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DELUSIONE di Gabriella.bz

   

DELUSIONE

 

Passeggio per il bosco, con il pensiero di salire per un tratto di strada, ma il respiro da qualche tempo è più un ansare leggero, speravo che oggi in questa bella giornata mi sentissi sollevata e fossi riuscita a riprendere fiato con leggerezza non è così e sento che dentro di me c’è un forte senso di sconforto.

 

 

Non potrò più vagabondare per sentieri in salita, mi guardo attorno e penso a tutte le scarpinate che ho fatto fino a qualche tempo fa, in compagnia o da sola negli ultimi anni. Forse il mio cuore vorrebbe che mi commuovessi, sento gli occhi farsi umidi ma non posso piangere per così poco, e se succedesse di peggio che dovrei fare? Urlare?

Sono sempre stata forte e continuerò ad esserlo. Basta poco per scacciare le lacrime, ho visto della bellissima erica, del muschio di un verde tenero, umido per le piogge di questi giorni, mi dico: Mi devo disperare perché non riesco più ad andare in montagna a piedi? Vorrà dire che prendo la funivia. Lo so che è come mettere la testa sotto la sabbia, ma la vecchiaia arriva a tutti, e grazie che ci sono arrivata! Girovagando mi ricordo che se continuo sulla destra c’è una chiesetta chissà se è aperta. Cammino con tranquillità ormai il mio pensiero lo devo accantonare, cerco la cappella, eccola dietro a tutti quei pini mi avvicino e con grande delusione è chiusa, che sia il giorno delle delusioni?

L’avrei visitata molto volentieri perché assomiglia nell’interno a una chiesetta del mio paese anch’essa in mezzo al bosco. Ritorno sui miei passi e penso se è il caso di prendere la funivia, andrei a guardarmi un bellissimo panorama, sono partita sola da casa, meglio finire in bellezza il mio giro. Un raggio di sole si è posato su un mucchio di muschio, rimango affascinata, la lucentezza del muschio con i raggi del sole sembrano pietre luccicanti, smeraldi? mi fermo per ammirare tanta bellezza, perché mi lamento quando anche nel bosco si trovano tante bellezze?

Mi incammino ma non vado alla funivia vado a cercare fiori ad ammirarli se non posso reciderli. Poi c’è il Passirio, poco lontano, con l’acqua che scorre, lo sento sempre più vicino ancora un attimo, eccolo pieno della pioggia di questi ultimi giorni. L’acqua è pulita anche se tanta, si notano i sassi belli lisci, levigati da quest’acqua che corre lungo il pendio per andare ad attraversa e tagliare la città.

Mi siedo vicina e penso a tutte le gite che ho fatto sia con la famiglia che da sola. A quando i ragazzi camminavano dentro il Passirio e si divertivano, ricordo anche una cosa che forse loro non ricordano più.  Quando ridendo e scherzando chiedevo loro le varie città di Italia, le capitali, i fiumi di tutto un po’, loro rispondevano gridando per farmi sentire chi era il primo.  Vorrei dire quelli erano tempi!

Mi alzo e osservando bene vedo dei ciclamini, sono felice, non è facile fare un mazzo di fiori con ciclamini ed erica, ma a casa ci proverò. Intanto prendo pochi rametti di pino per tenere vicini i fiori e con questi mi avvio verso casa. Non mi riesce di fare una bella salita? Allora mi faccio una discesa, questo sentiero arriva al Parco Sissi, è un po’ lungo, ma lo sconforto sta passando, basta poco per farmi rialzare il morale. Scendo canterellando dentro me, quando vedo un gruppo di signore con vesti dell’ottocento, mi fermo lontana, non mi piace curiosare troppo vicina. Il gruppo è fermo vicino alla statua di Sissi e le stano fotografando.  Anzi ci sono più di un fotografo poi telecamere, che sarà successo mi chiedo, poi mi son ricordata che avrebbero dovuto essere anche all’Ippodromo, ma non sapevo del giro per il Parco.

 

Sono molto belle ed i vestiti di due secoli fa mi fanno sognare. Quelli erano vestiti, capelli e scarpette e per finire tanto di ventagli. Che ci posso fare? Sognare! Dopo un bel po’, se ne vanno su delle automobili da Mille e una notte sono tutte estere. Scendo di poco e parlo con delle persone che come me guardavano e ammiravano, dicevano che erano passate per le strade più in vista, lungo il Passirio e per un pezzo dei portici.

     

Mi accontento di quello che ho visto e lentamente pensando a quelle belle signore me ne vado a casa a sognare.

Ciao amici del bosco.

 

Frederic François Chopin - Waltz Rain 

   
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