FESTA DEL LAVORO

 

 

1° Maggio

FESTA DEL LAVORO

Apriamo questa giornata con una nota che ci rattrista e non ci consente di parlare di una vera

FESTA DEI LAVORATORI

fintanto che continua la serie di infortuni, troppo spesso mortali, nei posti di lavoro.

È vero che molti obiettivi sono stati raggiunti dai tempi delle schiavitù, tante conquiste sono state fatte da allora ad oggi ma c’è ancora tanto da fare.

Il mondo del lavoro chiede dignità e rispetto per tutti gli addetti richiamando la rigida applicazione delle norme antiinfortunistiche che sono state create e ci sono, ma che molto spesso vengono ignorate e restano solo sulla carta.

Per salvare la vita di chi lavora è oltremodo necessario applicare e garantire i sistemi di sicurezza in ogni settore di lavoro.

 

 

Altre problematiche hanno bisogno di ulteriore definizione e restano tuttora oggetto di discussione:

AMBIENTE DI LAVORO

PRECARIETÀ

ADEGUAMENTO DEL SALARIO

PROGRAMMAZIONE

CORSI D’ISTRUZIONE

FORMAZIONE DEI GIOVANI

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

FERIE

CONGEDI GENITORIALI

TFR

ETÀ PENSIONABILE

TRATTAMENTO PENSIONISTICO

ADEGUAMENTO AL COSTO DELLA VITA

Chi vuole può aggiungere il resto.

Grazie!

LAVORATORI UNITEVI

 

BUONA

 


COMMENTI

  1. il 01 maggio, 2025 NEMBO dice:

    Giuseppe, giusto menzionare questa giornata del Primo Maggio con tutte le sue asperità lavorative. Inizia male il 2025 per quel che riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori. Meno infortuni ma più morti rispetto all’anno precedente (Sono 101 le vittime in occasione di lavoro nei primi due mesi del 2025, 10 in più rispetto al primo bimestre del 2024) dati che sono sopra la media europea. La tutela del lavoro è uno dei pilastri della nostra Costituzione, ma a livello nazionale, come locale, gli infortuni non si fermano. Perciò, serve un’azione forte, unitaria e concreta. Non possiamo rassegnarci all’idea che si possa morire mentre si lavora. L’obiettivo di ridurre gli infortuni sul lavoro devono avere più controlli ma la critica arrriva anche dalle aziende sanitarie locali gli scenari non sono confortevoli da anni e non solo ora, portano alla luce una grave carenza di personale, che mette in crisi la capacità del sistema di garantire prevenzione e vigilanza nei luoghi di lavoro mentre avevamo migliaia dei famosi “navighetor” i quali dovevano aiutare a trovare lavoro e manco avevano l’ufficio, gli stessi, potevano essere impiegati ai vari controlli dopo corsi di formazione. I dati in possesso dalla Commissione di albo nazionale di stato attuale dei professionisti della prevenzione in servizio presso le Aziende sanitarie locali (ASL) italiane non sono confortevoli: portano alla luce una grave carenza di personale, che mette in crisi la capacità del sistema di garantire prevenzione e vigilanza nei luoghi di lavoro in particolare, la commissione di albo fa sapere che in Italia, i Tecnici della prevenzione deputati alla funzione ispettiva, sono circa 2.108, a fronte di una popolazione di quasi 59 milioni di abitanti e di oltre 3 milioni di imprese con dipendenti, per un totale di circa 25 milioni di addetti. Il quadro che emerge è allarmante: in sintesi, per ogni 28mila abitanti è presente un solo TPALL, che si traduce in uno ogni 1.500 imprese, ovvero un Tecnico della prevenzione per 11.800 lavoratori. Anche se si effettuano controlli e si trova personale non in regola, oltre alla sanzione viene applicata immediatamente la sospensione all’attività ai sensi della normativa che regola la sicurezza sul lavoro e la regolarità occupazionale e pochi giorni dopo cambiano nome con nuovo subentro, ma di fatti rimane sempre quella. Giuseppe, non basta la sola vigilanza, corsi di apprendimento infortuni ecc…( Più di 19 milioni di euro di contributi sono stati concessi nel periodo 2019/2023 da FondItalia a sostegno dei corsi obbligatori aziendali.) serve una cultura per una prevenzione adeguata, non si improvvisa nulla per salvare la vita. Se davvero vogliamo cambiare rotta, serve un piano concreto di riconoscimento e potenziamento della professione. Nello specifico esistono quasi una ventina di enti – ASL, INL, INAIL, Arpa, Carabinieri, Capitanerie, VVF – che possiedono competenze sovrapposte. In questo scenario, bisogna proporre una regia unica, costituito da un coordinamento nazionale tra tutti gli enti coinvolti, al fine di condividere i dati rilevati e le agende ispettive. Altro flop, sanzionatorio della patente a crediti non è servito a risolvere il problema, visto che la curva degli incidenti mortali e infortuni è aumentato un fallimento annunciato, pochissime le infrazioni registrate e poco più del 2% di controlli in 5 mesi. In Europa, Svezia, Norvegia, Germania, Paesi Bassi, Finlandia, Regno Unito e Australia sono i Paesi che meglio si distinguono per il loro impegno nella protezione dei lavoratori e nella creazione di ambienti di lavoro sicuri, attraverso normative efficaci, formazione continua e una cultura della sicurezza ben radicata: cosa impedisce all’Italia di fare altrettanto e porre fine alle stragi sul lavoro? Oggi come sempre durante i cortei, manifestazioni ecc…si sentiranno i soliti discorsi convenzionali e Istituzionali incolpandosi a vicenda, e poi…? Il Primo Maggio non è una festa qualunque, è una festa della dignità, e ognuno di noi ha il diritto di festeggiarla come crede ma sempre con le mani che profumano o che hanno profumato di lavoro rendendo grande questa Nazione. Un saluto

  2. il 01 maggio, 2025 Gugli. dice:

    Festeggiare il 1° maggio con uun bel post, ricordare i lavoratori è un gesto molto bello , per tutti i lavoratori di tutte le categorie che esercitano le loro professioni molto importanti per la nostra società dal lavoro umile a quello intellettuale si uniscono per fare grande e moderna Italia. Il Giuseppe ricorda in questo post tutti ii lavoratori che sono venuti a mancare per vari incidenti sul lavoro, da ricordare che nello statuto dei lavoraturi è scritto un tratto importante la sicurezza del lavoratore in tutto dall’ambiente e da le varie forme che svolgono il loro lavoro. Vidi la morte del crollo del safitto in un cantiere nella mia città e la lavoratrice che è rimasta schiacciata da un macchinario.Basta con queste stragi ci vuole più sicurezza nell’ambiente in cui si lavora. Più sicurezza per chi lavora.

  3. il 01 maggio, 2025 Giuseppe dice:

    Una disamina statistica ampia e ben documentata com’è tuo solito Nembo. Non posso che esprimere parole di solidarietà e, se mi è permesso, anche i miei modesti complimenti per la forza delle tue espressioni che spero possano arrivare ed essere ascoltate nelle giuste sedi ma soprattutto che vengano recepite per le conseguenti applicazioni di competenza.
    Ci fermiamo qui con l’orgoglio di aver esposto un argomento di vastissimo interesse generale. Grazie e un saluto.

  4. il 01 maggio, 2025 Giuseppe dice:

    Mi unisco al pensiero espresso da Gugli.
    In una società tecnologicamente avanzata non è accettabile il ripetersi in continuazione di tanti infortuni mortali nei posti di lavoro.
    La vita umana deve essere posta sempre al primo posto. Non basta creare le norme antiinfortunistiche… è necessario avere anche la forza di farle applicare rigorosamente senza eccezione alcuna.
    Fa parte dei diritti di ogni prestatore d’opera. Grazie.

  5. il 03 maggio, 2025 carlina dice:

    Hai scritto un post bellissimo contenente tutto quanto si può dire sul lavoro e anche le persone che hanno risposto non sono state da meno- Aggiungo solo che forse un miracolo potrebbe riuscire a cambiare qualcosa in questa tragedia di morti- un caro saluto

  6. il 04 maggio, 2025 Giuseppe dice:

    Questa è la Eldy che ci piace Carlina, una Eldy che parla di cose vere, di problematiche di comune interesse che riguardano la vita quotidiana nella società nella quale viviamo.
    È la Eldy che conosciamo da oltre 16 anni e proviamo ad andare ancora avanti con ferma determinazione.
    Per fermare la tragedia dei morti sul lavoro non si deve arribare a chiedere miracoli ma il sacrosanto rispetto della vita umana vom la rigorosa applicazione delle norme antiinfortunistiche. Ricambio il saluto, grazie!

  7. il 07 maggio, 2025 Giulio Salvatori dice:

    Mi unisco alle Vostre considerazioni. La Vita è e deve essere al Primo Posto. Una volta dicevano che : il lavoro nobilita l’uomo. Qui, lo riducono schiavo. Il Grido si deve alzare in tutte le piazze e, soprattutto, svegliare le Istituzioni.

  8. il 07 maggio, 2025 Giuseppe dice:

    Teniamo alta la dignità del lavoro e dei lavoratori Giulio, non si può accettare nel modo più assoluto che il business prevalga sul valore della vita.
    Anche nei piccoli social si leva alto il grido di difesa. Grazie!


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