Archive for gennaio 26th, 2023

PER NON DIMENTICARE di Nembo e Giuseppe

     

“GIORNATA DELLA MEMORIA”

27 Gennaio 1945

Post di Nembo

 

     

 Tra il 1943-1945 questo binario è stato testimone di fatti inauditi e terribili ricordati come la deportazione della Shoa. Sorge in un’area della stazione centrale di Milano (entrata da piazza Sofra) è situato al di sotto dei binari ferroviari, nel periodo sopracitato centinaia di persone furono caricati su dei vagoni merci e deportati ai campi di concentramento e di sterminio, Birckenau, Auschwitz, Mathausen e altri. Si tratta dell’unico luogo in Europa ad essere rimasto intatto come era allora, durante il percorso di questo memoriale fa conoscere i momenti della deportazione, sul muro vi sono scritti alcuni nomi dei deportati di politici milanesi e, ebrei di tutte le nazionalità, visitando questo tratto di storia, si prova la sensazione di angoscia e commozione toccata ai deportati che venivano messi su quei carri merci come bestie o forse come insetti dannosi a parere della gestapo per poi mandarli a morte.

   

La scelta del giorno che intende ricordare questi orribili avvenimenti è il 27 Gennaio di ogni anno come è stato deliberato dalla nostra Repubblica con la legge n° 211 del 20-07-2000, al fine del ricordo della shoah. Questa data è stata scelta perché il 27 Gennaio del 1945, le truppe sovietiche dell’armata Russa, nel corso dell’offensiva in direzione Berlino, arrivarono presso la città di Oswiecim (Auschwitz), scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberando i pochi superstiti trovati, per la prima volta al mondo si rilevava l’orrore del genocidio nazista.

 

alcuni di loro, forse, l'hanno varcato

Questi sentimenti non si debbono dimenticare, facendo una riflessione su questi argomenti la stessa vale come ammonimento a tutti e, che non dia nuovo seme, ne domani, ne mai.

 

     

Post di Giuseppe

   

Altra istantanea dello stesso gruppo di bambini ci consente di vedere quanta tristezza e sgomento appare nei loro visi

 

Nel giorno della memoria un pensiero va rivolto ai bambini che hanno subìto l'olocausto. Ignari di quanto stava accadendo erano quasi sempre i primi ad essere eliminati in quanto non potevano essere impiegati come forza lavoro.

É difficile determinare il numero dei bambini deportati nei vari campi di concentramento ma si presume che complessivamente le vittime, uomini, donne e bambini, sia superiore al milione e mezzo.

   

Con quale stato d'animo avranno vissuto la vita nei lager quei bambini e cosa avranno provato le loro mamme vedendosi portar via i loro figli con la consapevolezza che non li avrebbero mai più rivisti?

Due semplici testimonianze che possono dire tutto: in primis uno stralcio dal Diario di Anna Frank ed a seguire una poesia scritta da una bambina o forse un bambino, durante la prigionia.

 

VEDRAI CHE É BELLO VIVERE

 

Chi s’aggrappa al nido

non sa che cos’è il mondo,

non sa quello che tutti gli uccelli sanno

e non sa perché voglia cantare

il creato e la sua bellezza.

 

Quando all’alba il raggio del sole

illumina la terra

e l’erba scintilla di perle dorate,

quando l’aurora scompare

e i merli fischiano tra le siepi,

allora capisco come è bello vivere.

 

Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza

quando cammini tra la natura

per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:

anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,

vedrai che è bello vivere.

 

La poesia porta la data del 1941; non si conosce il nome del ragazzo che l’ha scritta, ma il messaggio che contiene fa riflettere sul suo coraggio di vivere e sulla sua fede nella vita. L’autore si identifica nell’uccello che vola libero nell’aria e che indirizza ai suoi compagni, paurosi di lasciare il nido, il suo grido di gioia:

“vedrai che è bello vivere!”.

             
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