NASCE UN AMORE ……………………………… gp
Scritto da Giuseppe il 9 Novembre 2024 | 18 commenti- commenta anche tu!
L’AMORE NON HA ETÀ
Nasce un amore
Direte che non è una novità, amori ne nascono tantissimi, ogni giorno, tra giovani, anche tra persone con notevole differenza d’età, ecc. ma questa che voglio raccontare è la storia di un amore adulto, più che adulto, tra due persone che solitamente sono considerate anziane, quasi a voler dimostrare, ancora una volta che l'amore non ha età.
Ricordate la storiella dell’ultima Domenica di Ottobre?
Una persona non più giovanissima che fin da ragazzetto tutti conoscevano con il nome di Paco perché così lo aveva chiamato la sorellina più piccola quando aveva iniziato a vocalizzare le prime parole. Così si erano abituati a chiamarlo in famiglia, quindi i compagni di scuola e gli amici dall'adolescenza in poi. Quel nome gli era rimasto per la vita.
Dalle analisi annuali che era solito fare per controllare il suo stato di salute erano emersi valori anomali e il medico di base lo mandò con priorità a visita specialistica in una apposita struttura ospedaliera. Superate le varie peripezie burocratiche per riuscire ad avere l'appuntamento, finalmente arrivò il giorno fissato.
Lo ricevette una dottoressa già avanti negli anni, probabilmente prossima alla pensione.
La dottoressa nel vedere questa statuaria figura d'uomo pensò che probabilmente in gioventù doveva essere stato uno sportivo, forse anche un atleta, e prima ancora di invitarlo a sedersi lo squadrò da testa a piedi.
Paco si sentì osservato e in quell’attimo anche lui fu attratto da questa figura di donna un po' in carne, ma che da giovane doveva essere stata sicuramente una bella ragazza, una buona rappresentante del gentil sesso e lo era ancora, in relazione all’età.
Gli chiese perché si trovasse lì e Paco le presentò il plico delle analisi precedenti e le spiegò che era stata una decisione del medico di base.
Mentre analizzava la documentazione la dottoressa rivolgeva al paziente le domande di rito, prevalentemente di natura professionale ma entrambi intercalavano pure qualche informazione personale.
Fisicamente come si sente, chiese la dottoressa e Paco le disse di non aveva disturbi particolari ma aggiunse che era solito fare anche dei lavori manuali, giardinaggio, manutenzione della casa e qualche altro lavoro per soddisfare i suoi hobby e gli spiegò che mentre prima lavorava per quattro o cinque ore di seguito senza avere sintomi di stanchezza, ora dopo appena una/due ore si sentiva stanco e doveva fermarsi per riposare.
Al che la dottoressa rispose: Deve tener conto pure dell’età che avanza, posso dirle che anche io dopo una mattinata di lavoro in ambulatorio, quando rientro a casa ho bisogno di distendermi a letto per rilassarmi, riposare e recuperare le forze e mi piacerebbe pure che ci fossero due mani a massaggiarmi le spalle.
Paco era molto attento e interpretò quelle parole come se la dottoressa volesse trasmettere il messaggio di essere sola, infatti lui aveva notato che lei non portava nessun anello sia nella mano destra che in quella sinistra.
La dottoressa continuava a dire che sentire la stanchezza è naturale, non si può chiedere troppo al nostro organismo, siamo esseri umani, ciascuno con i propri limiti.
Forse per pura curiosità femminile o influenzata dalle parole di Paco che nel dialogo dimostrava ampia conoscenza del linguaggio informatico, gli chiese: “Lei cosa faceva nella vita, è ingegnere?”
No, rispose Paco, ho chiuso gli studi con il diploma di Perito Industriale e ho svolto prevalentemente lavori tecnici in due importanti industrie italiane.
Nel mio periodo di lavoro ho avuto modo di collaborare con oltre dieci ingegneri ma posso dirle di aver constatato con assoluta convinzione che il titolo di ingegnere non sempre corrisponde al significato di ingegnoso. La dottoressa sorrise dicendo che in effetti il titolo di studio non assegna la dote dell’intelligenza.
Dopo dieci minuti di conversazione e scambio di notizie personali reciproche sembrava subentrata una certa sintonia, quasi come se si conoscessero da moltissimo tempo.
Lei gli aveva confidato che il suo nome era Manuela ma che tutti ormai la chiamavano con l’abbreviativo di Manù e lui rivelò il motivo per cui gli era stato attribuito il nome Paco.
Questi valori hanno bisogno di verifica, precisò la dottoressa, ora la mando nel laboratorio di analisi, al primo piano e, consegnandogli un foglietto gli disse: “La chiameranno con questo numero, poi ritorna al piano e attende in sala d’attesa.
Quando mi arrivano i referti la richiamo” “Grazie” rispose Paco e si avviò per raggiungere la sala prelievi indicata.
Tra una cosa e l’altra trascorsero quasi due ore quando la dottoressa lo chiamò di nuovo nel suo ambulatorio.
Effettivamente alcuni valori sono oltre i limiti, ora devo visitarla, poi le prescriverò una terapia non troppo invasiva e tra un mese faremo altre analisi, tolga la maglietta, sganci la cintura e si distenda sul lettino.
La dottoressa proseguì con alcune palpazioni, auscultò il battito cardiaco poi lo invitò a sedersi sul bordo dello stretto lettino da visita e standogli alle spalle gli fece fare alcune profonde respirazioni mentre lei ascoltava appoggiando lo stetoscopio.
Tutto a posto gli disse e, standogli dietro, passò le mani attorno al collo, le pose sul petto attirandolo verso di sé e appoggiò il mento sulla spalla sinistra di Paco.
Fu naturale per Paco voltare il capo e nel fare questo movimento, sfiorò prima la guancia poi le labbra di Manuela.
Era stato un contatto casuale, leggero, timido, carico di infinita tenerezza ma che nascondeva una voglia forte che stava per esplodere.
Nella mente di entrambi c’era la stessa domanda:
Paco sentì irrorare il corpo di un calore che non provava da tantissimo tempo e ne rimase sorpreso.
Manuela passò dall’altra parte del lettino e tese le braccia, i loro sguardi si incrociarono penetrando nel profondo dell’iride. Il tempo di un battito di ciglia e si ritrovarono avvolti in un abbraccio strettissimo.
Fu un bacio vero, pieno di passione e sentimento del quale entrambi sentivano da tempo la mancanza e l’assoluto bisogno.
Non pronunciarono nessuna parola ma sentivano i loro cuori che avevano acceleato i battiti in modo fortissimo quasi a dire che loro conoscevano la risposta a quella domanda non pronunciata:
Perché nella vita succedono cose apparentemente strane ed incomprensibili delle quali è preferibile non chiedersi mai il motivo, succedono e basta.
Era nato quell’Amore improvviso che siamo soliti chiamare
“Colpo di fulmine”
Può succedere nei momenti e nei luoghi più impensati, non solo tra cuori giovani, ma anche tra due persone che hanno perso il conto dei battiti di una vita ma, anche ad una certa età sperano di trovare nuove palpitazioni di gioventù.
Spazio alla musica, i violini intonano un Inno all’Amore.
I lettori sono liberi di pensare come sia proseguita la storia di questi due anime che si sono incontrate per caso in un giorno del tutto imprevisto.
Vogliamo augurarci che sia stato l'inizio di una stabile convivenza tra due persone che hanno scoperto l'amore senza età, ma soprattutto hanno costruito l’unione di due cuori che non volevano vivere in solitudine.
Per entrambi fu la scoperta che non ci sono limiti d’età per trovare la gioia di vivere.
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