Scritto da Giuseppe il 12 Novembre 2023 |
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IL POPOLO
É SEMPRE CONTRO
OGNI FORMA DI GUERRA
Nel Mondo manca la PACE e continuano le guerre tra i popoli.
L’Uomo, con la sua incosciente cattiveria, continua ad uccidere i propri simili con efferata crudeltà e indifferenza per il valore della vita di ciascun individuo sulla Terra.
Il 28 Luglio 1914 con l'assassinio, a Sarajevo, dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono Austro-Ungarico è iniziata la Prima Guerra Mondiale.
L’Italia, che mirava a completare l’unità d’Italia con l’annessione territoriale del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, nell’Aprile 1915 firma un patto con Francia ed Inghilterra e il 24 Maggio 1915 entra ufficialmente in guerra contro Austria-Ungheria.
Ma non è il caso di citare gli eventi storici che ormai conosciamo, vorrei invece proporre la lettura di una poesia di Carlo Alberto Camillo Salustri un poeta, scrittore e giornalista italiano (1871-1950), particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco che pubblicava sotto lo pseudonimo di “Trilussa” che altro non era che l’anagramma del suo cognome.
In quella occasione Trilussa scrisse questa Ninna Nanna, una chiara satira contro la guerra.
Da allora è trascorso oltre un secolo, siamo entrati nel Terzo Millennio e… malgrado tutti i progressi di civiltà che l’uomo continua a conquistare in tutti i campi dello scibile umano, le guerre tra i popoli proseguono in tutto il mondo e questa vecchia poesia si dimostra, ancora oggi, più che mai valida.
Leggiamola e pensando agli scenari di guerra che oggi affliggono il mondo, proviamo a pensare cosa possiamo aspettarci per il futuro.

(1971 - 1950)
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

