lasciato solo con sé stesso ma verrà seguito da preparatori atletici che, seguendo appositi dettami tecnici, gli insegneranno il modo migliore per prepararsi alle gare da dirigere.
In questa fase qualche problema potrebbero crearlo ai giovani arbitri gli stessi famigliari, o perché preoccupati per la loro incolumità o perché costretti magari ad accompagnarli sui campi di calcio con le proprie automobili nei giorni festivi… ma, certamente, quando arriveranno le prime soddisfazioni e i primi traguardi raggiunti, consistenti nel passaggio di categorie (arbitro promosso a dirigere gare di livello regionale dopo quelle provinciali…), saranno le stesse famiglie ad assecondare e a supportare l’ascesa dei ragazzi.
Altro momento formativo importantissimo per i giovani arbitri sarà quello costituito dalle riunioni periodiche cui dovranno partecipare e tenute da colleghi esperti e competenti che approfondiranno le tematiche regolamentari e proporranno video di gare per fare capire cosa fare in campo… e cosa non fare…
Ancor più importante sarà il supporto degli “osservatori arbitrali”, altri colleghi esperti e molto competenti, che spesso seguiranno da bordo campo le gare dei ragazzi e, terminate le partite, si recheranno negli spogliatoi per dare tanti consigli utili per il miglioramento delle performances, rilevando le cause e soprattutto i rimedi delle eventuali carenze emerse attribuendo anche un voto e fornendo poi un input ai designatori dei ragazzi in merito al tipo di gare che gli stessi potranno successivamente dirigere (della stessa difficoltà o di maggiore difficoltà o anche, a volte, meno complicate perché magari il ragazzo deve ancora crescere… e non ha ancora dimostrato la giusta attitudine al ruolo).
Molto importante per gli arbitri è saper gestire mentalmente eventuali errori commessi in gara, elaborarli immediatamente e non farsi assolutamente condizionare nel seguito della partita, evitando quindi compensazioni.
L’aspetto probabilmente più importante per l’arbitro è quello comportamentale, attinente alla relazione con l’ambiente: per saper gestire bisogna essere autorevoli e non autoritari, avere cioè doti carismatiche. Seri e concentrati fin dal primo minuto, bisogna saper percepire subito i segnali dettati da una gara iniziata ad es. in sordina ma che sta repentinamente cambiando perché i toni agonistici stanno lievitando il che indurrà il direttore di gara ad utilizzare armi diverse e più efficaci per gestire gli eventi, passando ad es. dai semplici richiami all’adozione di formali provvedimenti disciplinari, ossia all’estrazione dei cartellini.
Gli arbitri più bravi proveranno notevole soddisfazione nel rendersi conto che se una gara di un certo livello di difficoltà gli è stata affidata vuol dire che… se la sono meritata…, fermo restando che grazie proprio a questo tipo di gare e, a prescindere dall’esito immediato, avranno poi modo di migliorarsi, di affinare le proprie capacità gestionali e, a distanza di tempo, le ricorderanno con immenso piacere , avendo avuto la possibilità in tali contesti di mettersi seriamente alla prova…
Non aggiungo altro…spero solo che quello che ho scritto sia servito a far conoscere un po' cosa c’è dietro alla figura dell’arbitro… nella speranza che qualcuno voglia a questo punto… provare il ruolo…


