COSTUMI DI SARDEGNA
Scritto da Giuseppe il 20 Marzo 2021 | 20 commenti- commenta anche tu!
I
COSTUMI DELLA SARDEGNA
I costumi tradizionali, sono oggi, gli elementi tipici del folklore sardo. Questi abiti raccontano la storia dell’isola, della cultura locale influenzata senza ombra di dubbio, dai popoli invasori nei secoli antichi. La varietà dei costumi, la ricchezza di ornamenti e la bellezza, sono i pregi che li contraddistinguono, ogni comunità ha il suo abito tradizionale, diverso da tutti gli altri, rimane il modello di base, unico e comune a tutta la regione.
CENNI STORICI
Dopo la dominazione spagnola, durata quasi tre secoli, nel 1800 la Sardegna venne riscoperta da illustri viaggiatori, che rimasero stupiti per i bellissimi panorami, le stupende meraviglie naturali, i nuraghi monumentali, e affascinati dalle principesse barbare.
Galtellì autentico fascino sardo
e meraviglioso costume di Dorgali
-Le definivano le “principesse barbare” perché sebbene i loro abiti, non avessero un tessuto di primissima qualità, erano però tagliati, cuciti, adornati e ricamati con studiata eleganza.
Si pensa che inizialmente l’abito sardo femminile, fosse un unico pezzo, poi con il passare del tempo le tecniche di taglio e cucito i miglioramenti furono tali da portare ad avere una netta divisione, una camicia e una gonna lunga.
Il costume tradizionale femminile è splendido, ricco colorato e vario.
Il copricapo è stato uno degli ultimi elementi ad essere stato modificato.
In alcuni paesi il fazzoletto è raccolto sulla testa, mentre in altri diventa quasi una mantella, forse un po’ scomoda, ma decorata in modo ricco e particolarmente preciso, oppure fazzoletti piegati a triangolo, cuffie, scialli colorati, ricamati. Anche il modo di sistemarli, sul capo è diverso da zona a zona.
In altri paesi ancora, il fazzoletto e la gonna sono diventati un pezzo unico. Le diverse differenze però avevano e hanno un risultato comune, eleganza e bellezza.
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Costume di Sennori
La parte alta del busto è coperto dalla camicia (Camisa, Camija) di colore bianco, di lino o di cotone, ampia, ornata di pizzi o ricami soprattutto nella parte alta e nelle maniche, lo scollo è di diverse dimensioni spesso è arricchito da pizzo da bottoni d’argento o d’oro, il tutto viene ulteriormente arricchito dal corpetto (su currittu), chiamato anche (palas, imbustu, cossu)
Costume di Laconi
ricamato o colorato, viene spesso sostituito soprattutto nel nord della Sardegna da un busto, o da un vero e proprio gilet, con diversi tipi di spalline, o da semplici strisce di stoffa, che fasciano il corpo sotto il seno, sostenute da spalline fini. Completa l’abito il giubbetto (tzippone, corittu), sempre cucito in stoffa pregiata, ha una lunghezza che può variare, così come è varia la forma delle maniche.
Costume di Aritzo
La gonna (sa gunnedda), viene chiamata anche (tunica, fardetta, munnedda, saucciu), è lunga e generalmente ampia, in orbace o in altri tessuti, spesso ornata sul bordo da nastri colorati e dorati. É spesso coperta dal grembiule (franda, pannellu, antalena, farda), il quale viene realizzato con tessuti pregiati, come seta e orbace, per le cerimonie, per tutti gli altri casi con tessuti di uso comune. Le calze sono realizzate con filo di cotone bianco, variopinto o scuro in relazione all'età, alle zone, e all'occasione, sono indossate sia con scarpette, sia con stivaletti e scarponi chiodati.
SASSARI - Cavalcata sarda. sfilata in costume
Tutti i vestiti hanno colori e ricami, tanto da essere considerate le bandiere del paese. Consentivano di distinguere in modo immediato a quale comunità si appartenesse. Lo scopo era riconoscere le proprie ragazze, per consentire o proibire i corteggiamenti, come in ogni luogo del mondo esistono rivalità anche tra paesi che hanno una distanza tra loro di una decina di metri.
Gruppo con il costume di Ollolai
Per ogni ciclo della vita di queste donne, a seconda dello stato civile, vi era un modello di abito da utilizzare, l’abito della nubile, l’abito della sposa, l’abito della vedova.
Per le corporazioni rappresentative della città, si utilizzavano gli abiti per distinguere i giorni della settimana da quelli di festa. Gli abiti quotidiani, erano diversi da quelli utilizzati nelle cerimonie, infatti proprio in virtù di queste celebrazioni gli abiti da cerimonia erano ricchi di ricami e di decorazioni colorate.
In primo piano Costumi di Cagliari alla sfilata di S.Efisio
Questi abiti, ottennero grande risonanza durante il regno dei Savoia, diverse nobildonne della casata erano solite utilizzare questi costumi tradizionali durante le visite.
Tutto questo, permise di migliorare ancor di più le tecniche di cucito, non tanto per riverenza ai reali, quanto per dimostrare la propria maestria, e l’appartenenza alla propria tradizione.
Ragazze in costme alla Cavalcata Sarda di Sassari
Gli abiti del costume femminile, si ereditano tra donne della propria famiglia, ancora oggi è un bene che si trasmette con l’eredità. Da sempre considerato un gioiello sia per la realizzazione lunga, sia perché le stoffe usate erano preziose e costose, avevano ed hanno di fatto il valore di un gioiello.






Articolo bellissimo, questo sui costumi sardi di Annalisa. Da conservare gelosamente. Grazie a lei e a Giuseppe.
Concordo con il tuo giudizio Lorenzo e confermo il mio ringraziamento ad Annalisa, una cara Amica non sarda ma che ama la Sardegna e lo dimostra ampiamente con questo suo scritto che mi ha gentilmente concesso per il nostro Bosco. Ancora grazie Annalisa, ciao.
Mi associo a Lorenzo e Giuseppe, un post davvero bello sui costumi sardi. Un grazie ad Annalisa e un grazie a Giuseppe per averlo postato.Un saluto
Ti ringrazio Gabriella, ho ritenuto utile postare questo servizio perchè i costumi regionali fanno parte della cultura italiana da conservare per cui ritengo che è un post da riproporre anche con i costumi delle altre regioni d’Italia. Chi può si faccia avanti. Un saluto, ciao.
Caro GIUSEPPE, anch’io devo rinnraziarti perchè tu possa ringraziare la tua amica ANNALISA .uno scritto bellissimo ma soprattutto molto interessante,che mi ha dato modo di conoscere e ammirare luoghi e stupendi costumi delle donne della vostra isola. LE stoffe, i ricami, i pizzi , tutto è uno spettacolo, ancora grazie amica ANNALISA , un caro saluto ciao
Grandissima Sandra e bellissimo il tuo intervento. Sono contento per Annalisa e sono convinto che sarà felice di scoprire che nel Bosco ha trovato nuove Amiche e Amici che sanno apprezzare la sua preziosa e validissima opera. Grazie Sandra, sempre puntuale e precisa, ciao.
Complimenti Giuseppe, un articolo bellissimooooooo
Grazie Ely, giro l’elogio alla bravissima Annalisa, autrice del bel post, veramente di grande valore, ciaoooo
Cara Annalisa, veramente un bel lavoro ! Un documento scritto con passione e competenza, che denota anche un certo trasporto emotivo, ancor più lodevole il fatto che sia frutto del pensiero di chi, come te, so non essere nata in Sardegna… certo è che ami intensamente l’isola… ancora complimenti e a presto !
un post molto interessante ed istruttivo- molto brava la tua amica Annalisa è stata in gamba a darsi da fare ed aggiornarsi x arrivare a fare un post così completo.
Inutile rigraziare Giuseppe x tutte le coreografie che attorniano sempre i diversi post- bravissimi
Codivido il tuo pensiero Lucio, e sono grato all’Amica Annalisa per avermi passato questo suo lavoro, veramente eccelso anche per il fatto che è stato scritto da una persona non di origine sarda. Grazie Lucio, addendo presto l’ntervento della brava Annalisa, ciao.
Carlina, vale anche per te la risposta che ho scritto per Lucio e ti ringrazio per l’elogio alla coreografia, ma, ormai lo sai, nel completare i lavori del Bosco, ci metto sempre un pò della mia anima, ciao.
Bellissimi costumi,interessantissimo l’articolo, ma vorrei dare il mio completo apprezzamento ad alcune bellezze muliebri veramente stupende.☺
È nel tuo stile Franco, unire l’utile al dilettevole, ok, ci sta pure questo, ciao.
Bentrovati amici del bosco. L’amico Pino mi ha parlato di questo blog, siete un bel gruppo anche se non tantissimi ma vedo ben unito. Ringrazio tutti per il gradimento dimostrato al mio modesto lavoro. C’è una seconda parte che Pino deciderà quando proporvela, per ora un saluto a tutti e ancora grazie.
L’umiltà distingue le persone che valgono, grazie a te Annalisa. Volevo tenerlo ancora un po’ in stand by, ma ormai lo hai svelato e pubblicherò presto anche la seconda parte del tuo eccelso lavoro ma non fermarti a questo, hai trovato nuovi Amici che ora attendono tuoi nuovi post, non puoi deluderli, grazie. Ciao.
Non c’è che dire. Sono Bellezze da tramandare. Si rimane veramente attratti da questi Petali del Nostro Stivale. Grazie di cuore
Concordo Giulio, è giusto valorizzare e conservare le nostre tradizioni e tenerle sempre in primo piano. Ci sono le bellezze naturali, le bellezze del nostro patrimonio culturale e storico di grande valore e infine la bellezza delle nostre Donne che meritano il nostro elogio pure per la loro innata laboriosità e senso artistico, come dimostrato dalle pregevoli fatture dei costumi rappresentati nel post. Grazie, estendo il tuo commento all’Amica Annalisa, ciao.
Caro Pino, hai proprio ragione.
Per me sono due le cose che ci stanno mancando di più in periodo COVID : una è la possibilità di trascorrere più tempo liberamente all’aria aperta per camminare o correre…l’altra riguarda l’impossibilità di abbracciare le persone…ma anche stringere loro le mani…insomma il contatto umano…sono sicuro comunque che ne verremo fuori e torneremo a “vivere” …nel senso più vero della parola…
Verissimo Lucio, confermo! É un brutto periodo che sta segnando la nostra esisenza e la soluzione non sarà a breve. Non ci rimane che sperare e che la campagna vaccinazioni possa dare quanto prima i risultati che ci auguriamo. In attesa cerchiamo di deliziarci con i post come questo della brava Annalisa. Grazie per il tuo intervento, graditissimo, ciao.