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UNA STORIA DEI GIORNI NOSTRI……………………gp

 

SOLITUDINE

 

UNA STORIA ATTUALE

 

IL VECCHIETTO

Trascorre la notte,

si avvicina l’alba.

poche ore di sonno,

il vecchietto

lascia presto il suo letto,

veloce rinfrescata,

 un caffè

poi solitario va,

passo lento,

consueta passeggiata mattutina,

ultima risorsa di forze rimaste

memori di numerose corse

di una vita vissuta

con l’energia della trascorsa gioventù.

Raggiunge l'altura che non è neppure una collina ma domina sul panorama delle case più a valle. Per lui, ogni giorno è una conquista per dimostrare a sé stesso che le gambe reggono e ce la fanno ancora, almeno a camminare.

Siede su quella panchina solitaria per recuperare il fiato. Riflette su memorie di gioie vissute ormai lontane. La mente ripercorre una vita di battaglie, di vittorie e di sconfitte, ma mai domo, mai ceduto le armi e mai arreso.

 

La compagna di una vita si è da poco avviata su quella strada dell'infinito silenzio,

I figli sono lontani più nel tempo che nello spazio, travolti dalle incombenze familiari e dagli impegni di lavoro con ritmi sempre più stressanti imposti dalle più recenti tecnologie mirate al raggiungimento dei massimi profitti economici, non dispongono neppure di piccoli di spazi di tempo da dedicare al padre rimasto solo.

Questo è uno specchio sulla vita oggi.

Il baldo vecchietto ha rifiutato il confino in una residenza sanitaria assistita e indomito prosegue la solitaria battaglia per l’esistenza quotidiana.

 

Unica variante alla monotonia giornaliera, l’arrivo della signora incaricata dai Servizi sociali, due volta alla settimana, per il disbrigo delle più elementari necessità della casa.

Dalla sua panchina sulla collinetta, attende che il sole dia colore alla vallata, poi lento e obbligato il ritorno a casa.

   

Il secondo caffè e si abbandona sulla poltrona, Non accende neppure la TV, nauseato dalle notizie delle tragedie che travolgono i popoli del mondo governati da capi bellicosi spinti dall’unico intento di mantenere il potere, incuranti delle sofferenze umane degli inermi cittadini che sono chiamati a governare.

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Pranzo frugale, solita pastiglietta prescritta dal medico poi relax. Un po' di musica classica utile per rilassare le tensioni fisiche e mentali, lettura di qualche pagina di un libro lasciato aperto a metà e leggero pisolino in poltrona.

 

Su tale scenario giunge puntuale anche l'ora di cena, sempre leggera, come bonariamente ma tassativamente raccomandato dal medico curante, indi nuova dose di medicinali.

Abitualmente si informa sulle condizioni meteo per conoscere come sarà la giornata successiva anche se sa che raramente azzeccano, quindi a letto, nella speranza di un buon sonno ristoratore che restituisca un po’ di forze alle membra stanche

Come ormai consueto, poche ore di vero riposo e, trascorsa la notte, al risveglio stessa procedura per arrivare ancora fino a quella panchina sulla collinetta,

Prima di dormire non manca la recitazione di una preghiera, cercando di scacciare il pensiero che arriverà anche il giorno del mancato risveglio, ovvero della partenza per l'ultimo viaggio senza ritornao. Amen.

Storia un po’ triste? Vero! Purtroppo per tanti è una storia reale di esistenza quotidiana.

Ma finché c'è un barlume di vita non si perde la mai la speranza.

Penso ad una delle tante persone che potrebbero aver ispirato questa storia e posso annunciare che almeno per un signore c’è stato un seguito inaspettatamente positivo e spero di poterla raccontare una prossima volta. Spero.

 

 

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