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UNA DONNA TENACE, DETERMINATA E VINCENTE

 

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OMAGGIO

 

AD UNA DONNA

 

In onore della Donna racconto la storia di una ragazza che ha perseguito con fermezza ciò che era nei suoi desideri e malgrado tutte le avversità incontrate, è riuscita a vincere tenacemente la sua battaglia.

É una ragazzina ribelle ma coraggiosa, non vuole adattarsi alla cultura di una società ancestrale che ha assoggettato la donna ad essere individuo inferiore, a sottostare al maschio dominante, che l’ha relegata da sempre ad accudire la famiglia ed i lavori domestici.

Non aveva completato neppure le classi elementari quando i genitori decidono di ritirarla dalla scuola perché è femmina e non serve che continui a studiare, a quell’età è giunto il tempo che prenda confidenza con i mestieri di casa ai quali è destinata.

Si ribella con tutte le sue forze, vuole scrivere, vuole raccontare ciò che interpreta nell’animo delle gente che conosce e che incontra, vuole esprimere con la scrittura l’immensa interiorità della storia della sua gente, della sua terra, l’amata isola di Sardegna.

Con l’aiuto dell’insegnante che ne ha capito lo spirito, la passione e le capacità, riesce a spuntarla e riprende ad andare a scuola ma non va oltre le elementari.

Ma lei ha sete di cultura, legge di tutto e soprattutto continua a scrivere perché è la sua passione.

Ha diciassette anni quando invia un suo racconto ad una rivista e il suo scritto viene pubblicato con grande felicità della ragazzina.

Nella sua cittadina di piccola provincia si grida allo scandalo, anche il parroco del paese è dalla parte della gente.

Ma scherziamo?

Una ragazzina che scrive?

È una professione di esclusiva competenza degli uomini.

Siamo nella seconda metà del 1800, non esiste la donna che scrive.

Anche i genitori cercano di convincerla per farla smettere, ma non riescono a farla desistere dalla sua ferma decisione, lei vuole scrivere e continua a farlo, punto.

Non si arrende e decide di andare a Roma dove spera di trovare persone con una mentalità più aperta.

Niente anche a Roma viene respinta da scrittori e intellettuali dell’epoca, è giudicata una donna senza alcun titolo di studio e non può pretendere di inserirsi con le sue storielle nella cultura della capitale.

Ma lei non si arrende, ha la caparbietà e la forza della donna sarda, depositaria di una cultura millenaria che con la solidità dei granitici Nuraghi ha resistito alle invasioni di fenici, cartaginesi, arabi, bizantini, romani, spagnoli, pisani, piemontesi.

Ha ventinove anni quando trova un uomo con la mente più aperta e priva di pregiudizi e che è orgoglioso di avere una moglie scrittrice per cui si prende cura di lei e diventa suo agente, incurante della derisione dei personaggi che erano considerati la classe culturale di quei tempi.

   

Questa donna si chiama

GRAZIA DELEDDA

 

Incurante degli ostacoli, continua a scrivere novelle, racconti, romanzi che piacciono e si diffondono non solo in Italia ma, con le debite traduzioni, in varie parti del mondo culturale.

I suoi libri arrivano fino all’Accademia Reale Svedese che nel 1926 le assegna

Il Premio Nobel

per la Letteratura

Grazia Deledda è stata la prima donna italiana a ricevere tale riconoscimento, seconda donna al mondo dopo la svedese Selma Lagerlöf.

Il romanzo “Canne al vento” è considerato il suo capolavoro ma vastissima è la produzione letteraria della scrittrice sarda con racconti, romanzi, novelle e poesie.

         
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