VACANZE ROMANE
Scritto da Giuseppe il 20 Novembre 2021 | 21 commenti- commenta anche tu!
Nel ringraziare Lorenzo che ogni giorno ci ricorda, nel Bosco e in tutta Eldy, che lo spirito della nostra cara Amica Giovanna è sempre con noi, oggi permettetemi di riproporre un post di tanti anni fa nel quale raccontavo di una mia esperienza di lavoro nella Città Eterna mentre Giovanna, con la quale ho sempre collaborato in perfetta sintonia d’intenti, si era presa cura di inserire le immagini di Roma, una città appunto a lei tanto cara.
Guardiamo insieme che capolavoro era riuscita a realizzare, trasformando il mio resoconto di lavoro quasi come fosse il diario di una vacanza.
Grazie ancora Giovanna, ti ricordiamo sempre e ti saremo ognora infinitamente grati per quanto ci hai dato con la consueta precisione, attenzione e generosità che erano le caratteristiche del tuo stile.
Ciao Giovanna, il Bosco continua con la tua virtuale presenza, ti abbiamo voluto bene e te ne vogliamo ancora, per sempre!
Roma - "Stazione Termini”
Eravamo negli anni 'ottanta' e mi trovavo a Roma con un collega, non in vacanza ma in trasferta di lavoro per assolvere servizi dello Stato.
Era iniziato il periodo delle trasformazioni informatiche ed il settore di lavoro nel quale ero inserito, giudicato di importanza strategica, era stato scelto tra i primi per l’inserimento nei nuovi sistemi computerizzati.
Doveva essere costituita una Banca Dati e dovevamo interagire con i programmatori per la costituzione del software e, nel contempo, prendere dimestichezza con gli strumenti informatici e inserirci nelle nuove tecniche lavorative.
Via Appia Antica
Non avendo in sede le apparecchiature necessarie ed in attesa di realizzare le linee di collegamento per l’installazione di appositi terminali che avrebbero consentito il lavoro a distanza, i Dirigenti del Progetto decisero che i responsabili del Settore, per la Sardegna io e il collega Beppe appunto, avrebbero dovuto lavorare per un certo periodo alla Direzione Centrale di Roma con sede presso il Ministero dei Trasporti.
Mausoleo di Cecilia Metella – Via Appia Antica
Iniziammo i lavori nel mese di Luglio perché entro Settembre doveva essere completata la prima fase di input sperimentale da affiancare al processo di lavoro tradizionale. Non si potevano correre rischi per cui il lavoro doveva essere sviluppato con la doppia procedura, sia la vecchia che la nuova.
Fontana dell’Acqua Paola - Gianicolo
Ed ecco perché io e Beppe, nel bel mezzo del caldo mese di Luglio, ci trovavamo a Roma, alloggiati in un classico Dormitorio delle Ferrovie dello Stato (negli anni successivi sarebbe stato rinominato Ferrotel, ma sempre Dormitorio restava) e tutte le mattine, alle otto, ci recavamo al Ministero per il lavoro fino alle ore 17.00, con un breve intervallo per il pranzo.
Dopo tale ora eravamo liberi di andare in giro per la città a fare i turisti.
Basilica di San Giovanni e Paolo
Costruzione iniziata nel 1200 su resti romani – Celio
Ci avevano assegnato due stanze d'ufficio con tutti i confort e avevamo diritto ad una diaria giornaliera fissa con la quale dovevamo gestirci le spese, senza titolo ad alcun altro rimborso. Morale: colazione con pasta e cappuccino al bar, pranzo alla mensa ministeriale a prezzo agevolato per i dipendenti del ministero e infine cena in trattoria con attenzione ai costi per rientrare nel budget. Si sa che lo Stato non regala niente.
Trinità dei Monti e la Barcaccia
Per cause di forza maggiore era d’obbligo unire l’utile al dilettevole per cui la sera, al termine del lavoro, potevamo dedicarci alla visita dei monumenti della Città Eterna: Colosseo, Fontana di Trevi e passeggiate a Villa Borghese in cerca di refrigerio nella calda estate romana.
In quel periodo sono successe tante cosette più o meno simpatiche e le racconterò come aneddoti vissuti in prima persona.
Lungotevere e il Cupolone
Eravamo partiti una Domenica sera con la motonave di linea Cagliari-Civitavecchia. Dal Lunedì dovevamo essere al lavoro per quindici giorni consecutivi, unico giorno libero la Domenica tra le due settimane di lavoro (allora si lavorava anche il sabato). Insomma, due pellegrini sperduti in una città deserta perché Roma la Domenica si spopola e la maggior parte dei bar, oltre i negozi, restavano chiusi.
Piazza S. Pietro e Basilica Vaticana
Ricordo che avevamo fatto una visita in San Pietro la mattina, poi il pranzo alla “Casina delle Rose” il ristorante della stazione Termini perché la trattoria “Da Giovanni”, dove si andava abitualmente per la cena, nel giorno di Domenica rispettava il riposo settimanale per cui era gorno di chiusura.
Piazza Navona
Dopo il frugale pranzo abbiamo evitato di rientrare al dormitorio per una breve siesta perché sapevamo che saremo andati a star male per il caldo in quelle stanzette con poca aria e senza nessun conforto (l’aria condizionata non esisteva proprio).
I Fori - Roma imbiancata di neve
Dopo aver bighellonato un po’ visitando qualche monumento storico della città eterna ci sentivamo assettati non solo per la calura estiva in quella afosa giornata, ma anche in conseguenza del pasto un po’ piccante della cucina romana. Con Beppe decidemmo di andare a bere una birra e siamo andati a sederci ad un tavolino sotto gli alberi attorno ad un chiosco tra Piazza dei Cinquecento (Stazione Termini) e Piazza dell’Esedra (Fontana delle Naiadi).
Fontana delle Naiadi - Piazza dell’Esedra
Sotto gli alberi c’era un po’ di 'venticello de Roma' e si stava abbastanza bene. Arriva sollecito il cameriere e chiediamo una bottiglia di birra: “l’abbiamo solo alla spina” rispose, “va bene, allora, due bicchieri”, dicemmo. Ci portò due boccaletti 0,60 ad una manico, colmi di birra fresca e iniziamo a sorseggiare gustando l’illusorio refrigerio che la bevanda poteva darci tra tanto caldo estivo.
Particolare della Fontana delle Naiadi
Di lì a poco arrivarono due turisti tedeschi, due omoni in calzoncini corti e canottiera, che sono andati a sedersi poco più in là del tavolino dove ci eravamo sistemati noi. Anche per loro arriva il cameriere, fanno l’ordinazione e poco dopo vengono serviti: un boccalone a due manici di almeno due litri di birra per ciascuno.
Fontana di Trevi di notte
I tedeschi afferrano i due manici, accostano il boccale alle labbra e tracannano tutto il contenuto senza staccarsi un attimo. Con Beppe ci scambiamo uno sguardo sorpresi, avevamo visto abbastanza, chiediamo il conto per andar via. Il cameriere ci portò la nota scontrino: 10 mila lire.
Archi romani per raggiungere la Basilica di S. Giovanni e Paolo
Siamo rimasti esterrefatti, era una esagerazione se si pensa che una bottiglia al bar sarebbe costata poco più di mille lire. Ammutoliti, pagammo e andammo via. Beppe voleva protestare ma lo trascinai via dicendo, consolati, pensa a quanto pagheranno i due turisti.
Non era stato certamente un bell’esempio per favorire il turismo.
Tempietto del Bramante - San Pietro in Montorio Gianicolo
Un’altra settimana di lavoro e finalmente arriva il sabato, ci imbarchiamo di nuovo a Civitavecchia per il rientro a Cagliari. L’andazzo del lavoro a Roma durò per parecchi anni ma avevamo chiesto di eseguire il lavoro al Ministero a settimane alterne ed ottenuto la concssione del viaggio con l’aereo, anziché in nave, per cui si partiva il Lunedì con il primo volo e si rientrava il Sabato.
In quei periodo sono successe tante altri simpatici episodi che vi racconterò una prossima volta.
Spero di non avervi annoiato ma soprattutto che la lettura del post sia stata utile per ricordare la grande attenzione che la cara Amica Giovanna dedicava al “suo amato Bosco”.
Auguro a tutti una serena e proficua Domenica.
Richard Clayderman - Au bord de la rivière

