LA VALIGIA DI CUOIO ………… di Roberta degli Angeli
Scritto da Giuseppe il 7 Dicembre 2024 | 12 commenti- commenta anche tu!
La valigia
di cuoio
Ecco che Luisa ritrovò per l'ennesima volta la vecchia valigia di cuoio, mistero da sempre, dimenticata in mezzo a tutte le cianfrusaglie del solaio. Ogni tanto qualcuno la ritrovava, mai nessuno si era preso la briga di aprirla.
Adesso lo faccio io, pensa, così non sarà più un mistero. La piazza sopra al tavolino. - Sarà più agevole curiosarci dentro… caspita che peso! - Riaffiora allora alla memoria una vecchia canzone da campeggio:
“Una donna tagliata a pezzetti, fu trovata in una valigia, con la testa staccata dal busto, ohi che gusto, che gusto che gusto…”
Le risate allora si sprecavano! Adesso una terribile pelle d’oca la pervade, sentendo il peso della valigia. E pensa di sicuro una donna no, sarebbe più pesante!
Deve trovare la chiave però, e si svelerà così l'arcano. Scende dal solaio, cerca le chiavi che non trova. Passa il figlio Martino. - Ricordi la vecchia valigia di sopra, mi servirebbero le chiavi, dove sono ? - Mamma, non ci sono più, nessuno di noi l’ha mai aperta, se vuoi la scasso. - No! risponde Luisa, sarebbe un peccato, è così bella e ben conservata.
Allora cosa facciamo mamma, dai sali con me, vediamo cosa si può fare. Arrivano davanti alla valigia, Martino controlla la chiusura, non comprende come si può fare senza rovinarla. Ma è di cartone? Di cartone no, risponde Luisa, è di cuoio, è solida per questo, quasi un pezzo di antiquariato. Potremmo anche venderla e guadagnarci un po'. Martino scoppia in una fragorosa risata - Chi vuoi che la compri, io non sborserei nemmeno una lira. - Magari troviamo il collezionista interessato, continua lei. E lui di rimando - uno che ama l’horror di sicuro, diamoci da fare per aprirla, non posso perdere tutta la giornata per la tua curiosità.
Scende per cercare un piccolo punteruolo, un ago di lana, la chiave di un’altra valigia, ritorna nel solaio. Insieme riprendono le manovre per aprirla: sotto il loro sforzo la serratura cede. Caspita, ma c’è una scatola di legno dentro, chiusa anche questa… si guardano, il mistero è ancora fitto. Mamma, la possiamo rompere vero? Certo è solo una scatola che velocemente cede sotto la piccola pressione di Martino.
Ci sono ricordi di gioventù, che emozione… una cartolina in bianco e nero, con un bacio stampato, un timido rossetto rosa. - Guardo a chi è destinata … al nonno di mio marito! Lui era già sposato, la data lo conferma, anche qualche sbiadita lettera, scrittura minuta, si firma Lia.
In famiglia non conoscevano nessuna Lia, almeno io non ne avevo mai sentito parlare. Si sente intimorita, invado un amore. E’ curiosissima. Però non le piace leggere davanti a Martino, lo ringrazia - Puoi andare ai tuoi impegni, poi se vuoi ti racconterò.
Prende a leggere la prima lettera, scritta con pennino e inchiostro come si usava un tempo.
Che bello aver conosciuto te e la tua famiglia, prosegue Lia e, tu sai, la mia è composta da figlio, marito e suocera.
Luisa scorre veloce lo scritto, vuole capire. Cerca qualcosa di più, chi sarà questa donna? Vorrebbe leggerle tutte, ma arriva il marito e, vedendo la valigia aperta - Come ti è venuto in mente proprio oggi di aprirla? Lo sai che mi devi aiutare, non perdere tempo con le tue fantasie!
Lei a malincuore lo segue per aiutarlo in quel lavoro davvero importante. Devono spedire i nuovi modelli dei vestiti, da loro disegnati. Lui come il padre e il nonno sono modellisti. - Sai, ho aperto quella valigia perché pensavo ci potessero essere dei modelli antichi - Ma mente spudoratamente.
Non lavora volentieri, vorrebbe tornare nel solaio, ma non ci riesce se non dopo cena. Piano piano, senza farsi scorgere, torna su, riprende in mano le lettere e sente che sta scoprendo qualcosa di bello, almeno per loro che l'hanno vissuto.
Quella prima lettera non dice molto di più di questa misteriosa donna. Apre una seconda lettera. Qui Lia racconta che il marito sta partendo per un lavoro in Africa, lei e la suocera si ritrovano ad accudire il figlio. Chiede a Luigi quando sarebbe andato a trovarla e quando sarebbero potuti stare di nuovo insieme. Altri racconti di vita, non molto di più.
Luisa apre subito la terza lettera, ecco non si indugia più. Qui Lia dice:
amore ti aspetto, ho rallentato il mio cuore, riprenderà a battere solo quando tu sarai con me. 
Luisa comprende di avere tra le mani non una storia torbida, ma un piccolo sogno d’amore . Apre con cura estrema la quarta lettera,
Che bello è stato camminare con te in riva al nostro lago, baciarti al chiarore della luna. Le mie fughe notturne mi mettevano angoscia, ma non potevo stare lontana da te, amore mio.
Nella quinta ed ultima lettera, la più sgualcita, solo parole indistinte e confuse, non si leggono quasi più, cancellate dalle lacrime caduteci sopra. Lia lo deve lasciare, lui non può vivere con lei, il loro bellissimo amore non può avere un futuro, sono tutti e due impegnati. Infelici, ma troppo coinvolti nelle loro famiglie.
Luisa sente ancora quel dolore, lo percepisce. Allora comprende perché il nonno aveva negli occhi quel velo di malinconia.
Si sente mesta, si chiede perché abbia aperto la valigia. Mai avrebbe pensato ad una storia così. Richiude tutto nella scatola di legno, che ripone con cura amorevole nella valigia di cuoio, rimettendola dove l’aveva trovata al mattino e dove era rimasta per tutto quel tempo, sicura che la storia d’amore sarebbe vissuta nei suoi ricordi.
Loro avevano messo la parola fine con l’ultima lettera. E lei avrebbe mantenuto il segreto, conservandolo nel profondo del suo cuore.




