VOLERSI BENE !!

ROSSO DISCU

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ludovica

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VOLERSI BENE

Volersi bene è un'arte che possiamo imparare: il nostro migliore amico siamo noi!

amorefk5Il primo passo da compiere è quello di acquisire fiducia in sé. L'insicurezza, sia per quanto riguarda l'aspetto fisico, sia relativamente al valore personale, ingenera sentimenti d'inferiorità che si ripercuotono nelle relazioni interpersonali e sentimentali. Una delle conseguenze più significative è l'inibizione dell'espressione dei sentimenti, dettata dal timore che essi non siano corrisposti. Possiamo allora decidere di intraprendere il cammino della crescita personale, ma dobbiamo liberarci del dovere di essere perfetti, impossibile da realizzare. Accettare il fatto di non essere infallibili vuol dire accogliere le proprie debolezze e perdonarsi i limiti. L'obiettivo deve essere soltanto quello di migliorare. Bisogna sforzarsi di aver fiducia nella propria forza interiore, anche quando non la percepiamo, perché abbiamo smesso di ..”frequentarla”. Continuiamo a credere di avere tale energia e la ritroveremo. E poi, bisogna riuscire a far tacere quella vocina ipercritica. Essa è insidiosa. Senza che ce ne accorgiamo, a volte anziché parlarci....mormora. Invece, sarebbe necessario rivolgersi frequentemente parole di incoraggiamento “ce la farò la prossima volta...”: sarebbe un modo per proiettarsi imagessspositivamente nel futuro. E' poi utile imparare a dire NO! , un modo per affermarci davanti agli altri. E' importantissimo riconciliarsi con l'immagine che abbiamo del nostro corpo. Un problema molto sentito dalle donne, a partire da una certa età. C'è una casa che ha il nostro nome: il corpo! Spesso se ne perdono le chiavi. Riprenderne possesso ed abitarvi, per ritrovare vitalità, salute ed autonomia di pensiero. Corpo-anima, psiche-fisico, rappresentano infatti non una dualità dell'essere, ma la sua unità. Innanzitutto dobbiamo eliminare i miraggi dalla nostra mente .Siamo bombardate da immagini di donne perfette. Messaggi illusori poiché non è possibile mantenersi eternamente magre, senza rughe, cioè giovani! Impariamo ad analizzare i nostri comportamenti: capire quando si ha fame o invece l'assalto al frigo è solo bisogno di affetto. Bisogna chiedersi: quali emozioni penso di soffocare? Non è tuttavia giusto torturarsi con diete troppo rigide o abbracci104wu2sconsiderate che non avrebbero l'effetto desiderato. Il corpo cambia? Impariamo a valorizzarlo e a difenderne l'integrità. Praticare l'accettazione consapevole e positiva del nostro aspetto fisico non vuol dire rassegnazione! Se ci si sente speciali allora lo si è anche per gli altri.. In definitiva, volersi bene è un processo che implica un duro lavoro su di sé. L'obiettivo è quello di esistere , non come ruolo o maschera, ma come persona. Noi donne dobbiamo potenziare continuamente la voglia di stare al mondo “in grande”, trovando di volta in volta le parole, i gesti, i comportamenti conformi al nostro sentire interiore, sviluppando la capacità di proiettarlo all'esterno, integrandolo nelle situazioni della realtà oggettiva, senza tradirlo. Io tradurrei questo orientamento in un concetto solo: LA VOGLIA DI VINCERE. Vincere nel mondo su tutto ciò che ci rende insicure, instabili, dipendenti, imitatrici. La felicità, in fondo, dipende dal modo con cui ognuno interpreta la realtà: essere contenti di sé. La felicità a partire da noi....

Silvana1.ge

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COMMENTI

  1. il 25 agosto, 2010 NEMBO dice:

    Volersi bene oltre significare prendersi cura per qualcuno è anche voler bene a se stesso, e ascoltare se stessi per poi porre attenzione a chi si vuole bene, imparare a distinguere le esigenze vere di quelle false (narcisismo o essere egocentrici) Il bene risiede in tt noi è il nostro amico interiore, bisogna essere capaci di dialogore con lui, per poi donarlo agli altri. Volersi bene è un’arte difficile, le falsità vanno eliminate, rispettando le vere amicizie.

  2. il 25 agosto, 2010 Lorenzo.rm dice:

    Ma che bell’articolo, Silvana! E’ un argomento che dovrebbe spingere al dialogo più di altri. Ed è un argomento di cui Silvana individua gli elementi fondamentali e li scompone con intelligenza. Dateci un’occhiata, amici e rifletteteci su. Grazie.

  3. il 25 agosto, 2010 silvana1.ge dice:

    Nembo, volersi bene è un cammino che bisogna intraprendere
    perchè significa non solo star bene con se stessi,ma come
    sottolinei tu quella sicurezza interiore che deriva dalla
    acccettazione di se stessi si proietta all’esterno ed è produttiva a sua volta di bene. Crea cioè una sinergia positiva.
    E’ una strada in salita, certo perchè i condizionamenti sono tanti però bisogna assolutamente provare a considerarci
    il nostro migliore amico..

  4. il 25 agosto, 2010 silvana1.ge dice:

    Grazie Lorenzo!Mi sembrava opportuno proporlo perchè è un tema che coinvolge tutti in prima persona. A maggior ragione
    il mondo femminile ha forse ancor più bisogno di guardarsi dentro per individuare e comprendere gli eventuali condizionamenti sociali che possono rendere ancora più complicata la strada verso la propria affermazione come persone consapevoli del proprio valore.

  5. il 26 agosto, 2010 Lorenzo.rm dice:

    Direi che l’obiettivo di offrire il meglio di sé agli altri è l’obiettivo essenziale dell’umanità e riguarda donne e uomini. Io, come molti sanno, vedo la partenza del fare addirittura fuori di noi. Dobbiamo essere animali sociali e dare il meglio di noi e sotto questa cornice dobbiamo stare bene con noi stessi e presentare al mondo tutte le capacità e le qualità che possiamo avere. Altri dicono: partiamo da noi stessi e poi ci misuriamo. Comunque, diventa un fatto secondario da dove partire, se da noi o da fuori di noi. Il risultato-obiettivo rimane quello di essere in simbiosi con le sorelle ed i fratelli.

  6. il 26 agosto, 2010 NEMBO dice:

    Ciao silvana ti posso dire: Affermativo di quello che hai scritto ciao

  7. il 26 agosto, 2010 nadia dice:

    Silvana mi è piaciuto molto il tuo “articolo”soprattutto perchè mi tocca da vicino;io sono cresciuta con autostima zero e questo mi ha molto penalizzato anche nelle scelte importanti sia lavorative che sentimentali avevo sempre il timore del giudizio degli altri per cui faticavo ad esprimermi a dire la mia opinione. poi pian piano mi sono resa conto che non ero poi così “limitata” come mi avevano inculcato e allora mi sono SVEGLIATA purtroppo come dici tu il cammino è lungo e difficile ma ora so di potercela fare e questo è quello che voglio DIRE e augurare a tutte noi siamo in grado di farcela!!!!!

  8. il 26 agosto, 2010 silvana1.ge dice:

    Nadia hai detto cose molto significative, sai. Ho capito che
    hai già fatto molta strada sulla via della consapevolezza,
    analizzando le radici della tua insicurezza. Quello della
    accettazione di sè è l’elemento fondamentale per riuscire a credere che valga la pena di amarsi così come si è,e fare poi emergere la propria autenticità esprimendosi senza paura permettendo agli altri di conoscerci nella nostra essenza.Grazie per la tua preziosa testimonianza.

  9. il 27 agosto, 2010 giovanna3.rm dice:

    Le limitazioni e i condizionamenti cui la donna è stata sottoposta per millenni, l’hanno resa spesso insicura con un rapporto conflittuale verso il proprio corpo. Questi aspetti, fortunatamente, stanno cambiando, ma ci vorrà ancora molto tempo per superare tutti gli ostacoli.
    Silvana, il tuo articolo coglie perfettamente la situazione e ti ringrazio molto per avercelo proposto: è oggetto di serie e profonde riflessioni.
    Un abbraccio.

  10. il 27 agosto, 2010 silvana1.ge dice:

    Giovanna, hai colto uno degli aspetti fondamentali che riguardano questo tema. I condizionamenti che ingenerano insicurezza che spesso trasferiamo al nostro corpo, sentendoci inadeguate .Un circolo vizioso che si instaura.
    Sì Giovanna, ora le donne sono più forti e più determinate a costruirsi un’identità propria, più autentica.Il cammino è lungo ma …si è cominciato…
    Grazie Giovanna!

  11. il 30 agosto, 2010 carlotta dice:

    Vorrei segnalare un libro molto interessante – La maledizione della brava ragazza – di R.Simmons (ed. Nutrimenti)
    Secondo l’autrice l’educazione alla modestia, al compiacere sempre gli altri, al rigare dritto e rispettare le regole, insomma l’imperativo categorico che impone alle femminucce, fin da piccole, a fare le brave, è una iattura. Perchè atrofizza la libera espressione di sè.
    Questo spiega tante cose.
    Per esempio come mai a scuola e all’università siano le ragazze a primeggiare, ma quando poi si passa in ambito professionale a raggiungere i traguardi più importanti siano i maschi. Per fare carriera E, si sa, noi a “venderci” siamo piuttosto scarsette. Perchè il potere, sotto sotto, ci fa un pò paura. Non siamo abituate. La conquista di un qualsiasi straccio di leadership ci fa sentire invise alle altre.
    E il senso di colpa che spesso ne scaturisce (non sempre, per fortuna) si tramuta in arroganza.
    COME SI FA A ESSERE IN GAMBA, MA NON “BUONISTE”?
    Sicure di sé, senza passare per…stronze? La Simmons che di mestiere fa l’insegnante e studia i comportamenti delle teenager, dice che molto dipende dai genitori.
    Quelli di oggi sono malati di “eccezionalità”.
    Non sopportano l’idea di avere figli “ordinari”. Per questo li caricano di aspettative eccessive e se sbagliano, invece di aiutarli a superare il fallimento – unico modo per testare le proprie reali capacità e forgiare una propria identità – attaccano chi li critica. Un disastro.
    Il risultato è che molte ragazze crescono senza sapere chi sono e cosa vogliono.
    Allora molto meglio fare di testa propria, senza dare troppo ascolto agli altri.
    Male che vada fanno la fine di certe “cattive ragazze” di successo che alternano Grammy e rehad.
    Ma vi può anche capitare di diventare semplicemente voi stesse. Né brave né cattive. E vivere felici.

    ( M.E. Viola – giornalista )

  12. il 30 agosto, 2010 Lorenzo.rm dice:

    Grazie, Carlotta. Raccomandazione alle ragazze: fate tesoro di quanto emerge dallo studio della Simmons. E anche ai genitori: mi raccomando, non vogliate fare dei vostri figli e figlie dei mostri di sapienza; sarà per loro il principio della fine. A tutti i giovani tantissimi auguri di essere sé stessi.

  13. il 30 agosto, 2010 carlotta dice:

    Dare ai propri figli gli strumenti necessari ad accrescere la loro autostima, è un lavoro che dovrebbe iniziare fin dalla più tenera età, giorno dopo giorno. E’ solo nostro il compito di renderli forti e consapevoli delle loro capacità e anche dei loro limiti. Limiti o insuccessi che con il nostro aiuto impareranno ad affrontare e superare.
    Non è facile e alle volte si sbaglia perchè anche noi ci portiamo appresso il bagaglio di ciò che a nostra volta ci è stato “passato”. Nessuno è nato “imparato” ma, nessuno ci vieta di crescere insieme.

  14. il 31 agosto, 2010 silvana1.ge dice:

    Carlotta, il libro che hai segnalato può essere uno spunto di riflessione per genitori e giovani ragazze. Quindi da
    leggere e da..regalare .Hai ragione Carlotta, è anche e soprattutto nel modo in cui si crescono i ragazzi che si dà
    loro la possibilità di costruirsi giorno dopo giorno una adeguata autostima. Incoraggiarli a fare bene è importante,ma altrettanto costruttivo è trasmettere il messaggio che gli errori non sono qualcosa di catastrofico e non misurano il valore personale, ma anzi aiutano a stimo
    lare la creatività perchè obbligano a cercare nuove soluzioni. Se per paura di sbagliare non si agisce, non si può crescere.Gli errori insegnano relativamente. E’ il modo con cui si interpretano che ci può aiutare o meno.

  15. il 01 settembre, 2010 Lorenzo.rm dice:

    Errori ed interpretazione dell’errore. Quindi errori non più da nascondere ma da rilevare e comprendere. Senza drammi e catastrofi. Così si fa o si dovrebbe fare. E’ un traguardo raggiunto, in un ragionamento sereno fra amici. Sembra poco ma invece è tantissimo, Silvana.


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